Quali sono gli ingredienti per un buon romanzo giallo? E se questo romanzo ha pure uno sfondo storico importante, quali sono le caratteristiche che devono emergere di più per essere avvincente? Lo sa bene Marcello Simoni, uno degli scrittori più celebri nell’ambito del thriller storico e vincitore del 60° Premio Bancarella, che, con questo suo ultimo lavoro, ha deciso di scrivere un romanzo più classico, con chiari riferimenti alla giallistica tradizionale dalla forte componente deduttiva e un investigatore dal carisma riconoscibile, con un acume che ricorda gli amatissimi detective del passato. A questa apprezzatissima classicità Marcello Simoni aggiunge qualcosa, ovvero gli stilemi di un sottogenere letterario ancor più intricato, quello che in gergo viene chiamato l’enigma della camera chiusa, e che non è facile da rappresentare, bisogna essere degli autori particolarmente dotati. Infatti, ciò che andiamo ad affrontare durante la lettura è un delitto dalle circostanze impossibili, oscure, intricate, appunto: all’apparenza irrisolvibili. Ma Simoni si spinge ancora oltre; sebbene le regole del sottogenere prevedano che la risoluzione del caso (quindi del come sia avvenuto il delitto) diventi più interessante della scoperta del colpevole, lui riesce, con l’aiuto di un contesto storico solido, credibile, e intimamente legato a fatti e personaggi realmente esistiti, a tenere sulle spine il lettore o la lettrice non solo nel voler sapere a tutti i costi cosa sia accaduto davvero, ma anche a voler conoscere l’artefice di un piano così ben congeniato. Non mancano di certo i colpi di scena e un’ambientazione misteriosa e da brivido.
La neve era caduta copiosa, posandosi sui crinali dei monti e sui viottoli che serpeggiavano a precipizio fino a valle. Nulla restava del vinaccia e del giallo dorato dell’autunno. Vinti da un silenzioso assedio durato un’ intera notte, quei colori avevano cessato di esistere, scomparendo sotto una coltre perlacea che, illuminata dall’alba, ora ammantava le selve, le casupole dei rustici e gli steccati a guardia dei vigneti. Senza risparmiare il castello dei Calendimarca.
I personaggi usciti dalla penna di Simoni sono scomodi, indecifrabili, scostanti e sono perfetti per un giallo dai tratti cupi, avvolto in un’atmosfera lugubre, che cattura sin dalle prime pagine. La grande capacità dell’autore è di catapultarti subito alla fine del Settecento, di sentire il freddo sulla pelle e di partecipare emotivamente a un enigma dai risvolti inaspettati, dove traspare il profondo amore per la storia.
Marcello Simoni sa come intrattenere i lettori, e lo fa sempre con grande stile; senza dimenticare che scrivere un romanzo avventuroso non significa certo abbandonare gli scopi alti di chi si esprime attraverso l’ambientazione storica: imparare sempre qualcosa di nuovo del passato. Questo è un romanzo adatto a tutti, sia per chi ama Simoni e vuole vederlo cimentarsi in altro, sia per chi non può fare a meno di uno scenario realistico e ben costruito e per chi è appassionato di gialli, qui ritroveranno un omaggio alla grande narrativa di genere.
Riferimenti di Marcello Simoni
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