Non c’è che dire, questo romanzo è davvero fuori dal comune. L’ho preso in biblioteca incuriosita dal titolo evocativo e per la copertina invitante, infatti tendo a guardare con più interesse i libri nei quali trovo immagini di piante o rimandi al mondo antico e alla sue tradizioni, e devo ammettere che ho fatto bene! Nella quarta di copertina viene definito un romanzo storico, un thriller, una indagine sulla magia e un affresco epocale, in cui la protagonista Dora è alla ricerca delle proprie radici, in quanto ultima discendete di una linea di sangue molto particolare: un retaggio matriarcale di donne dalle doti straordinarie e controverse vissute nelle comunità che abitano i Carpazi Bianchi. L’autrice unisce con grande abilità fatti storici e invenzione, creando un affresco molto credibile e misterioso, in cui il lettore o la lettrice si butta a capo fitto nella speranza di scoprire chi siano queste affascinati donne, guaritrici, maghe, profetesse, e da dove derivi il loro potere.
“Nella ricerca delle fonti sono riuscita a risalire fino alla prima metà del VII secolo, dal che è deducibile che la tradizione delle dee di tramandarsi le conoscenze risale a un periodo ancora precedente. Su quando abbia avuto origine non possiamo che fare congetture. Quel che invece è evidente e provato è che il fenomeno si è protratto fino alla seconda metà del XX secolo. Al momento la forma autoctona della tradizione si trova in fase di decadimento. Riguardo alla finalità storica, anche in funzione delle fonti scritte e degli atti di archivio accessibili, ho scelto di delimitarla all’arco temporale che va dal 1630, anno in cui troviamo il primo accenno riguardo alle dee di Žítková ne Il libro del sangue della cittadina di Bojkiovice, all’anno 1925, che segna la fine dell’epoca principale della loro attività…”
Il confine tra ciò che è realtà storica e ciò che è fantasia della scrittrice Kateřina Tučková è impossibile da intuire, in questo sta il fascino del romanzo, strutturato attraverso la ricerca spasmodica della protagonista di ricostruire il suo passato e la consultazione di documenti, dove si raccontano le vicende delle dee e del tentativo (purtroppo riuscito) da parte del regime comunista di eliminarle perché ritenute pericolose.
Ormai, conosciamo bene la ciclicità di queste vicende, l’antica saggezza femminile nel curare e nel conoscere in modo intuitivo i segreti dell’universo sono da sempre stati oggetto di conflitti, persecuzioni, veri e propri atti contro l’umanità e nel romanzo se ne percepisce la drammaticità man mano che la storia prosegue. Queste donne sono realmente esistite? Probabile, perché in una nota alla fine del libro l’autrice ci fa intendere che la tradizione delle dee è viva e nel rispetto delle persone coinvolte ha modificato nomi e storia, eppure, l’ispirazione, il voler denunciare dei crimini, quello è certamente vero.
E’ davvero importante sapere se sono esistite o esistono donne così straordinarie? Per quanto mi riguarda sarebbe interessante scoprire cosa si nasconde in queste comunità ma ritengo sia molto più importante riconoscere che spesso l’essere umano si è macchiato di misfatti assai gravi, solo perché indotto dalle proprie arbitrarie credenze o perché spinti da superstizioni.
“Tra le eccezioni comparivano anche le donne di Žítková. Le loro sentenze riportavano elenchi di colpe per lo più astratte, concepite sicuramente dalla fantasia esacerbata degli accusatori, alimentata da ciò che si sapeva sulla loro arte. Dora l’aveva letta sui documenti, ma lo sapeva anche dalla sua esperienza personale. Le donne chiamate davanti al tribunale di Bojkovice, infatti, non erano accusate senza ragione. Se essere depositari di un sapere sconosciuto per i più costituiva una colpa, allora erano colpevoli.”
Al di là degli evidenti riferimenti politici che descrivono un passato terribile nella storia della Repubblica Ceca, l’autrice riesce a trasformare le vicende di una comunità nelle vicende di tutti, donando al romanzo un significato universale. Eventi che si pensa siano avvenuti in un lontano passato invece sono molto più vicini di quanto si creda, e non si esclude che possano accadere ancora. Anche se questo lo si definisce un romanzo ha tutte i requisiti per essere considerato un testo di cronaca, o meglio ancora un monito per le generazioni futuro, e affinché cose di questo genere non ricapitino più.
Se vi è piaciuta la recensione e l’approfondimento su questo bellissimo romanzo seguitemi nella mia rubrica Incontri con la storia, ogni martedì su Instagram!