Fin dove ti spingeresti per ottenere ciò che vuoi? E la tua ambizione è più importante dei tuoi valori? Siamo tutti convinti che la morale che ci hanno impartito da piccoli sia l’unica possibile, l’unica alla quale attenersi, e non c’è nulla che valga di più. E se ti dicessi che nel romanzo di Vanessa Roggeri empatizzerai con un personaggio principale che detiene una morale tutta sua, che cosa penseresti? Fino a qualche anno fa, la narrativa ci ha abituati a dei protagonisti e a delle protagoniste vincenti, eticamente corretti, dall’animo senza ombre e pronti a risolvere i propri conflitti attraverso il “bene”. Ora è tutto cambiato. La nostra società, fluida, stratificata e multiculturale, non si accontenta più di leggere dei personaggi che operano alla luce del sole, vuole sondare le loro fragilità e riconoscere anche il rovescio della medaglia, ovvero quelle figure che tutti definiremmo negative. Vanessa Roggeri interpreta le curiosità dei lettori e delle lettrici contemporanei e ci propone un romanzo dalle molteplici sfaccettature e con un protagonista controverso, che mette in discussione molti di quelli che per noi sono dei punti fermi. In una Cagliari degli anni Venti, flagellata dal Fascismo, l’autrice ci racconta la storia di Antino, un majolu, come si dice in sardo, un ragazzino tolto dalla povertà e accolto dal una famiglia benestante, i Dejana, per potersi rifare una vita. Quello che loro non sanno, e che noi scopriremo piano piano, è che il volenteroso Antino ha in realtà molti lati oscuri. Quanto ha influito la sua infanzia? Ed è stato il suo passato a renderlo com’è oppure è la sua natura incontrovertibile?
Con una scrittura matura e coinvolgente, il romanzo ha l’anima del thriller e ci cattura fin dal primo istante. Se all’inizio si è pensati a credere che i nostri sospetti su Antino siano per lo più infondati, come alcuni dei personaggi stessi saranno portati a pensare, Vanessa Roggeri ci sorprenderà gettandoci in un gorgo di misteri, inganni e crimini fino a toccare il fondo dell’abisso. Quell’abisso che è in ognuno di noi e con il quale dobbiamo fare i conti.
Provò a mettersi nei suoi panni, a sentire ciò che sentiva, a capirla diventando lei, evocando il suo nome in una sorta di rito interiore che aveva già messo in atto tante volte con altre persone. Con uno sforzo che gli costò quasi dolore fisico, tentò di farsi contagiare dalla sua fiamma vitale, di entrare in risonanza, attese che divampasse, ma non riuscì a percepire nessun calore. Con Asmara il suo gioco segreto era fallito. Si premette la mano aperta al centro del petto, ma dentro sentiva vuoto come i sepolcri del colle, nelle sue stanze c’era spazio soltanto per silenzio e fredda inesorabilità. Fu una verità che lo spaventò.
Il romanzo cattura e sorprende, ti scuote e ti rianima, ti disorienta e ti fa riflettere. Tutti i personaggi emergono per tridimensionalità e verisimiglianza, noi lettori e lettrici partecipiamo alle vicende con grande pathos, proprio grazie a una caratterizzazione impaccabile, che scardina finalmente il binomio povero/buono e ricco/cattivo. Una lettura preziosa e per niente banale e uno stimolo a vedere oltre la propria visione della realtà.
VANESSA ROGGERI è nata e cresciuta a Cagliari, dove si è laureata in Relazioni Internazionali. Ha pubblicato Il cuore selvatico del ginepro (2013), Fiore di fulmine (2015) e La cercatrice di corallo (2018), con cui ha vinto il Premio Letterario Grazia Deledda e il Premio Alghero Donna. È editorialista per “La Nuova Sardegna”.
Riferimenti di Vanessa Roggeri
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