É stato scritto più volte che Marcello Simoni è il vero erede di Umberto Eco. Sarà vero? Immagino che molte persone si siano poste la domanda, dopo aver letto il trafiletto dove veniva riportata questa affermazione così importante. Ebbene, dopo aver concluso la lettura di Morte nel chiostro la mia risposta è: sì. Decisamente sì. Non ho dubbi. L’immaginario di Simoni è un mondo complesso, strutturato, ricco di simbolismi e di rimandi a un passato vivido, lontano in quanto ambientazione, ma estremamente vicino per dinamicità e comunicazione. Il talento di Simoni non sta solo nella straordinaria capacità di raccontare le epoche passate in modo che siano fruibili per tutti, con una ricostruzione storica d’eccezione; il suo talento risiede anche nella freschezza con cui questo passato ci viene rappresentato. La sua è una narrativa storica che si adatta ai tempi che corrono, alle esigenze dei lettori e delle lettrici, che non dimentica mai il fine ultimo: intrattenere. Dimentichiamoci i mattoni storici, in cui l’autore scrive per alimentare il proprio ego; Marcello Simoni abbatte il muro di preconcetti che ancora (purtroppo) esiste verso il romanzo storico, e scandisce il tempo non con una linea temporale marcata, che ci appare come un confine invalicabile, ma crea un tempo narrativo circolare, in cui il passato che viene descritto si fonde con le sensibilità dei lettori e delle lettrici del presente.
L’ultimo romanzo pubblicato con La nave di Teseo non fa eccezioni. Anche questa avventura mozzafiato unisce un quadro storico realistico, plausibile e ricco di dettagli, con le avvincenti atmosfere del giallo e con un mistero da risolvere. Lo sguardo attento di Simoni ha colto le richieste del pubblico contemporaneo e ha deciso di rendere protagoniste le donne ambientando questa nuova storia in un monastero femminile del XII secolo. Tutte le donne del monastero incarnano delle personalità ben precise, che si rivelano durante l’indagine e non è difficile immaginarle avvolte nella bruma mentre si sussurrano dei segreti e sospettano l’una dell’altra. In un intreccio che non ci permette di scoprire l’arcano fino all’ultimo, assistiamo a una vicenda che ha forti legami con fatti realmente accaduti e ci coinvolge fino all’ultima pagina.
All’idea di restare sola dopo il tramonto in quel rifugio esposto all’umidità e al respiro del vento, Engilberta non poté fare a meno di stringersi nella tonaca. “E mentre ti trovavi qui sopra” continuò, “hai notato qualcosa nel corso della notte?” Nicodema tornò a scrutare il paesaggio. “Ogni notte porta con sé le sue particolari stranezze, ” ribatté, “molte delle quali, se si presta la dovuta attenzione, è possibile cogliere da quassù.” “Ma riguardo questa notte?” rimarcò la badessa, irritata. “La notte in cui è morta suor Agata?” “Molto dev’essere successo, ” rivelò la Civetta, col tono enigmatico di una profetessa. “Però c’era la bruma. Una bruma bassa, serpeggiante, dalla quale emergevano soltanto le chiome scure degli alberi.” Quindi, sporgendosi senza alcun timore verso il vuoto, indicò un punto in cui i nespoli confinavano con una distesa di querce e di castagni estesa fino ai dossi del fiume Padus. “Ecco, là!, disse risoluta. !I cavalli devono essersi fermati sotto quegli arbusti.”
Non è certo il primo libro che recensisco di Simoni, perciò ho già ampiamente spiegato perché è importante leggere la sua produzione letteraria. Tuttavia, ogni volta, ogni romanzo ci regala qualcosa di nuovo. Non è solo una conferma della sua bravura, è la testimonianza della sua crescita come scrittore e come uomo. Difficilmente lo si fa, ma se non avete ancora letto niente della sua produzione potreste proprio iniziare da quest’ultimo e poi andare a ritroso, pescando dalle serie di romanzi che lo hanno reso celebre. Vedrete l’evoluzione, le migliorie e gli obiettivi diversi. Questo romanzo mi è particolarmente caro perché tocca l’anima delle donne, le mette al centro, le spinge a fare cose estreme, riconoscendo in loro l’astuzia e l’intelligenza, valori inestimabili per sopravvivere allora e ancora necessari oggi.
Riferimenti di Marcello Simoni
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