Tutte le volte che Adelphi pubblica in testo postumo di Shirley Jackson, immediatamente, catalizza l’attenzione su di sé. Da anni, ormai, la prolifica scrittrice statunitense è diventata un’icona del genere letterario horror, gotico, weird, e non solo. Con il suo stile provocatorio e audace, influenza i nostri incubi e stimola la nostra fantasia, quella più nascosta, cupa, inspiegabile, quella che non osiamo raccontare. Il recupero da parte della casa editrice di tutti i suoi scritti è una sorta di manna dal cielo per gli appassionati di genere e un’appassionante sfida per i lettori e le lettrici contemporanei, che da qualche anno la considerano un’icona. Leggendo questa nuova raccolta di racconti, appena approdata nelle librerie, non possiamo che essere d’accordo. Seppur il testo contenga solo quattro racconti, possiamo assaporare tutto il gusto, la sapienza, la visione della Jackson, una donna che non era solo dotata di grande talento, ma che ha avuto anche un vita particolare, e che le è servita per lasciare un segno indelebile nella narrativa di tutto il mondo.
“Parlami di tua sorella” disse il bambino. “Era una strega?” “Può darsi” rispose l’uomo. Il bambino rise entusiasta e, l’uomo si appoggiò allo schienale e tirò una boccata dal sigaro. “Tanto tempo fa” cominciò “avevo una sorellina , proprio come la tua”. Il bambino alzò lo sguardo su di lui, annuendo a ogni parola. “La mia sorellina ” proseguì l’uomo “era così carina e simpatica che l’amavo più di ogni altra cosa al mondo, Allora vuoi sapere cosa ho fatto?” Il bambino annuì con maggior foga, e la madre alzò gli occhi dal libro e sorrise, in ascolto. “Le ho comprato un cavallo a dondolo, una bambola e un milione di lecca-lecca” disse l’uomo. “Poi l’ho presa, le ho messo le mani intorno al collo e l’ho stretta, l’ho stretta finché è morta.”
Tutti e quattro i racconti riescono a descrivere diversi aspetti della vita quotidiana, da quella ingenua dei bambini alla routine degli adulti, e, contemporaneamente, il sentimento di inquietudine che proprio quella quotidianità suscita. A questo punto chiediamoci: che cos’è la quotidianità? È uguale per tutti? Possiamo considerarla sinonimo di normalità? Per Shirley Jackson ovviamente no! Lei ci descrive i lati più torbidi della vita, una vita che riesce ad essere assurda e destabilizzante anche nelle attività all’apparenza più ordinarie, come se avesse deciso di raccogliere le paure, le angosce, le ossessioni e le bizzarrie di tutto il genere umano, qui unite in brevi e profondissimi scritti.
Se ancora non lo avete fatto recuperate immediatamente! Non è necessario essere appassionati del genere; la potenza narrativa dell’autrice vi farà apprezzare comunque la sua produzione letteraria, perché qui non si parla solo di incubi nascosti, desideri inconfessabili e cronache che abbracciano l’invisibile, ma è un’opportunità per sondare la psiche umana, la follia, le società più moraliste e testare la propria soglia, il proprio limite. fin dove possiamo spingerci come esseri umani?
QUI TROVATE IL TRAILER DEL FILM A LEI DEDICATO E CHE PUTROPPO NON E’ ANCORA ARRIVATO IN ITALIA.
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