Diavolo, Satana, Lucifero, Belzebù, Abaddon, Antricristo, Asmodeo, Belfagor, Leviatano e Mefistofele sono tutti nomi che appartengono a un immaginario collettivo ben definito e sono tutti nomi che associamo, o abbiamo associato almeno una volta, al Male. Spesso ritenuti sinonimi tra loro, oppure demoni distinti, progenie dell’angelo caduto, sono figure che incarnano le nostre paure più profonde, ma anche i nostri desideri più nascosti. Per secoli, la Chiesa ci ha convinto che il Diavolo, in tutte le sue manifestazioni, esistesse solo con lo scopo di corrompere il genere umano, in antitesi a Dio, nostro creatore e protettore. Ma le cose stanno davvero così? Che origini ha questa creatura oscura ed enigmatica? Possiamo dire di conoscere davvero il Diavolo in tutte le sue sfaccettature? Stefania Tosi compie una ricerca traversale, nella quale affronta il tema del demonio sotto molti aspetti, partendo dal presupposto che, come la religione, anche il Diavolo sia un costrutto antropologico, nato e “modellato” per appagare i nostri bisogni. Attraverso la sua analisi scopriamo che Diavolo, Satana e Lucifero non hanno il medesimo significato, che molti dei demoni che conosciamo sono in realtà antiche divinità pagane, poi trasformate in entità malvage dal Cristianesimo. Non solo, anche il cinema è diventato un veicolo fondamentale di contenuti, e si è occupato tantissimo di questo tema, alimentandone ancora di più il mito.
“Come vedremo, ciò è vero solo in parte e in modo superficiale. Per rispondere, soffermiamoci sull’Antico Testamento, la parte più antica della Bibbia, redatta principalmente dopo la deportazione degli Israeliti a Babilonia nel VI secolo a.C. Ecco, l’Antico Testamento non parla dell’angelo caduto e non menziona nemmeno corna, forcone e fiamme terrificanti. Non è presente neanche l’eterna lotta tra Bene e Male. Il Diavolo, quale personificazione del male, semplicemente non c’è.”
“I libri dell’Antico Testamento hanno come protagonista Yahweh, il dio degli Israeliti, e non presentano alcuna concezione dualistica: Dio non ha in Satana il suo potente avversario. Nel contesto tribale della Palestina del XV secolo a.C.., in cui il culto andò strutturandosi, Yahweh non aveva un avversario ma molti contendenti. Gli Israeliti infatti adoravano insieme a Yahweh anche molti dèi cananei con cui erano entrati in contatto da che si erano stabiliti in Cananea, quella porzione di territorio, oggi corrispondente all’incirca al Libano, Israele e a parti di Siria e Giordania. Terra di transito e commerci, gli Egizi, i Babilonesi e gli Assiri avevano influenzato credenze e costumi dei cananei che a loro volta contaminarono gli Israeliti.”
“Non esiste dunque nella letteratura religiosa ebraica o cristiana un solo Diavolo, ma una legione di esseri demoniaci che, specie nell’Antico Testamento, erano scaturiti dalla fusione di modelli mesopotamici ed egizi, riletti in chiave malvagia, come accaduto con le divinità cananee, che vennero dequalificate nella Bibbia al rango di demoni o come semplici emissari/funzionari di Yahweh.”
Il testo è ben articolato e affronta il tema sotto molti punti di vista. L’intento dell’autrice è quello di dare una quadro completo sulla natura e il processo che ha portato la figura del Diavolo a diventare ciò che tutti noi conosciamo, con quelle caratteristiche fisiche e come personificazione del Male assoluto. Gli aspetti più interessanti della ricerca sono certamente nelle origini di questo processo, riconducibili a una trasfigurazione partendo dai testi biblici, e una attenzione particolare al cinema e alla letteratura, come mezzo popolare per influenzare le masse su questo specifico argomento. Mirabili sono le pagine dedicate al film iconico “L’esorcista” del 1973 e il capitolo in cui ci spiega che cos’è l’esorcismo e come si pratica.
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