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La piantagione Walker, copertina

Sono una lettrice eclettica, non mi pongo limiti. Se la trama m’ispira e ritengo che possa arricchirmi, non mi tiro indietro; tuttavia ci sono dei generi letterari che leggo poco, preferisco concentrami sui temi che mi più mi danno soddisfazione. Quando l’autrice Claudia Brandi si è presentata mi ha fatto subìto un’ottima impressione, aveva le idee chiare e il suo mi è sembrato un progetto narrativo interessante, da non liquidare solo per dei preconcetti. Ho fatto bene a dare ascolto all’istinto, La piantagione Walker è un romanzo storico dalle forti componenti romance e che ho trovato incantevole. L’autrice ci porta nell’America del XIX secolo, in un periodo in cui il territorio è frammentato e le persone stanno costruendo il proprio avvenire e alimentando quegli ideali in cui riconosciamo (forse sbagliando) ancora oggi gli Stati Uniti. L’intento è quello di raccontarci le contraddizioni e le differenze culturali tra i ceti sociali, tra gli Inglesi colonizzatori, e gli Americani, un popolo in evoluzione, e con già i sentori di quella che diventerà la Guerra di Secessione. Tra queste difficoltà incontriamo la giovane Celia, arrivata dall’Europa con la madre, per stabilirsi suo malgrado nel Nuovo Mondo, per scampare alla povertà, e Ashely Walker, aitante proprietario terriero, con il quale inizierà una storia d’amore tormentata e dal destino incerto. Sarà attraverso i due protagonisti e gli altri personaggi del romanzo che avremo modo di sbirciare in quella terra e capire meglio cosa avveniva nella società di quel tempo.

Alcuni schiavi zappano in una piantagione di riso del Sud Carolina. Incisione, XIX secolo
Alcuni schiavi zappano in una piantagione di riso del Sud Carolina. Incisione, XIX secolo (fonte: storicang.it)

Questo periodo storico mi affascina e mi inquieta, vorrei conoscere gli animi di chi possedeva degli schiavi, per carpirne i sentimenti e i motivi, e vorrei anche vedere l’America con gli occhi degli schiavi. La letteratura può venirci in aiuto, abbiamo tanti esempi di romanzi virtuosi che possono colmare la nostra curiosità. Per questo, se dovessi fare un appunto, avrei voluto una maggiore immersione nel contesto storico, percepire maggiormente la presenza di un mondo narrativo importante e dal grande potenziale; ma, è anche vero, che questo è legato al mio gusto personale, perché il romanzo è avvincente, tanto che l’ho letto in un giorno!

La nascita di Old Glory, E.P. Moran
La nascita di Old Glory, E.P. Moran (fonte: wikipedia.org)

Perché hai scelto di ambientare la tua storia in questo preciso periodo storico?

Ho scelto di ambientare la storia nell’Ottocento perché è un secolo pieno di bellezza ma anche di contraddizioni e mi ha sempre affascinata. In particolare, sono stata influenzata dal film Via Col Vento, il cui periodo storico è sempre stato oggetto di grande interesse per me fin da bambina. L’anteguerra americano è un periodo effervescente e pieno di tensione, tensione che si continua a respirare ancora al giorno d’oggi: l’ho constatato di persona visitando la Louisiana nel 2021, parlando con la gente del sud, che non ha ancora superato i problemi legati al confronto razziale.

A chi ti sei ispirata per caratterizzare i personaggi principali?

Il personaggio di Ashley è ispirato all’Ashley di Via Col Vento, in versione più moderna ovviamente! John Wilkinson somiglia nei lineamenti al generale americano sudista George Custer. Gli altri personaggi sono immaginari. Il solo personaggio che trova una vera corrispondenza nella realtà è quello della chiromante: mia nonna da giovane andò da una chiromante che le lesse il futuro e le disse alcune cose che la chiromante di New Orleans dice a Celia. Dunque il personaggio più improbabile è anche quello più reale e senza i racconti di mia nonna la chiromante non sarebbe mai esistita nel romanzo!

Immagine tratta da Via Col Vento
Immagine tratta da Via Col Vento (fonte: elle.com)

Perché è ancora importante raccontare l’amore, anche nel passato? Cosa possiamo imparare da chi è venuto prima di noi?

È importante raccontare l’amore perché è un tema universale che tocca ogni generazione, ogni epoca. Ciononostante, ritengo che l’amore sia anche influenzato dal periodo storico nel quale viviamo. Infatti, l’amore nell’800 e tutti i suoi aspetti correlati erano concepiti in modo diverso rispetto ai giorni nostri, in particolare se pensiamo al rapporto tra uomo e donna, le fasi del corteggiamento, l’importanza per le donne di arrivare vergini al matrimonio, la condizione della donna nubile o sposata, bianca o nera, nella società…

Molte cose sono cambiate in fatto di amore, sentimenti e relazione tra uomo e donna e in questo libro ho voluto interrogarmi su questa tematica. Del passato, credo che l’insegnamento che possiamo imparare sia l’importanza del compromesso in amore: le donne all’epoca dovevano fare molti compromessi con gli uomini, compromessi che sicuramente ai giorni nostri non sono più tollerati, per fortuna (penso ad esempio all’usanza quasi normale di molti uomini di frequentare i bordelli all’epoca).Eppure, osservando le coppie dei nostri giorni, noto che il compromesso è sempre meno tollerato. A mio avviso è invece uno degli ingredienti principali per un matrimonio felice e duraturo.

John Henry Frederick Bacon - The wedding morning, 1892
John Henry Frederick Bacon – The wedding morning, 1892 (fonte: wikipedia.org)

Quale parte del romanzo è stata più difficile da scrivere dal punto di vista emotivo?

Dal punto di vista emotivo nessuna. I personaggi hanno agito e dialogato indisturbati nella mia mente, io ho solo messo per iscritto la loro storia.  Invece, dal punto di vista tecnico, la cosa forse meno facile da scrivere è stato il finale. Piccolo aneddoto: nella prima versione del romanzo, il cattivo moriva in maniera diversa, tramite un colpo di pistola accidentale. Poi l’ho cambiato perché non era convincente e perché volevo che Celia avesse un ruolo più dominante nel deviare il corso del proprio destino.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sto per pubblicare una versione “migliorata” del romanzo La Piantagione Walker in Francia. Prendendo in considerazione alcuni commenti costruttivi di lettrici su questo o quel punto, ho corretto certi piccoli “difetti” e ho aggiunto dialoghi e nuove scene nella versione francese, smussando anche il personaggio della mamma di Celia, rendendola più “umana”. Inoltre, il sequel de La Piantagione Walker è pronto in italiano, ma non l’ho ancora sottoposto alla casa editrice. Sono ancora indecisa se lanciarmi per la seconda volta nel mondo della pubblicazione.

Un piccolo anticipo del sequel? Il titolo provvisorio è “I Walker: il destino di una famiglia”. Celia e Ashley dovranno affrontare ancora tanti ostacoli che metteranno in grave pericolo il loro amore e ci sarà anche un salto temporale importante dove vecchi e nuovi personaggi appariranno e giocheranno un ruolo fondamentale nell’intrigo. Tradimenti, vendette, amori nascosti e scandali… tutto questo e molto altro aspetta i lettori nel secondo volume!

Attualmente sto lavorando al terzo e ultimo capitolo della saga dei Walker: “I Walker all’Eldorado” è il titolo provvisorio. La storia si svolge in parte in Louisiana e in parte in altri luoghi: i diversi membri della famiglia Walker viaggeranno, per motivi diversi, in Inghilterra, California e Texas, alla ricerca del sogno americano. Finita questa saga, scriverò forse un altro romance storico totalmente diverso, ambientato in un ranch del Montana agli inizi del Novecento. Ma voglio anche occuparmi delle pubblicazioni della saga dei Walker in lingua francese.

La piantagione Walker, immagine tratta dal libro.
Immagine tratta dal libro.

Riferimenti di Claudia Brandi

Instagram: https://www.instagram.com/claudiabrandi_/

Sito: https://www.claudiabrandi.com/

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