Il nostro consueto appuntamento sulle nuove uscite in libreria è arrivato! Anche questo mese è ricco di soprese e di pubblicazioni davvero interessanti! Troverete come sempre saggi e romanzi a tema storico e qualche libro che dovevo necessariamente segnalare, perché troppo importante per passare inosservato! COMINCIAMO!
Inghilterra, 1238. Giovanna di Munchensi, nipote del grande Guglielmo il Maresciallo, ex reggente d’Inghilterra e uomo potentissimo, cresce alla corte di Enrico III come dama personale della regina Alienor di Provenza. Nonostante la sua giovane età, Giovanna si trasforma in un personaggio ambitissimo a corte quando diventa ereditiera dell’importante contea di Pembroke e della signoria di Wexford, in Irlanda. Così re Enrico, per ragioni strategiche, la promette in sposa all’affascinante fratellastro Guglielmo di Valence, in arrivo dalla Francia. Tuttavia, le nozze sono malviste a Palazzo: l’improvvisa scalata sociale dei due giovani genera malcontento tra i nobili al seguito del sovrano, che si oppongono con forza ai privilegi concessi agli sposi in virtù della loro parentela con il re. Così, mentre Giovanna e Guglielmo cercano di costruirsi una vita felice insieme, l’Inghilterra precipita in una cruenta guerra civile. Guglielmo è circondato da nemici che lo tengono sotto assedio e mettono a rischio la sua vita. Tutto è nelle mani di Giovanna, ma basteranno il suo coraggio e il suo ingegno per impedire agli avversari di distruggere la sua famiglia e appropriarsi delle fortune ereditate?
59 d.C. Sedici anni dopo l’invasione romana della Britannia, Macrone fa ritorno sull’isola, ormai colonizzata e brulicante di opportunità. L’ex soldato non desidera altro che aiutare a gestire la locanda della madre a Londinium e far fruttare l’appezzamento di terreno che si è guadagnato con il servizio militare. È preparato all’inclemenza del tempo e ai modi burberi dei locali, ma la situazione che trova al suo arrivo lo spiazza. La città è dominata da bande spietate di tagliagole, in cui sono coinvolti anche ex legionari. I criminali terrorizzano gli abitanti ed estorcono loro denaro in cambio di “protezione”, il tutto nel compiacente silenzio delle autorità romane. Macrone non può permettere che le cose rimangano così. Deve agire, e per farlo ha bisogno dell’aiuto del miglior soldato che conosca: Catone. I due eroi dell’esercito romano uniscono ancora una volta le forze per affrontare un nemico spietato e astuto quanto la più pericolosa delle tribù barbare. E non si tratta solo di fare giustizia: in gioco c’è l’onore di Roma stessa.
Ginevra, maggio 1816. Una giovane donna si sveglia nel cuore della notte, assediata dagli incubi del suo passato e dalla gelosia per la sorellastra, Claire, che sembra cogliere qualsiasi occasione per insidiare suo marito Percy. Lei è Mary Shelley, née Wollstonecraft, e suo marito è Percy Shelley, poeta inglese celebrato e amatissimo, che Mary ha seguito per tutta Europa fino a giungere, insieme a Claire, in quel luogo di villeggiatura sulle sponde del lago di Ginevra. Sono in cinque in vacanza a Villa Diodati, compresi John Polidori e Lord Byron detto Albe, e il 1816 è l’«anno senza estate», quando l’eruzione di un vulcano in Indonesia ha oscurato il cielo in tutto il mondo e impedito al calore del sole di allietare le loro giornate. Così, la compagnia trascorre tutte le sere di pioggia di fronte al fuoco, a bere vino e laudano e a raccontarsi storie di fantasmi. Ma i fantasmi dei racconti non sono gli unici ad abitare quella grande casa. Mary ha solo diciannove anni ma alle spalle tutta una vita vissuta, di sentimenti e avventure. E, nonostante il piccolo William sia la sua gioia, non riesce a dimenticare la figlioletta morta che ogni notte, all’ora delle streghe, la sveglia con l’eco remota di un pianto disperato. Ma soprattutto Mary non riesce a dimenticare gli eventi di quattro anni prima, in Scozia, quando a Dundee ha conosciuto Isabella Baxter e l’affascinante ma sinistro Mr Booth. Isabella, riccioli scuri e pelle chiarissima, un’adorabile fossetta sul mento, è per Mary una creatura di irresistibile fascino; Mr Booth è untuoso, e dei pomeriggi passati in casa sua con Isabella spesso Mary non ha alcuna memoria. Quegli enigmatici eventi monteranno nell’immaginazione della futura scrittrice, fino a esplodere in un vortice in cui verità e finzione si mescolano senza soluzione di continuità. Ed è da quei ricordi misteriosi che, nelle lunghe sere ginevrine, Mary partorisce un incubo che abiterà le notti del mondo per i secoli a venire: il mostro di Frankenstein.
Dicembre 1952. Sylvia Plath, studentessa dello Smith College in Massachusetts, invia “Mary Ventura e il nono regno” alla rivista «Mademoiselle». Respinto dal giornale, il racconto ha visto la luce negli Stati Uniti e in Gran Bretagna soltanto nel 2019. In questa storia ambigua e sottilmente inquietante appaiono labbra color sangue, un sole dall’insolita tonalità arancio, mentre il rumore del treno sulle rotaie pare muovere oscure accuse. La giovane Mary Ventura ignora che cosa la aspetti alla fine del viaggio verso il nono regno. Una donna seduta nello stesso scompartimento sembra saperne di più: è il regno della negazione, della volontà congelata, da cui non si torna indietro… Una narrazione intensa, oscura ma anche ricca di speranza, «una vaga favola simbolica» come la definì l’autrice, che parla di scelte, di crescita, ribellione e riscatto.
La caducità della bellezza, il tempo distruttore, l’incombere della morte. E poi la resurrezione del passato grazie alla memoria affettiva, la nostalgia per la simbiosi infantile con la figura materna, la gelosia che trasforma l’amore in tortura. Sono i temi che attraversano, come motivi musicali, le pagine dei “Piaceri e i giorni” (1896), conferendo a quest’opera composita di novelle, versi e prose un’unità profonda all’insegna della malinconia e del disincanto. Ironico aggiornamento del poema di Esiodo dedicato ai lavori agricoli, “Le opere e i giorni”, il primo libro pubblicato da Proust raccoglie testi composti tra il 1892 e il 1894 e descrive il bel mondo parigino alla fine dell’Ottocento, alternando pungenti osservazioni sulla sofisticata società mondana e i suoi difetti (snobismo, ipocrisia, ricerca dell’originalità a ogni costo) e riflessioni generali sui fuggevoli incanti e le inevitabili delusioni di ogni esperienza d’amore. È racchiusa in queste pagine tutta la giovinezza di Proust: visioni fugaci, sogni, moti dell’animo, impressioni di vita, satira di ambienti, paesaggi, atmosfere e personaggi tratteggiati con una scrittura limpida e veloce. Riletta alla luce della “Recherche”, la raccolta del 1896 rivela una ricchezza e una profondità insospettate. Questa edizione ripropone la forma originale dell’opera, con la prefazione di Anatole France, le preziose illustrazioni di Madeleine Lemaire, artista mondana frequentata dallo stesso Proust, e gli spartiti di Reynaldo Hahn, grande amore e amico dell’autore. In appendice alcuni testi mai pubblicati o mai ripresi in volume dallo stesso Proust.
«Un romanzo storico per risalire a un tempo (apparentemente) senza storia. Una tranche de vie naturalista… Una parabola sulla perdita, sul rimpianto e sulla perseveranza, che non si lascia richiudere in nessuna verità confessionale. La malora è tutto questo e molto altro ancora» (Gabriele Pedullà). Pubblicato per la prima volta nel 1954 nella collana dei «Gettoni», due anni dopo I ventitrè giorni della città di Alba, La malora racconta, con un tono ruvido che nulla concede alla retorica e al sentimento, la vicenda carica di destino del giovane Agostino che, morto il padre, va a servizio in un’altra cascina. Una storia elementare di fatica e di silenzi, di dolore e di violenza che ci riporta al dramma della miseria contadina delle Langhe e che trova il suo linguaggio nello stile scarno e partecipe di Fenoglio, lo stesso stile antiretorico e «barbarico» che procurò allo scrittore l’accusa di aver tradito i valori della Resistenza. Proprio questa asprezza e la continua invenzione linguistica fanno di Fenoglio uno dei massimi scrittori italiani del Novecento. Con La strada e i paracarri di Paolo Di Paolo, una nota bibliografica e la cronologia della vita e delle opere.
Chi sono gli ebrei? Che cos’è l’ebraismo? Per rispondere a queste e ad altre domande, due figure d’eccezione si intrattengono in un dialogo genuino e non di maniera. Da un lato Riccardo Calimani, saggista e studioso, certamente un ebreo “laico”; dall’altra Riccardo Di Segni, il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma. Entrambi, oltre alla conoscenza dell’ebraismo, portano con sé altri saperi. Calimani ha una laurea in ingegneria e in filosofia della scienza. Il rabbino Di Segni è anche un medico radiologo che ha esercitato a lungo. Forse anche grazie a questa molteplicità di saperi, i due autori, amici da sempre, riescono a comunicare la natura dell’ebraismo attraverso le molte sfumature e differenze dei punti di vista. Un libro necessario, se è vero che parte della malapianta dell’antisemitismo molto deve all’ignoranza.
La prima metà del Novecento può essere senza dubbio considerata l’età d’oro della fisica. Proprio in quegli anni Marie Curie, Max Planck, Niels Bohr, Werner Heisenberg, Erwin Schrödinger e Albert Einstein non soltanto hanno rivoluzionato la scienza, ma hanno letteralmente reinventato la realtà, abbattendo vecchie e solide convinzioni, e hanno cambiato per sempre il nostro modo di pensare e il mondo intero. In queste pagine, l’intento di Tobias Hürter non è però quello di spiegare la meccanica quantistica o la teoria della relatività, quanto piuttosto di ricostruire le vite travolgenti di questi grandi geni. Basandosi su diari, lettere e autobiografie, traccia profili inediti, delineando la personalità dei protagonisti e svelandone i tratti meravigliosamente o banalmente umani. Oltre a essere formidabili scienziati, infatti, erano anche avventurieri, intellettuali, dandy o, per usare una terminologia moderna, «nerd», legati da profonde amicizie e rancorose inimicizie. Così, accanto al racconto dei pionieristici lavori di Einstein, all’epoca un semplice impiegato dell’Ufficio brevetti di Berna, o degli esperimenti di Marie e Pierre Curie sulla radioattività, trovano posto innumerevoli scorci di vita privata. Ma il vero merito dell’autore è di aver saputo intrecciare queste biografie con il corso della Storia. La prima guerra mondiale, la fame, la pandemia, l’antisemitismo, l’inflazione, il nazionalsocialismo. Dall’avvento di Hitler, poi, ognuno ha dovuto trovare la propria strada, Einstein come un celebre esule, Planck come un poco convinto opportunista, Heisenberg come il pioniere della bomba atomica tedesca. Con una scrittura coinvolgente, il libro di Hürter è un patrimonio di storie straordinarie, capace di allargare lo sguardo sulle ricerche che hanno impresso una svolta inattesa alla scienza, creando un nuovo mondo fisico che a tutt’oggi non è stato ancora compreso fino in fondo.
John Ronald Reuel Tolkien ha scritto nel corso della vita molti racconti e versi che arricchiscono la mitologia e le storie della Terra di Mezzo. Dopo la sua scomparsa il figlio Christopher ha seguito con cura la pubblicazione di questo tesoro, portando alla luce nuovi personaggi, episodi epici e luoghi incantati. “I Lai del Beleriand” costituiscono il terzo atto della monumentale serie della “Storia della Terra di Mezzo”. Guidati come sempre dalla preziosa penna di Christopher, i lettori avranno un accesso privilegiato a due dei racconti in versi più affascinanti creati da Tolkien. Il primo dei poemi è “Il Lai dei figli di Húrin”, sulle vicende di Túrin Turambar, e il secondo è “Il Lai di Leithian”, sulla storia di Beren e Lúthien, la cerca del Silmaril e l’incontro con Morgoth. Arricchiscono il volume altri tre poemi incompiuti e un commento di C. S. Lewis, che lesse i versi nel 1929. I testi scritti da Tolkien negli anni Venti forniscono un necessario approfondimento alle leggende di Arda. In essi è possibile ritrovare la sperimentazione linguistica e la fantasia tolkieniana in tutto il loro splendore.
Pompei, 35 d.C. Servilia, una schiava intelligente e dal cuore gentile, vede le sue speranze di libertà andare distrutte dopo che la sua amata padrona, Augusta, muore prima di avere la possibilità di liberarla. La figlia di Augusta, Catula, non potrebbe essere più diversa dalla madre: è lunatica, violenta, dispotica e sembra davvero intenzionata a rendere la vita di Servilia un inferno. La sola possibilità di salvezza potrebbe essere Rufinus, fratello di Catula e legittimo erede del patrimonio lasciato da Augusta, ma da anni vive in terre lontane. Nel tentativo di richiamarlo a Pompei, le vicissitudini che Servilia si troverà ad affrontare cambieranno la sua vita per sempre.
“Sul nazionalsocialismo è stata pubblicata una mole sterminata di studi. Raramente però capita di imbattersi in qualcosa che riesca ad andare al di là delle letture ideologizzate, che riesca a discernere la realtà dei fatti, e soprattutto la vera natura delle idee di questo movimento politico, dalle cristallizzazioni e dalle stereotipie che la sudditanza alle volontà politiche del vincitore angloamericano ha comportato. La demonizzazione e la reductio ad hitlerum fanno allora sempre capolino, impedendo una comprensione che invece, a distanza di quasi un secolo, sarebbe oggi necessaria. Senza ovviamente cadere, d’altra parte, nella apologia, Simonetti ricostruisce la genesi culturale e sociale del nazionalsocialismo partendo dal pensiero di J. G. Fichte, per rivolgersi all’analisi del mondo tipicamente tedesco del romanticismo e dell’idealismo, e giungere poi ad illustrare le effettive scelte e realizzazioni politiche di questo totalitarismo novecentesco. Grande spazio viene riservato in questo testo all’analisi di documenti originali, alla critica degli scritti hitleriani, alle conseguenti scelte in campo economico, sociale, geopolitico e giuridico.”
Nella grande casa spenta in cima alla collina, vive sempre sola una bambina… Si chiama Eva, ha dieci anni, e con lei ci sono soltanto una governante e una ragazza finlandese au pair, Maja Salo. Dei genitori nessuna traccia. È proprio Maja a cercare disperatamente l’aiuto di Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, l’addormentatore di bambini. Da qualche tempo Eva non è più davvero sola. Con lei c’è un amichetto immaginario, senza nome e senza volto. E a causa di questa presenza, forse Eva è in pericolo. Ma la reputazione di Pietro Gerber è in rovina e, per certi versi, lo è lui stesso. Confuso e incerto sul proprio destino, Pietro accetta, pur con mille riserve, di confrontarsi con Eva. O meglio, con il suo amico immaginario. È in quel momento che si spalanca una porta invisibile davanti a lui. La voce del bambino perduto che parla attraverso Eva, quando lei è sotto ipnosi, non gli è sconosciuta.
E, soprattutto, quella voce conosce Pietro. Conosce il suo passato, e sembra possedere una verità rimasta celata troppo a lungo su qualcosa che è avvenuto in una calda estate di quando lui era un bambino.
Perché a undici anni Pietro Gerber è morto.
E il misterioso fatto accaduto dopo la sua morte ancora lo tormenta.
Stato Libero del Congo, 1894. Lo chiamano il Regno delle Ossa. Per la tribù che abita in quelle terre, è un luogo maledetto, in cui nessuno osa avventurarsi. Eppure è proprio da lì che arriva la moneta appesa al collo del loro sciamano, una moneta d’oro purissimo, che porta l’effige del leggendario Prete Gianni. Attratto da quell’infinita ricchezza ammantata da secoli di superstizioni, il capitano Deprez parte alla sua ricerca. Non farà mai ritorno. Repubblica Democratica del Congo, oggi. È una situazione inspiegabile quella che si trova ad affrontare un’équipe di Medici Senza Frontiere, arrivata in soccorso di un villaggio devastato da un’inondazione: nel giro di pochi giorni, sempre più persone si accasciano a terra, inermi, in uno stato semi catatonico. Di contro, gli animali che popolano la giungla circostante sembrano essere più intelligenti e feroci del normale. Persino le piante sono insolitamente rigogliose… Come se fosse la Natura a ribellarsi, a voler riprendere il controllo. Washington, oggi. All’interno della Sigma Force, alcuni tra i più brillanti scienziati del mondo dispongono di risorse pressoché illimitate. Eppure nemmeno loro sono stati in grado d’individuare la causa del male che dal Congo si sta espandendo nel resto dell’Africa, annichilendo gli esseri umani e rinvigorendo piante e animali. L’unica speranza potrebbero essere alcune testimonianze risalenti alla fine del XIX secolo, che alludono non solo a una malattia simile, ma anche a una cura. A Gray Pierce e ai suoi compagni non resta quindi che inoltrarsi nel cuore della giungla, seguendo le tracce di un segreto antico come la vita stessa, più prezioso di qualsiasi tesoro. E più devastante di qualsiasi arma mai concepita…
Fuoco e sangue, il motto di Casa Targaryen, è un sigillo di potere, e una terribile condanna. Cavalcare i draghi conferisce una forza travolgente, che tuttavia può divorare se stessa. Questa storia visiva, con oltre 150 nuove illustrazioni a colori, è un’introduzione a Casa Targaryen, l’iconica famiglia al centro della serie prequel di Game of Thrones, House of the Dragon. Ripercorrendo le vicende contenute nel volume Fuoco e sangue, George R.R. Martin narra l’ascesa del dominio Targaryen: dalla sanguinosa conquista di Westeros a opera di Aegon I e delle sue sorelle ai matrimoni incestuosi e ai contrasti con il Credo o le casate nobiliari; dai fasti di Jaehaerys e Alysanne alla sadica ferocia di Maegor il Crudele. Pestilenze, complotti, nozze, razzie, tornei e banchetti si alternano con ritmo incalzante, accompagnando il lettore nei costumi di Westeros. Il tutto converge inesorabile verso la Danza dei Draghi, lo spaventoso scontro fratricida all’interno della stessa famiglia reale per la successione al trono, nel quale draghi danzeranno in cielo, lottando contro altri draghi..
Nel 1944 un anonimo antifascista pubblicò un opuscolo il cui primo capitolo si intitolava “Il fascismo non è mai esistito”. Cinquant’anni dopo un illustre intellettuale antifascista dichiarò: «Il fascismo è eterno». La storia del fascismo è stata spesso raccontata per sostenere o confutare una teoria. Questa “Storia del fascismo” non presuppone né propone una teoria. Racconta i fatti accaduti, come è stato possibile conoscerli attraverso i documenti. Essendo storia e non cronaca, l’autore ha dato risalto a persone, momenti, condizioni, eventi che maggiormente contribuirono a trasformare il minuscolo movimento del 1919 in un regime totalitario nel 1926, con tutto quello che ne è seguito nei successivi diciannove anni. Dall’inizio alla fine, il fascismo ebbe un solo capo, ma questo libro mostra che non fu Mussolini a generare il fascismo, ma fu il fascismo a generare il duce. Nel corso della sua parabola, il fascismo visse varie metamorfosi, ma la “Storia del fascismo” mostra che i suoi caratteri essenziali e indelebili ebbero origine non dal minuscolo fascismo mussoliniano del 1919 ma dal fascismo che nel 1920 iniziò la guerra civile squadrista e la proseguì, diventando un partito di massa, fino alla conquista del potere, per istituzionalizzarla nel regime totalitario e riprenderla nell’ultimo momento dell’agonia. Nel raccontare la storia del fascismo, Emilio Gentile non ha seguito il copione del postero, che sa già come è andata a finire. Il caso, l’imprevisto, la scelta, l’iniziativa, fanno parte di questa nuova “Storia del fascismo”, come fecero parte del fascismo durante la sua storia. Che era storia nuova, senza copione, anche per i suoi protagonisti.
Mila e Jack si conoscono fin da ragazzini, quando passavano le estati presso le rispettive nonne a Lungamira, cittadina di mare sulla costa adriatica.
Per anni le loro frequentazioni si sono alternate a cicliche separazioni, nutrite da un’intensa corrispondenza tra l’Italia e l’Inghilterra. Fedeli a un patto di sincerità assoluta, Mila e Jack sperimentano cambiamenti di luoghi e rapporti, ma continuano a coltivare la loro amicizia febbrile, che sembra fermarsi appena al di qua di una storia d’amore. Finché Jack sparisce nel nulla, per sette lunghi anni. Poi a sorpresa riappare, in una veste inattesa.
Con questa sua ventiduesima opera, Andrea De Carlo torna ai temi più cari ai suoi lettori, l’amicizia e l’amore, a cui imprevedibilmente ne mescola un terzo, la religione. Io, Jack e Dio racconta di un legame necessario e insostituibile, di una ricerca spirituale senza compromessi, e dei sentimenti complicati e contraddittori tra un uomo e una donna che non possono fare a meno uno dell’altra.
Nel 1517, Caterina Parr ha soltanto cinque anni quando suo padre muore, vittima della malattia del sudore, un misterioso morbo che imperversa in Inghilterra e in altre città dell’Europa del nord. La madre, Maud Green, dama di compagnia della regina Caterina d’Aragona, appartenente a una famiglia in odore di tradimento, non trova altro modo di reagire all’infausto evento che cercare di procurare una buona sistemazione matrimoniale ai figli. A sedici anni, Caterina, adolescente dotata di straordinaria personalità e scarsissima dote, fasciata in un abito verde che ne mette in risalto i capelli e la figura snella, si ritrova al cospetto di Edward Burgh di Gainsborough. Nel 1529, corona gli sforzi di sua madre. Sposa Edward, soggiorna a Gainsborough fino al 1530 e poi nel maniero concesso alla coppia a Kirton-in-Lindsey. Giovane dalla salute cagionevole, Edward, però, muore di lí a poco, appena venticinquenne, e Caterina si ritrova vedova nel fiore degli anni. Trentenne, dopo che i lutti non hanno mai smesso di funestare la sua vita, viene notata da re Enrico VIII, che ha appena fatto decapitare la sua tanto amata quanto fedifraga ultima moglie.
Il cuore di Caterina batte però per un uomo appena conosciuto: Thomas Seymour, fratello di Jane, terza moglie di Enrico VIII, un giovane noto a corte per la sua eleganza e avvenenza e per aver già fatto palpitare il cuore di numerose donne. Quando, però, Thomas Seymour viene inviato all’estero e la corte del re, attraverso lusinghe e sfarzosi regali, si fa pressante, Caterina non può fare altro che cedere. Sposa Enrico VIII e si consegna a un’esistenza irta di ostacoli e di timori, considerata la sorte della lunga teoria di donne che l’hanno preceduta. Alla morte del re, mentre i nemici le si stringono attorno, dovrà badare a non fare parola dei segreti che potrebbero condurla al patibolo…
Con Caterina Parr. L’ultima moglie Alison Weir traccia il ritratto di una donna che non si piega sotto i colpi che le riserva il destino e conclude magnificamente una serie celebrata per accuratezza storica e impeccabile forza narrativa.
A Bournville, un sobborgo di Birmingham dove ha sede una famosa fabbrica di cioccolato, l’undicenne Mary e la sua famiglia celebrano il Giorno della vittoria sul nazifascismo. Ascoltano con attenzione la voce di Winston Churchill alla radio che annuncia la fine delle ostilità. Mary avrà figli, nipoti e pronipoti, sarà testimone di un’incoronazione, quella di Elisabetta II, dell’indimenticabile finale della Coppa del Mondo del 1966, di un matrimonio da favola e di un funerale reale, quelli della principessa Diana, della Brexit e infine del Covid. Settantacinque anni di profondi cambiamenti sociali che hanno trasformato la famiglia di Mary e tutto il paese. Divertente ed emozionante, Bournville è la storia di una donna, della passione di un paese per il cioccolato e della Gran Bretagna.
Scrittore, giornalista e corrispondente di guerra, Stephen Crane sembra davvero il protagonista di un romanzo. Povero e tormentato dai debiti, muore giovanissimo, ma fa in tempo a vivere situazioni estreme – perseguitato dalla polizia di New York, scampato a un naufragio al largo della Florida, accoltellato per errore a Cuba – e a scrivere testi straordinari. Citando da lettere e testimonianze, leggendo con cura appassionata i suoi lavori, Paul Auster ne ricostruisce la vita e le opere in un libro coinvolgente, che agli ammiratori confermerà il mito e agli altri svelerà uno dei segreti meglio custoditi della letteratura americana. Stephen Crane, autore del Segno rosso del coraggio, ha vissuto una vita breve ma intensa. Nato nel 1871 in una famiglia molto religiosa, perde il padre da bambino e cresce spostandosi da un luogo all’altro, un nomadismo che conserverà da adulto e che lo porterà in giro per gli Stati Uniti e per il mondo. A vent’anni, dopo aver abbandonato il college, si trasferisce a New York e comincia a muovere i primi passi come giornalista e scrittore. Affascinato dai luoghi malfamati e dalle persone tormentate che li frequentano, conduce un’esistenza bohémien dividendo l’alloggio con altri artisti e ritrovandosi spesso a saltare i pasti e a dormire su una cassa portacarbone. I soldi sono un cruccio costante, ma per un salto in uno dei tanti bordelli della città ne ha sempre abbastanza. Difendendo una prostituta, finisce per mettersi in grossi guai con la polizia, al punto da trovarsi costretto a lasciare New York in tutta fretta. Poco male, però. Altre avventure lo attendono, in particolare come corrispondente di guerra in Grecia, a Cuba e a Portorico. Intanto, nel 1897, si trasferisce in Inghilterra (in una casa che ovviamente non si può permettere) e lì stringe amicizia con scrittori del calibro di Joseph Conrad e Henry James. Ma chi ha dentro un fuoco spesso brucia in fretta. Crane non fa eccezione. Da sempre magro e giallognolo, si spegne a ventotto anni in un sanatorio della Foresta nera. Al suo fianco fino all’ultimo faticoso respiro c’è Cora, l’ex proprietaria di un bordello che, pur non avendo mai divorziato dal secondo marito, per un lustro è stata la sua fedele compagna di follie. Partendo dalla grande ammirazione per il Crane scrittore, Paul Auster ne ricostruisce con cura e sensibilità la vita da spirito libero e l’opera originale, così avanti rispetto ai tempi da essere stata spesso oggetto di feroci critiche.
Carlo I, noto con l’appellativo di «Magno», è stato senz’altro una delle figure più straordinarie che abbiano mai governato un vasto impero europeo. Proclamatosi consapevolmente non solo «re dei Franchi», ma nuovo «imperatore» del Sacro Romano Impero, fu un uomo capace di imprese eccezionali. Per i successori e posteri non è stato facile raccoglierne l’eredità, nel corso dei secoli più volte reinterpretata, copiata, sovvertita. La sua figura è stata celebrata anche in tempi moderni da sovrani e ideologi, come il Kaiser Guglielmo II e Adolf Hitler, e dopo la seconda guerra mondiale è stata reinventata come icona dell’attuale Europa. Ma dietro al mito c’è una vita e un uomo, che oggi Janet L. Nelson, studiosa dell’età medievale, dopo un attento lavoro sulle fonti riporta alla luce. Accostandosi a questo personaggio da angolature inconsuete e seguendone l’intero percorso di vita fin dalla prima infanzia, l’autrice lascia che a parlare siano i documenti coevi – testimonianze di contemporanei che ci consentono di avanzare ipotesi sulle sue opinioni e motivazioni – e gli stessi diplomi reali, fonti insospettabili di simboli e metafore che possono essere decifrati. L’accuratezza delle ricerche, che non tralascia la vasta produzione storiografica esistente, svela il ritratto di un governante spinto da un’energia fisica fuori dal comune e da una formidabile curiosità intellettuale, una personalità complessa, «un signore della guerra, un uomo di pace e un giudice» che promise «per ciascuno la legge e la giustizia», un difensore della Chiesa romana, ma soprattutto un uomo in carne e ossa, che ebbe numerose mogli e concubine, e generò almeno diciannove figli, uno dei quali complottò persino per ucciderlo. Il libro di Janet L. Nelson raccoglie tutto ciò che sappiamo su Carlo Magno e riesce in modo incomparabile a creare un senso di affinità e vicinanza con un personaggio storico le cui gesta non saranno mai dimenticate.
Chi di noi non si è mai perso a guardare il mondo fuori da una finestra? A tutti è successo almeno una volta, anche a tantissimi artisti e pittori che hanno trasformato quelle visioni in meravigliosi dipinti e creazioni. Opere che per la prima volta vengono raccolte in questo libro da Emanuela Pulvirenti – architetto, esperta di illuminotecnica, insegnante di storia dell’arte e fondatrice di Didatticarte, uno dei siti di divulgazione artistica più seguiti e amati in Italia. Dagli affreschi classici di Pompei ai maestri rinascimentali, dalle tele seicentesche al romanticismo, dalle avanguardie del ’900 all’arte contemporanea, pagina dopo pagina prende forma un caleidoscopio di finestre silenziose e abitate, reali e immaginarie, intime e giocose, aperte verso un paesaggio o racchiuse su scene sacre o di vita quotidiana. Come se fossimo in una mostra, l’autrice attraversa le epoche e ci accompagna tra i dipinti di grandi artisti come Leonardo, Tiziano, Vermeer, Friedrich, Monet, Magritte, Hopper, Van Gogh, Chagall e molti altri, svelandoci dettagli, retroscena, tecniche, curiosità, storie e aneddoti nascosti dietro le opere. Un itinerario sorprendente tra celebri capolavori e rarità da scoprire, un libro in cui immergersi con gli occhi e la fantasia per godere la meraviglia dell’arte, e del mondo, appoggiati al davanzale di una finestra.
«Un giorno all’anno si dovrebbe immaginare / la morte chiusa in una scatoletta bianca. / A nessuna illusione si dovrebbe rinunciare, / nessuno morrebbe per quattro dollari in banca. // (…) Nessuno vien bruciato all’improvviso / e nessuno per strada ha da crepare. / Certo, è menzogna, son del vostro avviso. / Dico soltanto: Possiamo immaginare.» Stig Dagerman espresse anche in versi la vicinanza agli ultimi e l’umanesimo dolente che in una continua tensione tra speranza e disincanto attraversano la sua multiforme opera in prosa. Negli anni 1944-47 e 1950-54, fino al giorno prima di morire, scrisse per il giornale anarchico Arbetaren oltre 1300 dagsedlar, poesie satiriche a commento della cronaca politica e sociale che con il loro tono diretto contribuirono a fare di Dagerman un riferimento identitario per i giovani libertari della sua generazione. Il metro è per lo più tradizionale, quasi da filastrocca, ma la giocosità della rima e del ritmo potenzia per contrasto la durezza dei contenuti: gli accordi della «democratica» Svezia con la Spagna di Franco, i senzatetto di Stoccolma lasciati al freddo, i bambini armati per combattere le guerre dei grandi. Ai brevi componimenti di denuncia, questo volume affianca una scelta di versi in cui la forma irregolare insieme alla riflessione sulla condizione umana, pur sempre intrecciata all’impegno politico, avvicina l’autore alle avanguardie internazionali e ben accoglie simboli e metafore della sua narrativa. Una lettura toccante che aggiunge un tassello significativo al ritratto di uno sperimentatore instancabile al quale ancora oggi s’ispirano scrittori, giornalisti e musicisti di tutta Europa.
È da oltre tremila anni che in Europa, così come in Persia e in India, si parlano lingue indoeuropee. Ma quali sono le origini di questa importantissima e affascinante famiglia linguistica? E come ha fatto a diffondersi così rapidamente? Il celebre studioso Harald Haarmann offre qui un’accurata panoramica sullo stato attuale delle nostre conoscenze relative all’origine delle lingue e delle culture indoeuropee, mettendo in relazione i lasciti linguistici con i ritrovamenti archeologici e le più recenti ricerche sulla genetica umana e sulla storia del clima. In modo chiaro e coinvolgente l’autore illustra i sistemi economici, le forme sociali e le idee religiose comuni ai primi parlanti delle lingue indoeuropee dal Mediterraneo orientale fino alle rive dell’Indo. Particolare attenzione è dedicata ai percorsi migratori e ai processi di fusione con le civiltà preindoeuropee, senza le quali non si possono capire gli sviluppi culturali successivi.
Il risultato è un quadro caleidoscopico di questa misteriosa protolingua e dell’arcaica «globalizzazione indoeuropea», dai nomadi della steppa neolitica fino alle civiltà avanzate in Grecia, Asia Minore, Persia e India. Uno studio imprescindibile che getta nuova luce sulle nostre origini e riflette sulle possibili traiettorie dell’umanità.
Atene non è una città come le altre. Fin dall’antichità è stata trasfigurata in un mondo ideale, elevata a luogo dello spirito, e poi celebrata come la culla della democrazia, della filosofia, del teatro. È lo scenario di una mitologia enigmatica: la sfida divina fra Atena e Posidone, le imprese fiabesche del giovane Teseo, il processo che le demoniache Erinni intentano al matricida Oreste, l’oscura leggenda del re-serpente Cecrope, la sinistra vicenda della vergine impiccata Erigone. Due millenni e mezzo fa nell’Agorà di Atene s’incontravano Pericle e Socrate, Fidia e Platone. Poi, agli splendori dell’età classica, seguirono i secoli di Roma e di Bisanzio, dei duchi fiorentini e dei sultani turchi. Ma il nome di Atene rimase sempre inciso nella leggenda. Fu così per Heinrich Schliemann, lo scopritore di Troia, che vi costruì la sua casa e la sua tomba; per Mark Twain, che scalava di notte l’Acropoli per ammirare il Partenone sotto la luce della luna; per Isadora Duncan, che danzava in estasi nel Teatro di Dioniso. Atene è la realtà e l’ideale, il tumulto delle strade e la forza della poesia, la drammaticità della storia e l’incanto della bellezza. Giorgio Ieranò racconta la millenaria avventura della città attraverso alcuni luoghi simbolo. Invita a guardare da prospettive inconsuete i monumenti più noti, ma guida anche alla scoperta di siti meno celebrati: l’antico cimitero del Ceramico, dove Pericle pronunciò il suo discorso per i caduti in guerra, o gli angoli più nascosti della Plaka, con le sue chiese bizantine e i suoi palazzi neoclassici. Un libro per chi vuole andare oltre la Grecia da cartolina: un arabesco di narrazioni storiche e mitologiche che delinea il ritratto di una città impareggiabile.
Nel novembre 1519, Hernán Cortés percorse un’erta strada che conduceva alla capitale del regno azteco e si trovò faccia a faccia con Montezuma. Questa storia – e la storia di ciò che accadde in seguito – è stata raccontata molte volte, ma sempre secondo la narrazione degli spagnoli. Dopotutto, come ci è stato insegnato, erano gli europei a tenere la penna in mano. Ma i nativi americani furono incuriositi dall’alfabeto latino e, all’insaputa dei nuovi arrivati, lo usarono per scrivere storie dettagliate nella loro lingua, il nahuatl. Fino a tempi recenti, queste fonti sono rimaste nell’ombra, solo parzialmente tradotte e raramente consultate dagli studiosi. Per la prima volta, ne “Il quinto sole”, la storia degli Aztechi viene proposta in tutta la sua complessità basandosi unicamente su testi scritti dagli stessi indigeni. Camilla Townsend offre al lettore una rappresentazione umanizzata dei nativi messicani, ben lontana da quella esotica e sanguinaria degli stereotipi europei. La conquista non fu dunque né un momento apocalittico, né una storia di origini, da cui infine nacquero i messicani. Il popolo mexica aveva una storia tutta sua molto prima dell’arrivo degli europei e non capitolò in tutto e per tutto davanti alla cultura e alla colonizzazione spagnola; viceversa, riallineò la propria lealtà politica, accettò nuovi obblighi, adottò le nuove tecnologie e resistette. Un’appassionante storia degli Aztechi che esplora le vicissitudini di un popolo un tempo potente, che dovette affrontare il trauma della conquista cercando un modo per sopravvivere.
Il nuovo romanzo di Rebecca Kauffman ruota attorno alle vicende di una famiglia della Virginia, gli Shaw, fra gli inizi del Novecento e la fine degli anni Cinquanta, seguendo i sette fratelli e sorelle e il modo in cui si riverbera nelle loro vite il trauma della morte prematura della madre, avvenuta in circostanze poco chiare. In una serie di capitoli che vanno avanti e indietro nel tempo illuminando ciascuno un piccolo evento carico di suggestioni, l’autrice ricama con sapienza la rete di rapporti, ricordi, incomprensioni e segreti che lega i personaggi: chi rimane nella casa paterna e chi ne fugge, chi trova l’amore e chi combatte una dipendenza, chi prova a dimenticare e chi cerca incessantemente risposte; sullo sfondo, la Grande Depressione, la seconda guerra mondiale, gli albori della controcultura.
Tra strade immerse nella nebbia ed esclusivi club per gentiluomini, un omicida si aggira nella misteriosa Londra degli anni Trenta per vendicare un crimine a lungo impunito. Un enigma che coinvolge un ricco egiziano scomparso e una via, Ruination Street, che non compare in nessuna mappa della città… Un delitto impossibile dalla soluzione strabiliante per l’ispettore Bencolin e il suo giovane aiutante. Nella stessa collana: L’assassinio di Lady Gregor di A. Wynne; Delitto in Cornovaglia di J. Bude; Intrigo a Londra di M. Kelly; Ritratto di un assassino di A. Meredith; Assassinio al British Museum di J. Rowland; Omicidio nel lake district di J. Bude; Giallo sulle Alpi di C. Carnac.
Dalle steppe dell’Ucraina al Sacco di Roma, hanno segnato la storia d’Europa, rappresentando per l’Impero una grande minaccia e un’opportunità di rinnovamento. Nel suo nuovo libro, Marco Cappelli racconta l’avventurosa e affascinante storia dei Visigoti, un popolo uscito dalle brume del nord, scacciato dalle sue case dalla violenza degli Unni e costretto a migrare nell’Impero romano. Siamo abituati a leggere la storia dalla parte di Roma; qui per la prima volta il punto di vista è quello del popolo barbaro: dei suoi costumi, delle sue leggende, della sua cultura. Una storia affollata di protagonisti indimenticabili, dal «Piccolo lupo» che convertì i Goti al Cristianesimo, a Fritigern, prima alleato e poi nemesi dei Romani a Adrianopoli, per arrivare al loro grande capo, Alarico, che li porterà quasi per sbaglio a saccheggiare Roma. Quarant’anni di migrazioni all’interno dell’Impero trasformeranno i Goti: sempre sul filo del rasoio, finiranno per assomigliare ai loro vicini Romani, sviluppando al contempo una nuova civiltà romano-germanica. Un destino di grandezza sembra attenderli, ma un nuovo popolo si affaccerà alla storia con prepotenza per contenderne lo scettro.
Guido Crainz è nato a Udine ed è docente di Storia contemporanea all’Università di Teramo. È commentatore del quotidiano «la Repubblica». Per Donzelli ha pubblicato: Padania. Il mondo dei braccianti dall’Ottocento alla fuga dalle campagne; Storia del miracolo italiano; Il paese mancato; Il dolore e l’esilio. L’Istria e le memorie divise d’Europa; L’ombra della guerra. Il 1945, l’Italia; Autobiografia di una Repubblica. Le radici dell’Italia attuale; Il paese reale. Dall’assassinio di Moro all’Italia di oggi; Diario di un naufragio. Italia, 2003-2013; Aggiornare la Costituzione; Il sessantotto sequestrato. Per Feltrinelli ha pubblicato: Autobiografia di una repubblica. Le radici dell’Italia…
Cuba, metà del XIX secolo. Una grande nave raggiunge la spiaggia di Jibacoa. La stiva non contiene merci, ma qualcosa di ben più prezioso, e al tempo stesso assai più a buon mercato: persone. Donne. Schiave. Prelevate dai loro villaggi in Africa con l’inganno, sono uno dei beni più ricercati a Cuba. Nella schiera di ragazze sporche e denutrite c’è anche l’undicenne Kaweka, che finisce tra gli schiavi del potente marchese di Santadoma. Indomita e fiera, Kaweka sente dentro di sé il peso di un’ingiustizia che desidera ardentemente riparare. Col passare degli anni, la causa della liberazione del suo popolo diventa persino più importante dell’amore per Modesto, che ha conosciuto nella piantagione. Perché l’unica schiavitù a cui Kaweka è disposta a sottomettersi è la lotta per la libertà. E spinta dalla sua vocazione decide di fuggire, mentre all’orizzonte si addensa lo spettro della guerra di indipendenza di Cuba e delle prime rivolte degli schiavi… Madrid, oggi Lita ha una promettente carriera nella prestigiosa banca dei marchesi di Santadoma, i quali stanno cercando di mettere a punto una lucrosa vendita del proprio istituto a un gruppo finanziario americano. Ma Lita non è solo una giovane donna in carriera nel difficile mondo della finanza: è la figlia di una domestica di casa Santadoma, e nella lotta per farsi valere porta su di sé anche il peso del riscatto dalle umili origini e del colore della propria pelle. Un’inattesa visita a Cuba la avvicina non solo alle sue radici, ma anche a una sconvolgente rivelazione sulla storia della propria famiglia. Una rivelazione che la riconnette a un mondo potente e ancestrale, mentre affiorano verità sempre più inquietanti sull’origine dell’immensa fortuna dei marchesi… Un romanzo che attraverso i secoli e le generazioni racconta la straordinaria epopea di due donne coraggiose, legate dal sangue e da un ideale, alla ricerca di giustizia e libertà e disposte a combattere fino alla fine pur di ottenerle.
Ci rivediamo il prossimo mese con tutte le nuove uscite di Dicembre!