I due testi “Artemisia. La regina corsara” e “Dissolute e maledette. Donne straordinarie del mondo antico“, scritti dal dott. Lorenzo Braccesi nascono per accendere i riflettori su donne fuori dal comune, donne di potere, donne di cui le fonti ci hanno lasciato delle tracce e una immagine influenzata dalla visione maschile, l’unico punto di vista di cui disponiamo. Braccesi ce le racconta con uno sguardo oggettivo, da storico contemporaneo, con l’intento di ridare la giusta collocazione a queste personalità eccezionali, spesso screditate per le loro azioni e per il loro atteggiamento inconsueto, di sfida nei confronti dell’uomo. Il loro successo in politica, in guerra e nella società era, nella quasi totalità delle volte, coronato da invidia, diffidenza, diffamazione; alle donne non era permesso di avere una fama e un talento superiore all’uomo, semmai simile, forse in concomitanza, sotto la supervisione maschile, mai al di sopra. Se abbiamo avuto la possibilità di conoscerle lo dobbiamo al fatto che il loro agire non poteva essere nascosto, perché probabilmente erano state significative per delle decisioni prese, o perché avevano sfidato la morale comune, generando quella che oggi chiameremmo “la macchina del fango”.
Entrambe le edizioni rispondono a una esigenza attuale, quella di dare spazio e concretezza a quella parte di storia che per troppo tempo è rimasta nell’ombra, ovvero la storia che riguarda le donne. Questo non significa riscrivere la storia per come la conosciamo, semmai aggiungere ciò che manca, ciò che ci è stato precluso fino ad adesso, mantenendo la sobrietà di cui dispone lo storico professionista ed evitando i sensazionalismi sull’onda del momento.
Ci dice il professor Braccesi nella Premessa del suo libro “Artemisia. La regina corsara”:
“Il libro muove dal desiderio di fare luce su un personaggio femminile fascinoso e unico nel suo genere, proiettato sul palcoscenico mediterraneo che coinvolge insieme Asia ed Europa, tra istanze di libertà delle póleis greche e ambizioni espansive del dispotismo orientale, sforzandosi di indagare sulla sua azione di governo e sulla sua attività bellica tra la prima e la seconda guerra persiana. Giudicherà il lettore se fruttuosa è risultata la nostra ricerca, tenendo però del debito conto che davvero minima è stata la documentazione di cui potevamo disporre.”
Brano tratto dall’Introduzione al libro “Dissolute e maledette. Donne straordinarie del mondo antico”:
“Nelle società antiche e moderne, duplice è la condanna che pende sull’operato di queste donne: tanto per l’esercizio di un ruolo politico, quanto, in molti casi, per il loro status di combattenti e condottiere. Entrambe funzioni che, per millenni, sono state esclusivo appannaggio maschile. Funzioni, oltretutto, che, se portate a compimento con pieno successo, suscitano maggiormente ostilità nel comune senso di intendere i costumi, di condividere una medesima scala di valori e di conformarsi agli stereotipi imperanti. Di fatto, tali signore, dotate in genere di fascino e sempre di prorompente vitalità, ci appaiono come protagoniste al limite, e, se tali ci si figurano, significa che per una serie di concause hanno avuto la forza di imporsi alla ribalta e di muoversi impunemente nello spazio pubblico al di là di un assai circoscritto e condiviso codice razionale.”
E’ importante perché finalmente c’è una coscienza civile che prende in considerazione anche le donne; bisogna sempre ricordarsi che in Italia hanno acquisito il diritto di voto con la Repubblica e a livello storico sono sempre state in ombra. Infatti, in genere quelle che emergono sono donne di potere. Oggi si avverte il cambiamento, la volontà di mostrare queste donne; da un certo punto di vista forse troppo, a volte con risultati non troppo edificanti. Ho passato la mia vita a studiare la storia antica e la tradizione, il mio è un approccio prettamente storico, sui quei pochi documenti che abbiamo.
In realtà una differenza significativa avverrà solo con la liberazione del mondo dalla schiavitù, anche dell’uomo. Quindi una enorme rivoluzione sociale che comprendeva entrambi i generi e che prelude a tempi nuovi. Storicamente non possiamo dire che ci fosse una dicotomia così significativa. Una cosa che bisogna sottolineare è che chi ha vissuto nelle società antiche non si è accorto del passaggio dal mondo antico al mondo medievale, sebbene i manuali ne accentuino la transizione. La società ha un “avvertire continuista”, talmente continuista che ancora oggi in Vaticano, ad esempio, preservano riti e orpelli della Roma imperiale e senatoriale. Il mondo si evolve ma sempre sugli stessi binari.
Delle donne comuni non esiste alcuna documentazione tranne le iscrizioni dei cimiteri. Le fonti che abbiamo, e che comunque sono sempre briciole, sono riconducibili sono alle donne di potere; donne che hanno sofferto, che sono state calunniate, bistrattate. Pensi in età medievale a Giovanna D’Arco, una donna talmente fuori dal comune che l’hanno mandata al rogo. Per fare un esempio, Olimpiade, la madre di Alessandro Magno, uccide migliaia di persone (secondo la tradizione) per proteggere il potere e il figlio, ma niente in confronto alle uccisioni perpetrate dagli uomini suoi contemporanei, eppure tutto si ingrandisce perché è una donna.
La regina Zenobia, che sognava di ricreare un impero ellenistico in oriente, intellettuale, guerriera, probabilmente con già un seme cristiano in sé, che tiene in scacco ben tre imperatori, venne apostrofata nella maniera più abbietta dalla soldataia che celebrò gli imperatori e che lei sconfisse. Questa è la sorte di molte donne di potere. Il successo era una prerogativa maschile, ma non confondiamo le donne di cui io parlo con il mondo generico delle donne che vivevano al tempo. Sono poche, e con una indipendenza economica che le portò ad avere anche una indipendenza sociale. Prendiamo Artemisia di Alicarnasso, futura tutrice di un tiranno, non solo è donna, è una vittoriosa, è pure una capitana di mare, cosa che è assolutamente impensabile per gli uomini del tempo, soprattutto in marina; tant’è vero che le donne sono entrate in marina poco più di dieci anni fa.
Aveva un ruolo speciale dal punto di vista politico, viveva in una città di confine tra Occidente e Oriente, questo le favorì l’alleanza e l’amicizia con il re di Persia, anche se la sua cultura era greca. Lei diventò famosa anche perché lo storico più famoso di tutti i tempi, Erodoto, era della sua città, ed era sostanzialmente invaghito del ricordo di questa donna e mise in risalto la sua eccezionalità. Artemisia colse le sfumature dei tempi che stava vivendo, visse le stessa in una sfumatura intermedia.
Tutte queste donne mi hanno colpito. Le posso dire quale mi ha spinto a scrivere di altre donne: Giulia, la figlia di Augusto. Scrissi una monografia per conto di un’altra casa editrici e scoprii questa seconda generazione augustea. Giulia era amante della moda, dei poeti, costretta a sposarsi per convenienza, rivendicò il suo corpo per essere libera e frequentò circoli di intellettuali, e passo da una posizione favorevole al padre a una posizione di congiura. Questo non le fu perdonato e per duemila anni fu infangato il suo nome, questo mi incuriosì in modo particolare e decisi di andarci a fondo.
Anche Olimpiade e il suo vivere in simbiosi con il figlio Alessandro è molto interessante. Si scrivevano tutti i giorni e lei stessa condizionò il figlio, arrivò probabilmente a uccidere Filippo II, suo consorte e padre di Alessandro, quando avvertì la minaccia di un altro erede sul trono. E se Alessandro fu così grande lo deve in parte alla madre.
Si fa ancora una grande fatica, preferisco non entrare nell’attualità. Bisogna arrivare alla seconda metà del Novecento per vedere delle donne di potere importantissime, che guidavano Stati, in ogni caso credo che sia ancora arduo per una donna lanciare messaggi di novità.
Sto facendo ricerca per un nuovo testo che metterà insieme potere e follia, e in qualche modo si aggancia ai due libri qui presi in esame: le donne della dinastia giulio-claudia.
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