Eufemia Griffo ama la storia, lo si intuisce subito, e nella prefazione esterna con passione da dove nasce l’amore per Marco Polo (1254-1324), l’esploratore veneziano che, grazie al celebre libro Il Milione, descrisse i suoi viaggi in Estremo Oriente e rese quelle culture indimenticabili. «Fin da bambina» scrive l’autrice «ha abitato i miei sogni, mi ha fatta viaggiare attraverso terre leggendarie e sconosciute, mi ha instillato il gusto per la scoperta e l’avventura». Ed è un fascino che abbiamo subìto in molti da bambini, sebbene gli scritti di Marco Polo non fossero indirizzati ai lettori e alle lettrici di un’età così giovane. Proprio per questo, l’intreccio narrativo di questo romanzo storico svela le molteplici sfaccettature di un personaggio che ha abitato la nostra immaginazione, ma fu anche un uomo controverso, che divenne una fonte d’ispirazione per gli esploratori che si susseguirono, per i mercanti e i contrabbandieri armati delle peggiori intenzioni. Il romanzo ci trasporta in tre periodi diversi: nel 1983, attraverso le anime di Margherita Polo e Lorenzo, nel 1299, in un dialogo serrato tra Rustichello da Pisa e Marco Polo in prigionia, e nel 1267, quando il nostro viaggiatore è ancora un ragazzo e parte con il padre Niccolò e lo zio Matteo per vivere l’esperienza più straordinaria della sua vita.
Marco percorse con lo sguardo quel grande paese e ogni immagine divenne un ricordo incancellabile nella sua mente, memorie che avrebbe narrato ai suoi amici al ritorno da quel potente regno che era il Catai. Il giovane si sforzava di immaginare la corte e il palazzo del Khan, ma mai avrebbe potuto prevedere quello che da lì a poco avrebbe ammirato di persona. Davanti ai suoi occhi apparve un lago azzurro circondato da verdi vallate; più lontano l’orizzonte era occupato da qualcosa di non ancora definibile: la città di Shangdu, la capitale estiva dell’impero, una parola dal suono melodioso che ben si sposava con la bellezza del luogo.
La scrittura di Eufemia Griffo è fluida e coinvolgente; nelle pagine emerge un amore profondo per questo personaggio e per quello che ha lasciato ai posteri, ma anche la sua visione includente, senza timore di confrontarsi con ciò che è diverso e la grande apertura verso orizzonti inesplorati. I dialoghi sono l’espediente narrativo che meglio esprime questi temi e nei quali l’autrice ha maggior dimestichezza. Durante la lettura si viene catturati, ma un ulteriore approfondimento dei viaggi in Oriente e dei luoghi avrebbero reso questo romanzo ancora più intenso.
Da lontano, Venezia. I viaggi di Marco Polo è un romanzo storico che vuole, prima di tutto, trasmettere passione e avvicinare i lettori e le lettrici ai personaggi decisivi della storia. E non lo fa solo descrivendo l’avventura straordinaria di Marco Polo, ma porta a compimento questo lodevole obiettivo facendoci empatizzare anche con altri personaggi più contemporanei, come il piccolo Lorenzo, o con la prospettiva di un illustre scrittore, che trascrisse l’opera Il Milione per Marco Polo. Tre periodi diversi, tre punti di vista, tre vissuti differenti, per un’esperienza di lettura completa.
RIFERIMENTI DI EUFEMIA GRIFFO
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