Non è solito trovare un romanzo storico scritto direttamente da un discendente del protagonista, mi sento fortunata nell’avere avuto l’opportunità di leggere le parole accorate di Corrado Occhipinti Confalonieri, autore, divulgatore storico e collaboratore della rivista mensile “Medioevo”. Il romanzo racconta le vicende di Corrado Confalonieri (1290-1351), nobile piacentino e venerato come santo dalla Chiesa Cattolica Romana, e della moglie Eufrosina Vistarini, anche lei di nobile lignaggio. La loro è una storia d’amore tormentata, passionale, fortemente ispirata dall’amore, l’amore coniugale ma anche l’amore per Dio, infatti il libro ci descrive la vita di San Corrado e i motivi che lo hanno portato alla conversione, al pellegrinaggio e infine alla scelta di diventare eremita. È il rapporto intenso e di reciproca ammirazione con Eufrosina a condurlo in quella che diventerà per lui la corretta via e la giusta espiazione per i peccati commessi; Eufrosina, una donna coraggiosa e dalla grande determinazione e intelligenza, è a mio avviso il centro di questa storia di grande umanità e sacrificio, ed è la protagonista morale del romanzo. La narrazione piena e ricca di dettagli storici porta il lettore o la lettrice a emozionarsi davanti a un amore così puro e generoso, a conoscere una porzione di storia locale, fatta di conflitti, rivendicazioni, guerre militari e di religione, e sullo sfondo l’efferata lotta tra Guelfi e Ghibellini.
“Ho capito bene quello che vuoi diventare? Un…un frate…un mendicante?-intervenne Bassiano-Ma tu sei sposato con mia figlia!-gridò-Vuol dire che se lei acconsentisse a questa tua scelta dovrebbe entrare in monastero! Piuttosto che subire quest’onta meglio ce rimanga vedova!” Balzò in piedi e sguainò la spada, sollevandola sopra la testa di Corrado che si era inginocchiato al suo cospetto, disposto ad accettare il martirio pur di non tradire la sua fede. Gli altri uomini cercarono di fermare Bassiano. “Fermi! Statemi lontano! Non vi avvicinate!” tuonò il padre di Eufrosina mentre per allontanarli roteava la spada intorno a sé. le donne si erano mese a strillare terrorizzate.
“Fermatevi padre!-gli ordinò Eufrosina-Ti voglio un mondo di bene e ti rispetto come figlia ma ti prego, ora ascoltami. Fatelo tutti, vi scongiuro. Mi sono sposata per amore. Ho scelto Corrado e non me ne sono mai pentita. Penso che il sentimento fra un uomo e una donna, nel suo profondo significato, sia un riflesso di quello che Dio ha per noi. Se Corrado ha ricevuto la grazia di poter amare Dio, fonte inesauribile d’amore, io sono la sposa più fortunata di tutte. Intendo unirmi a lui nell’amare il Signore: per questo come mia libera scelta decido di entrare in convento”.
Corrado da Piacenza (1290 /1351) , santo e patrono di Noto, è un mio lontano avo e si festeggia l’onomastico il 19 febbraio. Il mio intendimento iniziale è stato quello di capire chi fosse prima della conversione e perché da Piacenza fosse diventato patrono della città netina. Nelle sue agiografie la moglie Eufrosina viene citata solo di sfuggita, ma da storico so che la storia è come una casa: quando perdi qualcosa nasconde ma conserva. Partendo dalla ricerca storica, ho così scoperto una grande storia d’amore, una donna straordinaria, capace di mettere Corrado sulla strada della santità a fronte di un grande sacrificio d’amore, compiuto però in totale libertà.
Sicuramente una grande responsabilità perché nel romanzo parlo di personaggi realmente vissuti, capaci di gesti grandiosi. Mi sono calato nei loro panni è ho cercato di narrare la loro vicenda con rispetto ma soprattutto con il cuore.
Sono partito dall’albero genealogico della famiglia Confalonieri e ho così potuto dedurre i nomi e le professioni dei parenti di Corrado, ho visto che ci separano ventuno generazioni. La ricerca storica deve sempre essere effettuata dove si svolge la vicenda, mi sono così recato diverse volte a Piacenza presso l’archivio di Stato e in biblioteca. Poi sono stato alla biblioteca del convento di San Francesco ad Assisi e in quella di Lodi, la città d’origine di Eufrosina. Nel XIV secolo le parrocchie non tenevano gli archivi di nascita e di morte, questo avverrà nel XVI secolo con il concilio di Trento. Le uniche fonti inedite erano gli atti notarili conservati nell’archivio di Stato. A Piacenza ho scoperto che il notaio della famiglia Confalonieri, Gabriele Mussi, aveva scritto una cronaca della peste del 1348 pressoché sconosciuta in Italia, perché un collezionista polacco del Cinquecento l’aveva portata a Breslavia. Grazie a questo documento ho potuto ricostruire l’episodio della peste che vedrà coinvolti i protagonisti.
Ci sono vari insegnamenti ancora attuali della storia d’amore di Corrado ed Eufrosina. In una coppia l’altro deve venire prima di te, la fiducia deve essere totale, solo così l’amore può durare per sempre.
Ho da poco terminato il secondo romanzo storico, la vicenda sarà ambientata nel tardo rinascimento e vedrà come protagonisti altri miei avi, anche se Corrado ed Eufrosina in un certo senso ritorneranno…
Se volete seguire le ricerche e il lavoro di Corrado Occhipinti Confalonieri, collabora anche con il settimanale “Maria con te”, dove scrive di spiritualità attraverso articoli e interviste a personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura. Inoltre ha una rubrica sul mensile “Medioevo” dedicata al Decameron di Giovanni Boccaccio, in cui analizza le categorie sociali dell’opera: donne, bambini, nobili, borghesi, contadini, ecc. L’anno prossimo farà lo stesso per il Trecentonovelle di Franco Sacchetti. Le altre collaborazioni sono con periodici di storia come BBC History,Storica National Geographic e altri periodici scientifici (Rivista di studi politici internazionali, Bollettino Storico Piacentino, Civiltà Mantovana). Potete trovarlo anche sul profilo facebook e sul profilo instagram.
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