Afrodite è per tutti noi un simbolo, è un’icona che noi rappresentiamo nel nostro immaginario con delle caratteristiche precise e risponde a dei valori che ci vengono raccontati ormai da millenni. Che cosa potrebbe accadere se l’immagine di questa Dea leggendaria e potentissima venisse sovvertita? E come potrebbe reagire il pantheon classico se Afrodite parlasse apertamente di sé stessa e dei propri desideri? La scrittrice Mariangela Galatea Vaglio racconta proprio questo, ovvero diventa la voce narrante di Afrodite per raccontare quella che, secondo l’autrice, potrebbe essere la verità della Dea. Riconoscendola come l’incarnazione della Dea primigenia, Galatea Vaglio ci conduce in un viaggio millenario facendosi portavoce di tre incarnazioni principali: la prima come Inanna, la celebre divinità sumera e mesopotamica; la seconda come Afrodite, celeberrima divinità della cosmogonia greca; infine, come Venere, influente divinità della tradizione romana. Tutte e tre le incarnazioni sono accomunate dalla voglia di riscatto e di autodeterminazione, e le loro vicende vengono descritte attraverso il loro punto di vista, una visione che da sempre è stata inascoltata. L’espediente narrativo dell’autrice è proprio quello di riflettere sui temi più spinosi della nostra attualità di matrice femminista dando voce a delle donne che sono servite, in molte occasioni, ad avvalorare le tesi dominanti del patriarcato.
Tutto quello che credete di sapere su di me è falso. Ogni immagine. Ogni idea. Ogni parola. Lo so cosa frulla nelle vostre teste, quando sentite il mio nome. La dea dell’amore. E via, un diluvio di statue e di pitture, in cui ci sono io, ritratta senza veli. Mentre nasco da un guscio di conchiglia, nel mezzo del mare, o, più borghesemente, faccio il bagno attorniata da brocche e incensari di profumi, mi asciugo i capelli, indosso un peplo che però mi scivola via di dosso lasciandomi quasi nuda, o nuda del tutto. E poi distesa su morbidi letti, con in mano la mela della vittoria dopo aver sconfitto le mie rivali, o assisa su troni, o ancora alla guida di carri trainati da colombe, con un contorno di buffi amorini alati a farmi compagnia. Afrodite la bella: per voi sono sempre sorridente, elegante, patinata. Una dea da copertina di rivista, una divinità chic, l’antesignana di tutte le mogli trofeo vestite da stilisti alla moda, delle attrici e top model glamour che sfilano sulle passerelle fasciate di abiti scintillanti, i capelli in ordine, il trucco perfetto. La dea dell’amore e del desiderio, ma un desiderio omologato, un prodotto del vostro mondo, banale, prevedibile come tutte le cose fatte in serie: addomesticato. Una dea che non vive, non agisce, non crea: decora un mondo di maschi, pensato per loro. […] A questo mi avete ridotta, mortali ingrati. Voi non avete idea di chi io sia. Mi avete dimenticata. Mi avete svilita, sminuita, mutilata. Avete ridotto una forza primordiale del cosmo a una favoletta adatta alle vostre case, al vostro piccolo mondo fatto di chiacchiere e di sentimenti preconfezionati. Voi non avete idea di chi io sia realmente. E ora e tempo che qualcuno ve lo ricordi.
Galatea Vaglio ha una grande capacità comunicativa e l’abilità di mantenere alta l’attenzione adottando una scrittura diretta e coinvolgente. Infatti, il romanzo si legge velocemente perché il ritmo è incalzante e le caratterizzazioni delle tre incarnazioni sono ben delineate. Il messaggio e i valori che l’autrice vuole trasmettere arrivano forte e chiaro. Tuttavia, in questa narrazione ricca di suggestioni non si possono non notare delle forzature che contrastano molto con i contesti e le culture di riferimento. Anche se è evidente che questa operazione è voluta, lo stravolgimento di alcune parti del mito e la riscrittura delle vite delle Dee ha reso qualche punto artificioso, dove è emersa inevitabilmente la personalità dell’autrice stessa.
Non c’è dubbio che l’autrice ha una grande esperienza e la sua è una divulgazione che si rivolge a un pubblico ampio, anche non esperto di mitologia. La scrittura scorrevole e avvincente ha reso questo romanzo un’avventura capace di trasportare il lettore o la lettrice in un tempo lontano, sentendo le tre Dee vive e molto vicine alle nostre sensibilità contemporanee. Per questo, è giusto leggere questa rivisitazione della mitologia classica per avere nuovi spunti di riflessione sul tema delle donne, ma tenendo sempre a mente che si sta leggendo in una forma romanzata.
RIFERIMENTI DI MARIANGELA GALATEA VAGLIO
Mariangela Galatea Vaglio, laureata in Lettere classiche all’Università Ca’ Foscari di Venezia e dottore in Storia antica alla Sapienza di Roma, è un’insegnante, una giornalista e una blogger. Ha collaborato con «Il Gazzettino», «Il Sole 24 ore» e «l’Espresso».
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