Dopo molti anni di lettura intensa, dopo innumerevoli libri in cui ho scoperto le vite di tanti uomini, e di altrettante donne, dimenticati dalla storia, alcuni testi riescono ancora a stupirmi. Non solo, hanno ancora la capacità di rivelare qualcosa di inatteso, e di farti riflettere sulle vicende del passato. Questi, a mio avviso, sono i libri che fanno la differenza: quelli che ti fanno provare stupore, empatia e ti fanno crescere come persona. La giornalista Tiziana Lupi riesce in questo intento, portando alla luce una storia che sfido chiunque a conoscere e che racconta con entusiasmo e semplicità, mettendo a disposizione del lettore o della lettrice tutto ciò che serve per entrare in contatto con una vicenda che dovrebbe essere sulla bocca di tutti. Vincenzo Tiberio (1869-1915) fu un ricercatore e ufficiale medico del Corpo Sanitario della Marina Militare Italiana; la sua fu una vita complessa, in continua lotta tra la razionalità, che i sui studi e il suo lavoro richiedevano, e l’amore, un sentimento così potente che condizionò ogni sua decisione e che lo portò a sposarsi con la cugina Amalia Teresa Graniero. A causa di quel carattere introverso e conflittuale, egli non ottenne mai il riconoscimento per aver intuito e studiato il potere antibiotico delle muffe prima di Alexander Fleming (1881-1955).
A supporto delle sue considerazioni, Covelli aveva anche riportato una serie di interventi di alcuni eminenti studiosi. Tra questi, quello del colonnello Giuseppe Pezzi, illustre storico della Medicina, che scrisse: «Non intendo aggiungere commenti a questi dati di fatto che, pur non infirmando il grandissimo valore dell’opera di Fleming e degli altri studiosi (Florey e Chain) dimostra tuttavia, con evidenza inoppugnabile, come il Tiberio sia stato precursore nel campo degli studi sulla penicillina e le altre sostanze ad azione antibiotica. Esprimerò piuttosto il commosso compiacimento che ho provato nel rivendicare a un italiano (per di più, medico di Marina) l’onore di aver dischiuso alla terapia umana questo nuovo campo, così fecondo di benefici risultati».
Attingendo ai diari di Vicenzo Tiberio, Tiziana Lupi ricostruisce le tappe salienti della vita del medico, trascrivendo interi brani, per poi lasciare spazio alle riflessioni personali o alle testimonianze di chi conosce il suo operato. Questo testo si compone di più parti, è una virtuosa mescolanza tra una biografia, un reportage giornalistico e un memoir. Infatti, leggiamo le straordinarie scoperte di Tiberio, il grande amore per Amalia, ma anche la vita della stessa autrice durante la ricerca delle fonti, in un intreccio narrativo che diventa legame inossidabile e affetto sincero. Lo stile diretto di Tiziana Lupi aggiunge valore al racconto, lasciando al lettore o alla lettrice tutto il tempo per fare i propri ragionamenti, e per comprendere le caratteristiche di un uomo tutt’altro che ordinario, a volte controverso, spesso indecifrabile.
L’ho capito appena il dr Giulio Capone, medico e nipote di Vincenzo Tiberio, me l’ha raccontata. Mi è sembrata subito appassionante e interessante e ho pensato che fosse giusto raccontarla per far conoscere a quante più persone possibili la straordinaria scoperta di Tiberio e restituire a lui almeno una parte dell’onore che merita.
Ce ne sono un paio. Il primo riguarda proprio la sua scoperta, in particolare l’intuizione che ne è alla base: osservando il pozzo che si trovava nel cortile della casa dei parenti dai quali era ospite, ad Arzano, e al quale attingevano l’acqua tutti gli abitanti delle case circostanti, Tiberio si rese conto che, quando le pareti del pozzo venivano ripulite dalla muffa, le persone andavano incontro a disturbi intestinali che sparivano quando, invece, le pareti del pozzo erano ricoperte di muffa. Da quell’osservazione intuì che la muffa aveva un potere battericida. Il secondo è la grande storia d’amore che lo ha legato ad Amalia Teresa, per lui semplicemente Lia, e che ha condizionato tutta la sua vita e, anche, la sua ricerca.
Sicuramente è stato il motivo principale. Quell’amore apparentemente impossibile lo ha convinto ad abbandonare Napoli e i suoi studi e a fare il concorso per entrare nella Marina Militare.
C’è qualche considerazione che lui fa nei momenti di particolare tensione o stanchezza che ho omesso perché c’era il rischio che dessero di lui un’immagine non corrispondente alla realtà. Ho scelto invece di trascrivere, seppure a volte poco piacevoli, alcune sue dichiarazioni sulla maternità e sui figli perché testimoniano la grande paura che aveva riguardo al matrimonio fra consanguinei (Lia era sua cugina).
Continuare a fare il mio mestiere di giornalista. Vorrei anche lavorare a un film tratto dal libro IL NOBEL MANCATO e c’è già qualche progetto in questo senso. E, poi, aspetto di “incontrare” altre belle storie da raccontare.
TIZIANA LUPI Giornalista, è autrice di documentari a carattere storico e religioso. Ha lavorato per diversi programmi Rai e Mediaset e ha scritto alcune puntate della fortunata serie tv Don Matteo. Ha scritto il libro Il nostro papa. La prima biografia illustrata di Francesco (Mondadori), da cui è stato tratto l’omonimo docufilm di cui ha curato la regia con Marco Spagnoli. È curatrice del libro di Papa Francesco La mia idea di arte (Mondadori-Musei Vaticani) e autrice dell’omonimo documentario, diretto da Claudio Rossi Massimi. Ha scritto (insieme a Lucia Macale) il libro Il comitato sai che fa? Metamorfosi dell’autore televisivo (Grafica Santhiatese). Ha scritto con Alessandro Greco e Beatrice Bocci il libro Ho scelto Gesù. Un’infinita storia d’amore (Rai Libri). Ha scritto e diretto per Rai Documentari (con Marco Spagnoli) il documentario L’arte della guerra. Scrive sul quotidiano “Avvenire”, sui settimanali “TV Sorrisi e Canzoni” e “Telepiù” e per l’agenzia di stampa “Italpress”.
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