Con la recensione di oggi ne approfitto per ringraziare tutti gli autori e le autrici che mi hanno dato fiducia e confidano in me per avere un parere obiettivo e sincero sul loro lavoro, li ringrazio anche per la pazienza e di aver rispettato i miei tempi, che non è affatto scontato. L. M. Squarzoni è certamente tra queste persone, e sono davvero felice di avere avuto la possibilità di leggere la sua prima pubblicazione. Autrice emergente e laureata in Filosofia come me, Lara Squarzoni vive a Ferrara, nel tempo libero coltiva la sua passione per le discipline umanistiche e per la scrittura, e si è cimentata con un genere letterario davvero complesso, il fantasy. Per esperienza ritengo che sia tra i generi più difficili perché bisogna costruire un mondo narrativo credibile, dettagliato e che coinvolga i lettori e le lettrici, tanto da far loro vivere una esperienza simile alla realtà. Per essere una prima opera, l’autrice ha fatto un buon lavoro, ci ha trasportato nel Confine: “A metà strada tra il sole e la luna sorgeva la regione più amata dagli dèi...” e ci ha fatto vivere una avventura, che omaggia Game of Thrones, attraverso gli intrighi politici tra i personaggi, e che prende ispirazione dal fantasy tradizionale, ovvero quello di Terry Brooks e Marion Zimmer Bradley.
Quello che mi ha colpita di più è il personaggio della protagonista Leonor, che sin dalle prime pagine dimostra un carattere forte e coraggioso, e una attitudine al comando che disarma gli uomini che le devono obbedire e disapprovazione in chi la vorrebbe diversa.
“Voi sapete quanto me che alle donne è concesso ben poco. È la stessa legge che vige in tutte le terre di questo mondo: le nostre e le vostre. Ma la terra è femmina” continuò assorta, “ed è l’arbitra della sorte umana. Essa suggerisce le visioni alla portatrice del Dono; la voce degli dèi risuona quasi impercettibilmente alle orecchie degli uomini che governano con la forza.” “Allora ditelo voi, lady Leonor, cosa desiderano gli dèi.” Lord Hector si agitò inquieto sullo scranno, mentre lei nascondeva un istante di incertezza. “La portatrice del Dono garantisce unicamente la pace nei luoghi dove gli dèi sussurrano alle genti; e io vi garantisco che nessuno entrerà o profanerà le vostre terre. Voi in cambio però concederete un salvacondotto al Confine in modo che controlli l’accesso, evitando così nuove razzie.”
La scrittura incisiva rende molto bene dei dialoghi, che risultano accattivanti e mantengono salda l’attenzione del lettore. Questo è solo il primo libro di una serie, speriamo presto di poter leggere il seguito!
L’idea iniziale è nata da un’immagine formatasi nella mia mente mentre camminavo ascoltando musica. In breve, questa immagine si è trasformata in una sequenza e poi in un’intera scena. Una volta rientrata l’ho fissata nero su bianco e da qui ho elaborato l’intera struttura del romanzo. Anche in seguito, la musica si è dimostrata un valido strumento per la ricerca dell’ispirazione creativa, un canale diretto con le emozioni che attiva istantaneamente l’immaginazione.
Gli autori fantasy che amo maggiormente e dai quali ho tratto ispirazione sono George Martin e Andrzej Sapkowski. Il mondo che descrivo è duro e in certi tratti privo di romanticismo. Il Dono che gli dèi che hanno concesso alla protagonista si rivela presto come un affare politico piuttosto che una questione magica.
In realtà mi sono assunta il rischio di disilludere il lettore perché Leonor è una protagonista discutibile, piena di difetti. Leonor lotta principalmente per le proprie ragioni, rappresentando appieno il mondo senza scrupoli nel quale vive. In seguito, il percorso che l’attende, risveglierà in lei la consapevolezza delle sue specifiche peculiarità e dell’intera e più generica questione femminile in un mondo prettamente patriarcale.
L’immagine di donne forti e potenti trova piena espressione nel mondo fantasy, con tutta la forza evocativa che rimanda alle donne del ciclo arturiano. Queste donne sono maghe, regine potenti, donne che hanno la facoltà di scegliere e non l’obbligo di ubbidire. I tempi nei quali viviamo ci ricordano che la lotta delle donne per la libertà non ha mai fine e che è necessario vigilare sui diritti acquisiti.
L’approccio filosofico sviluppa il pensiero critico a trecentosessanta gradi ed è applicabile a tutti gli aspetti della vita. Nel romanzo ho inserito due visioni opposte del concetto del bene; da una parte gli dèi e l’oggettività del bene universale, dall’altra i mortali, per i quali il concetto del bene si definisce in base alla singola soggettività. Una lotta estrema tra due prospettive opposte.
A breve mi occuperò dell’editing del secondo volume della Saga, nel frattempo mi sto occupando anche di un nuovo progetto che appartiene a un genere letterario completamente diverso.
Potete seguire L. M. Squarzoni sul profilo Facebook e su Instagram e ci diamo appuntamento alla prossima recensione!!