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Donne sacre: intervista a Franco Cardini e Marina Montesano (il Mulino)

6 Febbraio 2024
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  • Incontri con la storia
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Recensione e intervista a Franco Cardini e Marina Montesano per il libro "Donne Sacre".

Scritto a quattro mani, il saggio “Donne sacre. Sacerdotesse e maghe, mistiche e seduttrici”, del prof. Franco Cardini, storico e medievista, e della prof.ssa Marina Montesano, storica e docente di Storia medievale all’Università di Messina, parla a tutti noi. Il percorso di studio che ha portato alla stesura di questo testo è l’urgenza di raccontare le molteplici sfaccettature delle donne del passato nelle loro caratteristiche più profonde, spaziando dalla sacralità, alla ritualistica, fino a delle capacità specifiche a loro attribuite. Il libro affranta i temi che per millenni sono stati al centro della società, come il sacro, le Dee Madri, le maghe, lo sciamanesimo e il rapporto con la morte, il misticismo, il mito, la Vergine Maria e i mondi fatati. Un viaggio nell’ universo femminile partendo da delle domande fondamentali, che gli stessi autori si pongono: «Non sarà che la nostra società cosiddetta “occidentale” è stranamente miope e sorda dinanzi ai valori e ai patrimoni immateriali, a tutto quel che non si può toccare, misurare, pesare, magari valutare in termini pratici?».

The vestal virgins, Rudolf Daniel Ludwig Cronau
The vestal virgins, Rudolf Daniel Ludwig Cronau (fonte: wikipedia.org)

Con una prosa accademica, comprensibile e coinvolgente, Cardini e Montesano nelle prime pagine ribadiscono un concetto che fa da sfondo a tutta la loro analisi e che dovrebbe essere chiaro anche nel lettore e nella lettrice: «Quelli pazienti, piano piano, capiranno che il Sacro femmineo (che non è né femminile, né femminista) può esser dolcissimo o terribile, salvifico o demoniaco, […]. Non è un cammino né semplice, né breve. Non lo è stato per noi; non lo sarà per voi.» Tuttavia, la complessità non deve scoraggiarci, anzi, già dalle prime pagine si intuisce che saranno i due autori ad aiutarci a comprendere l’argomento, a guidarci in questo labirinto composto da simboli, riti, magia e tradizioni. Una via che deve essere percorsa senza esitazione.

Ildegarda raffigurata su una vetrata dell'abbazia di EIbingen, a Hesse, che attualmente porta il suo nome.
Ildegarda raffigurata su una vetrata dell’abbazia di EIbingen, a Hesse, che attualmente porta il suo nome. Foto: Fine art images / Age Fotostock (fonte: storicang.it)

Cosa vi ha spinto a scrivere questo testo e, secondo voi, cosa manca di significativo nella narrazione attuale sulle donne nella storia che ancora deve essere detto?

Non avevamo la pretesa di scrivere qualcosa di completamente nuovo, ma certamente abbiamo voluto aggiungere un tassello mancante a un discorso ampio e che ci coinvolge. Oggi si parla più che in passato, fortunatamente, di questioni di genere e di donne in particolare. I nuovi modi di fare storia che si sono imposti nel corso del secolo scorso hanno consentito di far luce su molti, nuovi aspetti della vita sociale, incluso quelli relativi al ruolo delle donne, uscendo anche dallo stereotipo dannoso della donna ‘vittima’ perenne, che senza nulla togliere alla gravità dei fenomeni di violenza di genere, consente di guardare anche alle sfide e alle conquiste delle donne. Se guardiamo alla dimensione del sacro che qui ci interessa, allora, constatiamo che certamente le donne sono meno coinvolte degli uomini all’interno delle istituzioni che nelle religioni organizzano il rapporto con il sacro – come le Chiese. Tuttavia, le donne più degli uomini hanno un rapporto diretto con il sacro che le ha portate anche a ruoli di leadership, e questa è stata la prima domanda che ci siamo posti: è una forma di compensazione? È qualcosa di connaturato al sesso femminile, alla sua forza creatrice? Non c’è una risposta definitiva, ma la ricca esemplificazione proposta può aiutare a riflettere sul tema.

William Blake, Ecate o le tre Parche, 1795, Londra
William Blake, Ecate o le tre Parche, 1795, Londra (fonte: wikipedia.org)

Perché nel passato proprio le donne avevano questo forte legame con l’aldilà e il sovrannaturale? Quali sono le caratteristiche che le delinearono come “sacre”?

La casistica ampia, come dicevamo, permette di delineare tipologie differenti. Siamo partiti da una definizione di cosa si intende per ‘sacro’ che non è facile perché diverse culture hanno sviluppato definizioni differenti. Tuttavia, ci pare che un denominatore comune sia quello di ganz Anderes, “del tutto Altro, del tutto Diverso” rispetto a quel ch’è definibile come l’Umano. In questa dimensione ultra-umana si colloca il legame con l’aldilà che può essere sia inteso come il numinoso del divino, sia come il mondo dei morti. Nel libro abbiamo cercato di dare esemplificazioni in entrambi i campi: dalle mistiche che comunicano con Dio alle necromanti della tradizione biblica poi cristiana fino ad arrivare alle spiritiste fra Ottocento e Novecento. Abbiamo anche voluto aprire il racconto a molte realtà extra-europee: come le sciamane giapponesi che presentano un profilo particolarmente interessante.

Come si è riusciti a conciliare il culto mariano, sempre più presente, con la crisi in molti ambiti che imperversava in Europa tra il Trecento e il Seicento? Quello che potrebbe sembrare un paradosso fu invece salvifico per la società?

In quest’epoca attraversata da crisi profonde cresce il culto mariano con la fondazione di molti nuovi santuari e con fenomeni di apparizioni miracolose. In parte si può spiegare con esigenze antropologiche, dal momento che le crisi portano ad affidarsi a protettori e mediatori, fra i quali per il mondo cristiano Maria è centrale. Non bisogna poi neppure dimenticare la spinta politica della Chiesa per la promozione del culto in funzione anti ‘ereticale’, per così dire, in particolare a partire dal Cinquecento con la Riforma che rifiuta il culto dei santi. Promuoverne di nuovi o ampliare quelli esistenti significa promuovere una identità cattolica contro quella riformata.

Vergine annunciata, conosciuta anche come Annunciata di Palermo, di Antonello da Messina, 1475
Vergine annunciata, conosciuta anche come Annunciata di Palermo, di Antonello da Messina, 1475
(fonte: wikipedia.org)

Ritenete che in futuro, in un’ottica dell’eterno ritorno della storia, si potrà pensare, appunto, a un ritorno della centralità della donna in ambito spirituale e sacro come in passato?

Prima di parlare di un ritorno della centralità della donna in ambito spirituale e sacro come in passato bisogna riflettere sul fatto che la dimensione del sacro è andata in crisi ormai da tempo. Progressivamente si è assistito alla rimozione di questa dimensione dalla vita degli esseri umani. Diverso è il discorso per le istituzioni, che sull’onda delle rivendicazioni delle donne in materia di diritti, si aprono riservando loro nuovi ruoli. Nella Chiesa cattolica si discute di come incrementare il ruolo delle donne nell’istituzione pur escludendo per loro il sacerdozio; nella Chiesa anglicana il sacerdozio femminile è stato ammesso, pur provocando spaccature al suo interno. Come abbiamo detto, il rapporto fra il femminile e il sacro non passava tanto dalle istituzioni, quando dal rapporto diretto e direi privilegiato. Impossibile dire se la crisi di questo rapporto è definitiva. Per questo abbiamo chiuso il libro con alcuni ritratti di donne che hanno lasciato una traccia forte nell’immaginario collettivo degli ultimi decenni: le grandi star, le donne carismatiche, sono forse le eredi delle donne sacre in un mondo desacralizzato? Pur non avendo risposte definitive al riguardo, speriamo di indurre il lettore a porsi delle domande.

BIOGRAFIA DI FRANCO CARDINI: https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Cardini

BIOGRAFIA DI MARINA MONTESANO: https://it.wikipedia.org/wiki/Marina_Montesano

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