Quando ho iniziato a interessarmi di culture antiche mi sono ritrovata davanti a un mondo affascinante e denso di mistero. Le grandi civiltà che hanno abitato la terra in un remoto passato ci intimoriscono e ci attraggono allo stesso tempo, ed è proprio il cercare le risposte sugli albori della nostra storia come umanità che ci induce a provare dei sentimenti contrastanti; spesso ci troviamo davanti a degli ostacoli, altre volte invece quel velo composto da arcani enigmi ci porta ad andare avanti nonostante tutto. Dopo aver finito di leggere “La regalità degli Dei” di Victor Nunzi ho capito che uno degli strati di quel velo così prezioso era stato sollevato e un ricercatore coraggioso aveva deciso di intraprendere un viaggio impervio ma imprescindibile: analizzare le tappe fondamentali della storia del mondo e scandagliare con accuratezza i principali eventi che hanno segnato il nostro destino, attraverso lo studio della civiltà sumera. Un lavoro complesso ma raccontato con una scrittura avvincente, dando a tutti la possibilità di leggerlo senza esserne esperti. Victor Nunzi riprende gli studi del noto sumerolo Zecharia Sitchin (Il pianeta degli dei – 1976) per poi andare oltre e mettere in campo una nuova visione di quello che ancora oggi è per molti un universo sconosciuto.
Per questo ho deciso di intervistarlo e lasciare che sia lui a raccontarvi di questa recente pubblicazione (2022) attraverso le sue parole.
Ho scelto, dopo il liceo, in ragione della passione per la storia che mi contraddistingue di intraprendere un percorso di studi che potesse essere affine. Negli anni dell’Università alla facoltà di Scienze Politiche ho avuto quindi modo di affrontare con maggiore maturità temi ed argomenti connessi alla storia del ‘900 ed in particolare alla seconda metà dell’ultimo secolo, quegli studi che spesso i programmi liceali non consentono di approfondire appieno.
A queste tematiche se ne è poi aggiunta una ulteriore: lo studio della storia del pensiero economico. Cosa ha a che fare tutto ciò con la mia più recente passione? Il paradigma che ne emerge. Dallo studio della storia e credo in particolare del pensiero economico è possibile distillare un procedimento, un paradigma, che certo può sembrare ovvio ma che non deve mai essere dato per scontato: “la storia è un insieme di fatti ed eventi nel tempo e non può essere altrimenti”. A ciò si aggiunga il trinomio caro alla scrittrice Costanza Bondi “DATA-FATTO-FONTE” vero ed unico strumento per un analista degli eventi del passato. È quindi con questo spirito che, tre anni or sono, dopo aver letto per decine di volte uno dei lavori di Zecharia Sitchin, “Il libro perduto del dio Enki”, poi l’intero corpus delle opere sue e in seguito molte altre opere della ricerca indipendente, la mia passione si è ricollegata a fatti ed eventi del passato, ad una storia, la storia che confina con la mitologia delle popolazioni del Vicino Oriente antico, che i programmi scolastici nazionali hanno oramai lasciato nel cassetto. Zecharia Sitchin, vale precisare è considerato il padre della teoria degli “antichi astronauti” secondo la quale 445.000 anni fa delle divinità giunsero sul nostro Pianeta dal cielo. Queste stesse divinità sarebbero responsabili di molti fatti accaduti nel passato e il meno trascurabile è senza dubbio la “creazione” di un “essere umano primitivo”.
Poteva essere tutta una elucubrazione di questo scrittore? Era solo una fantasia derivata dalla lettura di molti miti? Questi interrogativi avevano una sola risposta: la personale consultazione dei testi appartenenti all’enorme biblioteca che le popolazioni del Vicino Oriente antico hanno saputo tramandarci. Tra queste popolazioni e tradizioni letterarie quella più affascinante ed ancora in parte misteriosa è quella dei sumeri, un popolo che ci racconta una storia con date e nomi di uomini, eroi e divinità che meritava un approfondimento, alla luce delle teorie formulate da Sitchin ma scrupoloso in particolar modo sotto il profilo cronologico in rispetto a quanto affermato. L’analisi mi ha condotto non solo a nuove e più significative connessioni tra i diversi testi che ci raccontano di fatti ed eventi avvenuti prima del Diluvio Universale ma anche ad una nuova ipotetica datazione di questi stessi fatti in ragione della quale il Diluvio Universale potrebbe essersi verificato in un periodo prossimo al 36.500 a.C.
Non posso affermare di essere un esperto della lingua sumera, anche se la volontà di intraprendere studi linguistici ad hoc è tra le attività che intendo portare a termine; posso senza dubbio però definirmi un appassionato “sumerofilo”. L’analisi che ho condotto, ho approfondito tutti i testi, brani e lavori citati da Zecharia Sitchin e molte altre fonti di derivazione mesopotamica, ha interessato per ogni singolo testo: una versione traslitterata, una/due versioni tradotte in inglese, talvolta anche in francese o tedesco confrontate con una versione in italiano. Diversamente per l’analisi del testo biblico, in particolare del Libro della Genesi, che pure compone buona parte degli argomenti del mio lavoro ho fatto ricorso a diverse versioni traslitterate dell’opera in lingua italiana ed inglese (anche digitali).
Reperire le fonti non è stato sempre facile. Talvolta i reperti del Vicino Oriente antico e le relative opere di analisi e confronto/dibattito accademico sono proprietà esclusiva delle più importanti realtà museali od universitarie del Mondo e in alcuni casi appartengono a privati.
Analizzando i brani e confrontando i fatti in essi descritti non posso che confermare quanto ritenuto da Sitchin. Anzi aggiungerei che la ricostruzione di alcuni fatti e la collocazione di alcuni testi della tradizione sumero-accadica potrebbero, o per meglio dire dovrebbero, essere rivisti alla luce di migliori considerazioni nonché di una più giusta descrizione degli eventi del passato per come oggi è possibile ipotizzarla.
Ciò che caratterizza i documenti noti come Liste reali sumere, tra cui spicca la più completa Lista, il prisma di Weld-Blundell AN1923.444, è la netta divisione che viene operata tra i sovrani che regnarono nel periodo antidiluviano e quelli che regnarono nel periodo postdiluviano. L’evento che funge da linea di demarcazione in questa lista è il Diluvio, in sumero a.ma.ru, un evento presente nei miti di centinaia di antiche popolazioni di tutto il mondo. L’unità di misura adottata per descrivere la durata dei diversi regni dei sovrani che esercitarono il loro potere nel periodo antidiluviano è il šar, che si pronuncia shar che corrisponde a circa 3600 anni – in sumerico questo termine viene rappresentato come un cerchio o stilizzato in un rombo. Questo termine indica il valore numerico di numero di 3600 ma può essere tradotto anche come “totale”, “molto” con accezione di completezza.
Per i Sumeri che avevano ideato e utilizzato il sistema numerico sessagesimale, in uso ancora oggi, basti pensare a come noi suddividiamo il tempo in ore da 60 minuti, il numero 60 era considerato come un numero di completezza e il numero 3600, che si ottiene attraverso la moltiplicazione di 60 x 60, era il numero dell’Universo, della Totalità dell’esistenza. Il perché nel periodo antidiluviano gli anni di regno dei sovrani vengono numerati secondo gli šar resta una questione aperta che trova risposta solo nel mito secondo la ricerca accademica e che, di contro, nella ricerca indipendente trova risposte nelle ipotesi di Zecharia Sitchin relative all’esistenza di un Pianeta delle divinità che ruoterebbe intorno al nostro Sole con un’orbita di 3600 anni. Ciò che si deve mettere in evidenza, che si voglia o meno prendere in considerazione una delle due ipotesi descritte, è la scelta operata dall’antico redattore che resta tale ed immutabile e la memoria di un tempo antico che ha condizionato anche gli scrittori appartenenti alle culture successive a quella sumera come i babilonesi ed i greci.
I sumeri identificano l’insieme delle divinità più importanti del pantheon con il termine Anunna che letteralmente significa “progenie del principe”. Il termine Anunna veniva usato anche indicare il pantheon di una singola città, come ad esempio l’Anunna di Eridu o l’Anunna di Lagaš. Nella tradizione sumerica e poi in quella accadica il mondo delle divinità era concepito suddiviso secondo ordini, gruppi e gradi ben definiti. Le divinità principali erano An, Enlil ed Enki e al di sotto di questi vi erano tutte le divinità identificabili con un nome facente funzione nei testi.
Tra queste divinità, definite le divinità maggiori, sono rintracciabili gli Anunna talvolta presenti nei testi riuniti in gruppi di 7 o 50. Al di sotto di queste divinità vi erano poi le divinità inferiori deputate a servire e lavorare per conto delle divinità maggiori. Da dove (altro Pianeta, Sistema solare, Galassia) e per quale specifico motivo gli Anunna giunsero sulla Terra non è dato saperlo e i testi non forniscono alcuna informazione in merito se non riferimenti che possono dare voce a differenti ipotesi. Tuttavia la Lista reale sumera, il prisma di Weld-Blundell AN1923.444, specifica che “La regalità dal cielo venne condotta”. Questa frase che è anche la prima del documento ricorda a tutti i lettori, io ritengo, un concetto chiave che non deve essere trascurato: il concetto di regalità, di sovranità, di ordine gerarchico venne condotto, in tempi ancestrali, potemmo dire in un periodo prossimo al 475.000 a.C., dal cielo ad opera delle divinità che la esercitarono per 120 anni divini o shar. L’introduzione di questo concetto che non è presente allo stato di natura è uno dei primi ed importanti concetti introdotti dalle divinità.
I processi di “creazione” descritti nel testo biblico come molti altri episodi che vedono protagonisti i Patriarchi antidiluviani, da Adamo fino a Noè, se confrontati con la vasta letteratura mesopotamica si scoprono essere i medesimi. Ritengo, inoltre che non si possa avere una completa nozione dei fatti descritti nel biblico Libro della Genesi in assenza della lettura dei testi della tradizione sumero-accadica. È altresì possibile definire, con il supporto di
un ulteriore affine alla Bibbia, il Libro dei Giubilei quando gli eventi descritti avvennero e questa informazione viene fornita mediante la comparazione dei diversi testi per la prima volta.
La vicenda degli Anunna sulla Terra riguarda in estrema sintesi i discendenti della divinità principale An. Difatti, le divinità più importanti erano An, Enlil ed Enki fratellastri, la loro sorellastra Ninmaḫ e i discendenti di queste divinità. Queste tre divinità rivestono un ruolo preminente nei testi della tradizione mesopotamica. Non è sempre facile ricostruire l’albero genealogico dei discendenti di An e talvolta leggendo i differenti paper ci si trova di fronte a vere e proprie scuole di pensiero che attribuiscono la paternità di alcune divinità o ad Enki o ad Enlil. Le divinità più importanti detengono il potere e, è bene precisarlo, non esercitarono mai la regalità e per questo motivo non compaiono mai nelle Liste reali come sovrani.
Questo primo lavoro “La Regalità Degli Dei” è fondato su una nuova cronologia dei tempi antichi, rilavata dall’analisi delle Liste reali e dagli approfondimenti condotti sui differenti testi sin qui citati e non solo. In questo libro viene preso ad esame il periodo antidiluviano, ovvero i 120 anni divini o shar in cui le divinità esercitarono la regalità, corrispondenti a circa 432.000 anni. Il lavoro che seguirà tratterà invece di un periodo ben più breve nel quale le divinità con il sostegno dei sopravvissuti al Diluvio, dovranno portare un nuovo ordine mondiale.
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