Dopo la tranquillità di agosto, questo è il mese delle grandi aspettative e, in effetti, sono tantissimi i libri in uscita a settembre 2024. Qui ne ho scelti solo alcuni, quelli che mi sono sembrati i più interessanti e, soprattutto, non i soliti titoli social!
GUARDIAMOLI INSIEME!
Nell’afa dell’estate del 1943 e con Henry fuori città per degli incarichi militari, Clara Gamadge decide che una casetta isolata nei Berkshires è esattamente ciò di cui ha bisogno. L’ambiente è idilliaco: natura, tranquillità, un piccolo villaggio dove nulla sembra accadere. Se non fosse per una strana presenza, una donna con un cappello da sole che si aggira nei paraggi della proprietà. Clara non ci giurerebbe, ma le sembra quasi un fantasma. E in effetti, quando scopre che la dimora è stata teatro della tragica morte di una donna con un cappello da sole solo un anno prima, l’atmosfera si carica di un’ombra inquietante. La situazione diventa ancor più sinistra quando la proprietaria della casa in cui Clara alloggia, Miss Radford – nonché la sorella della defunta signora con il cappello da sole – viene trovata strangolata nel letto dove era convalescente, mentre Clara sonnecchia al suo fianco. L’unica testimone sembra essere proprio la sorella fantasma, che Clara sostiene di aver intravisto sulla soglia della camera. L’arrivo di Gamadge darà il via alle indagini, per tentare di sbrogliare la matassa di questo mistero a dir poco paranormale.
Proprio quando sembra rivestire i panni del teorico sottile e distaccato, Carrère ci trascina nel laboratorio da cui sono nati I baffi e L’Avversario, dove vite parallele e alternative sgretolano quella fragile costruzione che è la nostra identità. E ci svela che, dalle più innocenti rêverie retrospettive fino alle devianze che sogniamo o paventiamo, l’ucronia è sempre dentro di noi.
Nel romanzo di Sarban Il richiamo del corno, un ufficiale della Marina britannica sperimenta l’incubo di risvegliarsi in un mondo nazificato, dove i prigionieri-schiavi sono selvaggina per la caccia di un feroce sovrano: un’allarmante rappresentazione della storia come avrebbe potuto svolgersi – o ucronia, come l’ha definita nel 1876 Charles Renouvier. Che nasca dal rimpianto o dalla ribellione, da un credo filosofico-religioso o dall’attrazione per gli infiniti possibili, ogni opera ucronica è destinata a falcidiare certezze, a dinamitare la nostra visione del mondo, giacché insinua il dubbio che la storia sia un gigantesco trompel’œil e che anche la più confortante realtà possa di colpo vacillare, spalancando abissi angosciosi. A questo sovversivo genere letterario, cui lo lega una tenace passione, Emmanuel Carrère ha dedicato una seducente riflessione che, oltre a ripercorrerne le tappe salienti, ne addita le sconcertanti implicazioni: i regimi totalitari non hanno del resto adottato la tecnica ucronica per imporre una storia controfattuale?
Dalla Rivoluzione d’Ottobre al nuovo millennio: tre generazioni di donne, il racconto epico di un grande amore.
Rosie studia all’Università di Oxford e una volta al mese va a Londra a trovare la madre, una donna cupa, intristita, che si rifiuta di parlare del passato. Alla sua morte, Rosie si ritrova in possesso di una collezione di bambole e di un vecchio quaderno di fiabe scritte in un alfabeto di cui ha solo un vago ricordo; storie che l’accompagnano nella Russia del 1915, in un tempo lontano in cui già si respira il vento della rivoluzione. Un mondo avventuroso e romantico, colmo di violenza e tradimenti, che custodisce un grande amore, profondo e proibito, tra una nobildonna e un bolscevico. Rosie decide di accettare un lavoro di ricerca proprio a Mosca, sua città d’origine, dove intende scavare nei segreti della sua famiglia per scoprire cosa è realmente accaduto prima che lasciasse la Russia. Armata del quaderno come di una bussola che le indica la strada, ritroverà il filo di una matassa complessa e letteralmente costellata di colpi di scena. Quando ogni mistero sarà svelato e le memorie che si volevano seppellire verranno alla luce, allora la vita potrà riprendere il suo corso, con la consapevolezza che il nostro innato desiderio di appartenenza, se può condurre a verità dolorose, può anche aiutarci a perdonare. In fondo, se una storia è bella, se è capace di coinvolgere ed emozionare, noi vogliamo crederci.
Riportando “in vita” i luoghi e le atmosfere dell’Incubo di Hill House, il romanzo-culto di Shirley Jackson, Elizabeth Hand li proietta, in modo magnificamente originale, nel nostro presente, nelle nostre angosce e nelle nostre paure. Il risultato è una storia che “ipnotizza e fa venire i brividi”, come ha scritto il Publishers Weekly, ma che soprattutto illumina con singolare audacia le zone più oscure della nostra mente.
Per sessant’anni è rimasta disabitata, ma ora la villa sulla collina ha nuovi ospiti… ignari del loro destino. Che cosa c’è di meglio di una villa enorme, isolata e disabitata per mettere in scena un testo teatrale ispirato alla caccia alle streghe? È quello che pensa Holly, l’autrice, ed è quello che pensano anche gli attori che ha convocato lì per le prove e che adesso ne occupano, affascinati e incuriositi, le stanze cavernose, cariche di segni del tempo. Esaltata da quell’atmosfera irreale, Holly non bada all’inquietudine della sua ragazza, Nisa, che invece ha la netta sensazione che la casa emani un’energia minacciosa. E non cambia idea neppure quando una serie di strani avvenimenti coinvolgono tutti gli ospiti: voci misteriose – e maligne – sembrano riecheggiare nei corridoi, spifferi gelidi si alternano a folate caldissime, macchie rosse si allargano a dismisura, ombre dalle strane forme appaiono in giardino… Ma cosa sta succedendo davvero a Hill House? In una lotta violenta tra la razionalità e il terrore, mentre l’impossibile diventa sempre più reale e la realtà sembra scivolare via, un pensiero si fa strada in tutti gli abitanti della villa sulla collina: abbandonarla, tornare alla normalità, potrebbe rivelarsi impossibile…
In “Cinquecento anni di rabbia” Francesco Filippi discute una tesi affascinante: c’è uno stretto rapporto che intercorre tra le rivolte e i mezzi di comunicazione dal Cinquecento a oggi e senza dubbio quella a cui stiamo assistendo in questi anni è una rivoluzione, di cui noi siamo i protagonisti. Mai come ora abbiamo bisogno di fare un buon uso della storia per capire con maggiore profondità il mondo nel quale viviamo.
Nel Cinquecento, l’invenzione di Gutenberg – la stampa a caratteri mobili – fu il motore inconsapevole di una rivoluzione. La capillare diffusione di fogli stampati con la nuova tecnologia a basso prezzo portò chi non aveva mai avuto accesso al potere a prendere coscienza per la prima volta di istanze comuni. La rabbia sociale che ne esplose assunse una forma nuova e organizzata, da cui scaturì la Guerra dei contadini, alla fine repressa nel sangue nel 1525. Da allora il mondo non fu più come prima; da quel momento il potere iniziò a occuparsi dei mezzi di informazione per poterli imbrigliare e rendere innocui. Cinque secoli dopo – parliamo di noi –è accaduto qualcosa di molto simile. È il 6 gennaio 2021 quando il sogno della «più grande democrazia del mondo», incredibilmente, vacilla. Una folla inferocita, composta in maggioranza da uomini bianchi, dà l’assalto al Congresso degli Stati Uniti, a Capitol Hill. La rabbia popolare di quel giorno viene incanalata e organizzata dai social media. In entrambi i casi un nuovo mezzo di comunicazione, sfuggito ai filtri del potere, porta in superficie la rabbia di chi si sente escluso dalla narrazione dominante.
L’intera, stupefacente epopea della Franklin Search
All’inizio di agosto del 1845 le due poderose bombarde HMS Erebus e Terror imboccano il canale di Lancaster, nell’arcipelago artico, sotto il comando dell’anziano Sir John Franklin, incaricato di scoprire finalmente il passaggio a nord-ovest. Ma sulla faraonica spedizione e sui suoi centoventinove uomini calano subito il buio della notte polare, il silenzio sconfinato dei ghiacci. In Inghilterra ci si comincia a chiedere: che fine avranno mai fatto? Luigi Guarnieri ricostruisce l’intera, stupefacente epopea della Franklin Search, narrando centocinquant’anni di rocambolesche spedizioni di ricerca in una terra ostile, abitata da enigmatiche tribù di Inuit, e le gesta sovrumane di ufficiali intrepidi e megalomani, devoti e bevitori, coraggiosi al limite della follia, tutti mossi dalla smisurata ambizione di conquistare l’estremo Nord e di ritrovare il capitano Franklin e i suoi uomini. A metà Ottocento manca ormai poco alla definitiva scoperta del passaggio a nord-ovest, nelle acque ghiacciate dell’arcipelago artico. È per portare a compimento quest’ambiziosa missione che nel 1845 l’Ammiragliato britannico affida a Sir John Franklin il comando di due grandi navi, già utilizzate con successo nell’esplorazione dell’Antartide: l’HMS Erebus e l’HMS Terror. Partite nell’ottimismo generale, le due bombarde scompaiono presto nel nulla, in apparenza senza lasciare traccia. Si scatena allora una ricerca forsennata che andrà avanti per un secolo e mezzo, fino ai giorni nostri, per capire cosa sia successo alle navi, ai loro capitani John Franklin e Francis Crozier e agli uomini dei due equipaggi. Con l’accuratezza di una ricostruzione storica e la passione trascinante del racconto d’avventura, Luigi Guarnieri ripercorre qui l’intera vicenda: gli incessanti sforzi dell’indomabile Lady Jane Franklin per promuovere i soccorsi e ritrovare un marito che per decenni si ostinerà a ritenere vivo; le innumerevoli spedizioni che si spingono in mari sconosciuti su navi sempre a rischio di naufragare e di essere stritolate dai ghiacci, oppure intraprendono via terra viaggi interminabili e temerari in territori immensi e desolati; il ricorso alle moderne tecnologie, negli ultimi decenni, per esaminare scientificamente gli unici tre corpi mai ritrovati di membri della spedizione Franklin, sepolti su un’isola remota, e sondare i fondali marini alla ricerca dei relitti. Mentre i Kabloona – come gli Inuit chiamano i bianchi – si dibattono per scoprire la verità, i nativi, oltre a sapere molto meglio di loro come cacciare, vestirsi e in generale sopravvivere a quelle latitudini, possiedono in realtà anche la chiave per risolvere l’enigma delle navi scomparse. Mostrano a chi li interroga cucchiai d’argento e altri copiosi reperti della spedizione Franklin che hanno raccolto negli anni, raccontano agli stranieri quello che hanno visto coi loro occhi o hanno sentito raccontare da altri Inuit, ma il dialogo tra mondi diametralmente opposti è difficile, pieno di equivoci, sospetti e malintesi. Alla fine, però, sarà proprio questo incontro accidentato di culture tra loro aliene a fornire la pista giusta per ricostruire, almeno in parte, la sorte di Sir John Franklin, del capitano Francis Crozier e dei loro uomini.
L’impero di Aymnor vuole il dominio sul continente di Arhos, e Hiero Salehe lo sa bene perché anche le terre dei suoi avi sono state conquistate nel sangue. Rimasto l’ultimo della sua famiglia, ha un solo modo per assicurarsi un futuro tra le insidie della corte imperiale: brillare sul campo di battaglia come indiscusso campione dell’imperatore. Ma la marcia di conquista dell’impero è osteggiata dalla potente oligarchia di Midra, dove vive Aleonora Regi, spirito troppo libero per sopportare le costrizioni della società aristocratica in cui è cresciuta. Quando la guerra travolge i suoi affetti più cari, Aleonora metterà tutto in discussione pur di ritrovare chi ha perduto. E sulla sua strada troverà il campione di Aymnor. Uno scontro epico che cambierà il destino di un continente. Al centro, una storia d’amore e d’avventura alla scoperta di un potere antico. Dalla stessa autrice della saga di Hyperversum, il primo volume della nuova dilogia fantasy!
Un giallo storico di culto, che da quarant’anni affascina generazioni di lettori, di scrittori, di librai.
1870. Bologna è preda delle Balle, le libere associazioni di autodifesa e mutuo soccorso del popolo. Vivono ai margini e contro la legge, sono spesso delinquenziali. La più temuta e pericolosa è la Balla dalle scarpe di ferro: nata dopo l’Unità d’Italia, si è specializzata in furti e omicidi, molti dei quali concepiti e compiuti per fini politici. A riportare ordine in città, arriva dalla Sardegna il questore Felice Pinna, che mette su una squadra speciale: una rete di infiltrati nelle diverse Balle del territorio. Ma il suo piano è ostacolato da una violenza inaudita e da una serie di oscure manovre. Con la sua scrittura acuta e trascinante, Loriano Macchiavelli racconta un Regno d’Italia che tanto somiglia, per i suoi intrighi e le sue macchinazioni, al Paese che conosciamo.
Starr riporta alla luce, con una scrittura vivida e avvincente, a beneficio di un pubblico più ampio, le vite dei padri di quello che è stato in seguito definito il «rinascimento islamico», e lo fa raccontandoli prima di tutto come esseri umani, immersi nella carne e nel sangue del proprio tempo.
L’avventurosa ricostruzione della biografia intellettuale e soprattutto umana di due giganti del pensiero: Ibn Sina, noto come Avicenna, e Biruni. Due personalità poliedriche che hanno segnato le vicende culturali, politiche e non solo di un’èra troppo poco ricordata: l’illuminismo perduto del mondo arabo. Questa storia inizia agli albori dell’anno Mille, in una regione dell’Asia centrale oggi sul confine fra il Turkmenistan e l’Uzbekistan. Ed è la storia di Biruni e Avicenna, i due più luminosi e geniali protagonisti di una stagione intellettuale straordinariamente feconda e affascinante, sempre troppo poco indagata, se non da una ristretta cerchia di esperti. Una stagione la cui eredità ha segnato il dibattito filosofico e scientifico dei secoli successivi fino ai tempi presenti. Biruni, per lungo tempo chiamato il da Vinci dell’XI secolo, fu un pioniere degli studi trigonometrici, matematici e astronomici, e arrivò a formulare ipotesi che avrebbero in qualche modo influenzato Galileo, Newton e persino Einstein e la sua concezione della relatività. Avicenna si districò fra le scienze naturali e quelle filosofiche, riconfigurò la teoria della conoscenza aristotelica, concependo un posto per il divino al suo interno, ed è ancora adesso considerato da molti il padre della medicina moderna.
Un romanzo d’esordio che mescola atmosfere vittoriane e avventure alla Jules Verne, travolgente come un treno in corsa.
Pechino, 1899. Marija Petrovna sale sul vagone di prima classe del Transiberian Express, diretta a Mosca. Marija porta un nome che non è il suo. A bordo c’è anche Weiwei, nata sul treno e subito diventata orfana, trattenuta a bordo come portafortuna per volere dell’equipaggio che sa bene quanto sia pericoloso attraversare le Lande Desolate. Lei e i suoi compagni macchinisti, steward, camerieri parlano railhua, un misto di russo, cinese e inglese. A guidarli è il Capitano, imbarcatosi come clandestino da ragazzo, che ha fatto carriera fino ai massimi ranghi rivelando solo dopo la promozione di essere una donna. A bordo c’è anche Henry Grey, un naturalista malato che ha perso tutti i suoi reperti in un’inondazione. E c’è la terza classe, che pullula di avventurieri e disgraziati in cerca di riscatto. La maledizione delle Lande incombe su tutti loro: qualcosa di incontrollabile sale a bordo durante il viaggio e ne insidia il compimento.
Fra tutte le creature dell’universo, solo l’uomo, smarrendo la connessione con la natura e di conseguenza con se stesso, si è condannato a vivere in una società indifferente e competitiva, insensibile all’armonia della creazione: è questo uno dei pensieri principali dei Lakota Sioux. Alessandro Martire intraprende all’inizio degli anni Ottanta un viaggio in America del Nord: attraverso un percorso che, partendo dalla Riserva di Rosebud e da Buffalo Jump, passa per Bear Butte, le Badlands, Zuni Heaven e le Black Hills fino a Pipe Stone Quarry e a Mato Tipila (erroneamente definita “Torre del diavolo”), imparerà a vivere e a pensare come i nativi americani. Accompagnato da una guida d’eccezione, Nonna Leola One Feather, membro del Consiglio della società lakota femminile, l’autore scopre e fa scoprire ai lettori i segreti di una cultura che affonda le proprie radici nell’unione con la natura, nello spirito di fratellanza tra tutti gli esseri viventi e nell’importanza di prendersi il tempo giusto per ogni cosa. Come i nativi americani, anche noi dobbiamo imparare a non preoccuparci dello scorrere naturale delle ore e a restituire alla terra tutto ciò che abbiamo ricevuto ma che continuiamo a saccheggiare. Solo così saremo in grado di apprendere l’insegnamento più importante: ritrovare finalmente un equilibrio con tutte le forme della creazione. Perché, come insegna Leola, «il primo passo è imparare a donare».
Sangue salmastro è ricostruzione storica e romanzo d’avventura, storia d’amore e Bildungsroman che parla dei limiti del corpo, del genere e di quello che siamo e osiamo immaginare di diventare.
Cresciuta all’ombra del fratellastro morto di cui è costretta a portare il nome, Mary impara presto a mantenere il segreto rappresentato dal suo corpo. Quando l’Inghilterra entra in guerra, Mary vede nel conflitto una via di fuga da una sorte già segnata, e si arruola nella Royal Navy per conoscere il mondo e assaporare un po’ di libertà. L’ineludibile richiamo del mare sancisce il suo destino, e dopo essere stata fanciulla, ragazzo, marinaio, soldato e moglie, Mary potrà diventare chi è forse sempre stata: una pirata, parte della ciurma di Calico Jack Rackham e affiancata dalla temeraria Anne Bonny, di cui è amica e amante. Ispirato alla vera storia di Mary Read, Saltblood.
Come è nata Roma? Perché si è scelto di vivere proprio lì? Come si fa a trovare le tracce delle sue origini tra le molte stratificazioni che ha avuto nel tempo? Il libro parte dal più antico popolamento dell’Agro romano mezzo milione di anni fa, passando per le vicende dei primi agricoltori, fino alla concentrazione di genti attorno al guado sul Tevere e alla veloce crescita che le fece assumere le dimensioni di città, per arrestarsi proprio poco dopo la data mitica della fondazione, il 753 a.C. Fanno parte della trattazione la ricostruzione dei mutamenti del paesaggio a partire dal Pleistocene, una breve rassegna della fortuna del mito delle origini nell’arte, nella letteratura e nel cinema, una “guida” a musei e siti archeologici legati alle testimonianze del “prima” Roma.
In un viaggio attraverso la letteratura antica e moderna, da Omero a Ovidio, da Euripide a Seneca, da André Gide a Jorge Luis Borges, Giorgio Ieranò racconta le vicende dei diversi protagonisti della leggenda – ogni personaggio del mito ha vissuto la grande avventura a modo suo e può narrarne solo un frammento, che però fa parte di un disegno più grande -, componendo un mosaico di storie che ci trasporta in un Mediterraneo antichissimo e leggendario. E ci fa guardare in un modo nuovo a uno dei simboli più enigmatici e affascinanti della mitologia greca.
Europa e Zeus, Minosse, Pasifae e il Minotauro, Dedalo e Icaro, Arianna e Teseo, Fedra e Ippolito: un intreccio inestricabile di miti che danno vita a una delle saghe più famose della mitologia greca. Un viaggio in un Mediterraneo antichissimo e leggendario tra storie di dèi, eroi, principesse ed enigmi. Europa, la principessa che, rapita da Zeus e trascinata in un viaggio prodigioso, ha regalato il nome al continente in cui abitiamo; Pasifae, la madre del Minotauro, che spiega come nacque in lei la passione innaturale per un toro; Icaro, figlio di Dedalo, artefice del Labirinto, che precipita nel suo folle volo; Teseo che affronta il Minotauro, il mostro mezzo uomo e mezzo toro, e risale alla luce grazie al filo offertogli dalla principessa Arianna; Fedra, sorella di Arianna che vive un’altra fatale trasgressione erotica, innamorandosi del figliastro Ippolito. Intorno al Labirinto, luogo di morte ma anche di iniziazione alla vita, ruota un intero mondo di eroi e di divinità che sono entrati a far parte del nostro immaginario e che ancora oggi ci parlano e ci affascinano.
Laggiù è dove nascondiamo sogni, ricordi e memorie di una vita intera. Laggiù è un luogo mirabolante dove capitano le avventure più strane. Laggiù è una terra magica, pericolosa, piena di misteri… Un libro di narrativa per ragazzi dai 12 anni. Una storia ricca di magia, ricordi sepolti e segreti da scoprire. Un romanzo poetico, onirico e suggestivo. Età di lettura: da 12 anni.
Usando i migliori attrezzi del narratore, Franco Forte riprende fatti e situazioni del De bello gallico di Cesare, restituendone non solo le gesta, ma anche i pensieri, i turbamenti, i sogni e gli incubi, così da far rivivere sulla pagina il ritratto del Cesare stratega e soldato, ma anche quello più affascinante dell’uomo che si nasconde dietro le grandi conquiste.
Roma, 58 a.C. L’Urbe è da secoli una repubblica, e il governo ufficialmente in mano al Senato. In realtà, il destino della Città Eterna si gioca sempre più lontano dal foro: a muovere le pedine è infatti il triumvirato di Marco Licinio Crasso, Gneo Pompeo Magno e Gaio Giulio Cesare, i tre uomini più potenti di Roma, uniti e insieme divisi da una complicata ragnatela di interessi. Quando le tensioni nella vicina Gallia esplodono, è Cesare a promettere una soluzione definitiva: per il Senato, il suo trasferimento è l’occasione di allontanare l’ex console dagli occhi della popolazione e spegnerne il crescente consenso; per i colleghi triumviri, rappresenta la possibilità di giocarsi il comando di Roma in una partita a due. Ma Cesare non è un parvenu della politica: sa bene di essere al momento il lato debole del triangolo, non avendo il denaro di Crasso, né i successi militari di Pompeo. Sa altrettanto bene, però, che la situazione può ribaltarsi in fretta, e i popoli da conquistare oltre le Alpi paiono il palcoscenico ideale per provarci… Inizia così una delle campagne militari più leggendarie e cruciali della Storia, otto anni di polvere, ferro e sangue, a combattere nemici spietati e orgogliosi, pronti a ogni sacrificio. Cesare sa che le sorti della guerra dipendono dalla sua presenza accanto alle legioni, eppure sarà costretto ad accettare che la battaglia più complicata si combatta proprio nell’Urbe…
L’informazione non è la materia prima della verità, ma non è nemmeno una semplice arma. Nexus esplora la speranzosa via di mezzo tra questi estremi e la riscoperta della nostra comune umanità.
Negli ultimi 100 mila anni l’umanità ha accumulato un enorme potere. Eppure nonostante le scoperte, le invenzioni e le conquiste ci troviamo oggi in crisi. Il mondo è sull’orlo del collasso ecologico, la disinformazione domina il panorama attuale. E ci stiamo buttando a capofitto nell’era dell’intelligenza artificiale, una nuova rete di informazioni che minaccia di annientarci. Se siamo così Sapiens perché siamo così autodistruttivi? Nexus analizza come il flusso di informazioni abbia plasmato noi e il nostro mondo. Partendo dall’età della pietra, passando per la Bibbia, la caccia alle streghe, lo stalinismo, il nazismo e la rinascita del populismo di oggi, Yuval Noah Harari ci chiede di considerare il complesso rapporto tra informazione e verità, burocrazia e mitologia, saggezza e potere. Esplora il modo in cui diverse società e sistemi politici hanno utilizzato le informazioni per raggiungere i loro obiettivi, nel bene e nel male. E affronta le scelte urgenti che dobbiamo affrontare quando l’intelligenza non umana minaccia la nostra stessa esistenza.
Ninive, VI secolo a.C.: la vita di Libbali, sposa del dio-re Assurbanipal, scorre immutabile finché alla ziggurat reale non arriva un giovane prigioniero ebreo dagli occhi color lapislazzulo. Tra Avhiram e Libbali nasce una passione travolgente, destinata a essere scoperta con tragiche conseguenze: nel giorno in cui Avhiram viene giustiziato e le figlie della regina pagano con la vita la colpa della madre, Libbali scampa alla morte grazie a una bambina che porta fra le mani una lucerna e la trascina con sé in una fuga nel tempo senza fine. Londra, 1848: l’archeologo Henry Layard, scopritore delle città assire, è perseguitato dalla visione di una donna accompagnata da una bambina che porta una lucerna. Napoli, 1655: mentre la peste infuria il pittore Aniello Falcone incontra la maga Albalì e la sua sfuggente figlia. Nel 1683, l’erudito Sebastiano Resta rinviene un disegno di Falcone che allude a una madonna o a una maga. Ed è il 1881 quando Filomena Argento, ultima di una dinastia di setaioli, eredita quel disegno e incontra Madame Ballu, negromante, e sua figlia… Infine, nella Napoli di oggi una coppia fronteggia il fallimento di un progetto imprenditoriale: anche il loro destino sarà segnato dall’incontro con una giovane e luminosa ragazzina. “Un trauma costruisce un inceppo della memoria: finché non è superato ce lo racconteremo, in attesa che le parole lo esauriscano”. In questo vertiginoso romanzo di romanzi ciascun personaggio ha un immenso dolore e un amore ardente da attraversare, e dunque da narrare. Dalla scrittura cuneiforme alla memoria dei computer, da una favolosa città antica alla Londra vittoriana fino a Napoli, che – come scrisse Malaparte – somiglierebbe a Ninive se non fosse stata distrutta, La babilonese ci interpella: può la fiamma della vendetta sopravvivere a chi la cerca e restare sempre viva, come quella della passione?Non sarà, invece, che la memoria della vita è destinata a perdersi come i segni cuneiformi sulle tavolette d’argilla, come la capa di mummia che Filomena Argento conserva, come la memoria danneggiata degli hard disk?
Molte furono le donne che incrociarono la vita di Costantino, colui che scalò tutti i gradini del potere e riunì nelle sue mani il controllo dell’Impero romano. L’unica a raggiungere le stanze del potere e a essere colmata di onori dall’imperatore fu la madre, Elena, ma anche la moglie, la concubina, la matrigna, le sorellastre e le figlie ebbero un ruolo nel suo gioco politico. Ma chi erano queste donne? Il volume cerca di ricostruirne la vita e la personalità sulla base di tutte le fonti disponibili: letterarie, iconografiche, epigrafiche e numismatiche.
Tracciare i confini del mondo, ovvero dei mondi, di Jane Austen: questo libro offre una guida per esplorare la realtà conosciuta e rappresentata dalla romanziera, uno strumento per identificare piste e tracce utili a ripercorrerla. I diversi capitoli propongono approfondimenti sul contesto storico, le realtà istituzionali, gli orizzonti internazionali e globali, la sfera locale, le prassi religiose, l’idea di identità nazionale, le città e le campagne, i modi di spostarsi e viaggiare, uomini e donne nel loro contesto sociale, il denaro, il mondo delle cose, degli svaghi e della cultura, e infine il campo letterario ed editoriale. Una conoscenza più puntuale di questi ambiti non solo ci aiuta a comprendere meglio la realtà evocata dall’autrice, ma anche ad affinare una capacità di lettura, come la Austen stessa ci richiede, attenta ai dettagli, anche impercettibili, di cui sono costellate le sue narrazioni e le lettere. Nell’indagare il binomio Austen/mondo, questo volume suggerisce nuove vie per scoprire e riscoprire una figura e un universo narrativo profondamente radicati nel loro tempo e, per questo, sempre infinitamente attuali.
Questo libro presenta i fondamenti e i paradigmi della magia postmoderna, o “magia del caos” (Chaos Magic). Una rivoluzione paradigmatica concepita nel mondo esoterico anglosassone a partire dagli anni ’80 e influenzata da Austin Osman Spare e Crowley, nonché dallo spirito creativo e ribelle della controcultura degli anni ’60. Il “sacerdote della psichedelia” Timothy Leary, gli insegnamenti del Don Juan di Castaneda, gli scritti di Charles Howard Hinton, la cultura “pop”, il surrealismo, fanno da sfondo a una nuova concezione della realtà consensuale, plasmabile e manipolabile come tutto ciò che viene immesso nella “rete informazionale”. Celebri esponenti di questa nuova magia pratica, oggi sono lo scrittore Alan Moore, il creatore di Watchmen e V for vendetta e Grant Morrison, altro noto fumettista di Marvel e Dc Comics. Il libro è arricchito da due postfazioni sulla movimentata storia dei personaggi principali della Chaos Magic.
Tracy Chevalier fa di nuovo centro con La maestra del vetro, un romanzo tanto inventivo quanto affascinante: un ritratto ipnotico di una donna, di una famiglia e di una città che sono eterne come il loro vetro.
È il 1486 e Venezia è una città commerciale ricca e opulenta. Orsola Rosso è la figlia maggiore di una famiglia di soffiatori di vetro di Murano, l’isola rinomata per questo mestiere. In quanto donna, Orsola non è destinata a lavorare il vetro, ma ha le mani per farlo, il cuore e un talento speciale. Alla morte del padre sarà lei, in segreto, a portare avanti il suo lavoro, a sostenere i fratelli e a tenere alto il nome della famiglia Rosso. Saltando come una pietra attraverso i secoli, in una Venezia in cui il tempo si muove lentamente come il vetro fuso, seguiamo Orsola e la sua famiglia mentre vivono trionfi creativi e perdite strazianti: dalla peste che devasta la città ai soldati francesi che spogliano i suoi palazzi, dal primato di Murano nel mondo, al suo declino per colpa delle restrizioni per mano degli austriaci, fino alla trasformazione di Venezia in una popolare meta turistica. In ogni epoca, Orsola Rosso farà in modo che il suo lavoro e i suoi legami durino nel tempo. Le sue creazioni adorneranno il collo di imperatrici e cortigiane da Parigi a Vienna, ma riuscirà mai a guadagnarsi il rispetto di chi le è più vicino?
Utilizzando documenti recentemente declassificati provenienti dagli archivi britannici e francesi, James Barr offre in queste pagine la ricostruzione più completa e approfondita di come è stato disegnato il moderno Medio Oriente e di come la secolare rivalità tra inglesi e francesi, pur formalmente alleati, abbia alimentato l’attuale conflitto arabo-israeliano e tutta l’odierna instabilità geopolitica.
Nel 1916, nel pieno della prima guerra mondiale, due uomini si accordarono in segreto per spartirsi il Medio Oriente. Il britannico sir Mark Sykes e il francese François Georges-Picot tracciarono sulla sabbia una linea diagonale che andava dal Mediterraneo alla frontiera persiana, ridefinendo la mappa di quell’Impero ottomano destinato di lì a poco a crollare e a lasciare il posto ai «mandati» britannici su Palestina, Transgiordania, Iraq, e a quelli francesi su Libano e Siria. I successivi trent’anni hanno visto quell’area scenario di una sordida storia di violenza e manovre politiche occulte, nobili proclami e ipocrite cupidigie, i cui protagonisti – tra aspirazioni sioniste e rivendicazioni arabe, Olocausto e politica dell’appeasement – sono stati uomini di Stato, negoziatori, spie e soldati, tra cui spiccano i nomi di T.E. Lawrence, Winston Churchill e Charles de Gaulle.
Con la prima tiratura di Erotica dei sentimenti troverai in omaggio una cartolina con le istruzioni per accedere in anteprima a “Pulsione”, il nuovo podcast inedito di Maura Gancitano.
Imparare a gestire il carburante delle emozioni non è una procedura standard, uguale per tutti. Educare alle relazioni non significa creare un decalogo di comportamenti da rispettare, una morale a cui conformarsi, ma rendere la persona consapevole di chi è, di cosa desidera e di come può interagire con il resto del mondo. Per vivere insieme agli altri senza farsi troppo male.
L’educazione sentimentale è spesso confusa con le buone maniere, il bon ton, il galateo, vale a dire con un insieme di regole e codici considerati socialmente appropriati, a cui bisogna adeguarsi con ubbidienza. L’idea generale è che si tratti di un modello di comportamento che ha lo scopo di affrontare in modo razionale le pulsioni, le emozioni, i sentimenti, e tutti quegli aspetti della persona che per definizione sono romantici e travolgenti. Ma come si può invitare al controllo di qualcosa che è privato, intimo e che dovrebbe rimanere libero per definizione? Non sono proprio quei vissuti emotivi che ci rendono davvero noi stessi? In realtà, l’educazione sentimentale è una pratica personale, che riguarda innanzitutto la cura della propria intimità. È un processo di analisi e risoluzione dei condizionamenti subiti e dei propri bias cognitivi. Ognuno di noi, infatti, ha un modo diverso di percepire il mondo, una sensibilità originale che non va soffocata in nome di un’idea «normale» di vivere la vita. Educare a riconoscere pulsioni, emozioni e sentimenti e a capire come relazionarsi con le altre persone non può prevedere dunque un percorso uguale per tutti. Significa invece mettere in discussione l’idea di normalità e offrire strumenti adeguati per la scoperta della propria unicità, la cura di sé e della propria salute mentale, senza censurarsi né nascondere i propri desideri.
Una imperdibile guida ai reami fantastici nati dalla penna del Solitario di Providence.
Geografie tentacolari e geometrie non euclidee sono parte ineludibile dell’immaginario oscuro di H. P. Lovecraft, che nei decenni ha travalicato la pagina scritta per ispirare autori, illustratori e registi. Da Aira, la città di marmo e berillio, fino a Kadath, l’ultima dimora degli Dèi della Terra, tra monti inespugnabili, deserti, foreste inestricabili, questi luoghi non sono altro che sogni. Ma se è vero che in fondo tutte le cose umane non sono altro che sogno, questo atlante visionario non è diverso da ogni altro catalogo di posti mai visitati. A compilarlo è Carlo Baja Guarienti, aiutato dalla matita di Alberto Ponticelli, con una postfazione di S.T. Joshi e la mappa disegnata da Francesca Baerald.
Nel Medioevo il veleno era una minaccia costante, tanto che le morti per avvelenamento erano relativamente comuni, e l’arsenico, con la sua letale efficacia e la sua invisibilità, era una delle sostanze più utilizzate. Le narrazioni letterarie, le cronache e le rappresentazioni artistiche hanno alimentato un immaginario del veleno come arma segreta e insidiosa, e delle donne come le principali «avvelenatrici». A partire dalle fonti storiche, Beatrice Del Bo decostruisce alcuni falsi miti di un fenomeno che ha affascinato e spaventato l’umanità per secoli. L’uso del veleno coinvolgeva uomini e donne di ogni ceto sociale, infiltrandosi tanto nelle corti nobiliari quanto nei mercati e nelle taverne delle città, e non era solo uno strumento di morte, ma anche di cura e un simbolo di autorità e controllo, capace di sconvolgere le dinamiche del potere e della vita quotidiana. Con uno stile avvincente e ricco di dettagli, questo libro getta nuova luce su un capitolo affascinante e spesso misconosciuto della storia medievale.
Dopo averci condotto per mano lungo la storia millenaria dell’Impero Romano e aver mostrato come sia ancora viva e presente nei nostri giorni, Cazzullo invita il lettore in un entusiasmante viaggio nella Bibbia, facendoci vedere che è il più grande romanzo che sia mai stato scritto.
Fino al tempo dei nostri nonni, gli uomini erano convinti di vivere sotto l’occhio di Dio, e la sua esistenza era certa come quella del sole che sorge e tramonta. Oggi abbiamo smesso di crederci, o anche solo di pensarci. E la Bibbia nessuno la legge più. Invece la Bibbia è un libro meraviglioso. Che si può leggere anche come un grande romanzo. L’autobiografia di Dio. Aldo Cazzullo fa con la Bibbia quel che aveva fatto con l’Inferno di Dante: ci racconta la storia, in modo chiaro e comprensibile a tutti, con continui riferimenti all’attualità, alla nostra vita, passando attraverso le vicende della storia e i capolavori dell’arte. La creazione, Adamo ed Eva, la cacciata dall’Eden, Caino e Abele, Noè e il diluvio. La storia di Giacobbe che lottò con Dio e di Giuseppe che svelò i sogni del faraone. Mosè, le piaghe d’Egitto, il passaggio del Mar Rosso, i dieci comandamenti. E poi la conquista della terra promessa, da Giosuè che espugna Gerico a Davide che taglia la testa di Golia, da Sansone, l’eroe fortissimo ma tradito dal suo amore, a Salomone che innalza il tempio. Cazzullo rievoca storie dal fascino millenario. E racconta le grandi donne della Bibbia da Giuditta a Ester; l’angelo che salva Tobia e il diavolo che tormenta Giobbe; l’amore del cantico dei cantici e la disillusione dell’Ecclesiaste (“tutto è vanità”). Sino alla grande speranza dell’avvento di un messia che viene a salvare l’uomo e a farci risorgere a vita eterna, che per i cristiani è Gesù.
Marco Buticchi torna con un romanzo che ripercorre le tappe più misteriose della carriera dell’inventore serbo, fino a incrociarle con i drammatici eventi più attuali della questione israelo-palestinese, in un crescendo di tensione e adrenalina.
Fine XIX secolo. Nikola Tesla sbarca negli Stati Uniti per dedicarsi alla carriera di inventore. Le sue scoperte rivoluzionarie nel campo dell’elettromagnetismo attirano presto gli interessi tanto dei servizi governativi quanto della criminalità e, in una New York flagellata dalle guerre tra gang, Tesla dovrà compiere una drastica scelta: portare a termine la sua ultima, potentissima invenzione o fermarsi prima che i risvolti militari dei suoi esperimenti creino tensioni irreversibili tra le grandi potenze? Quando Tesla muore nel 1943 i suoi segreti sembrano destinati a morire con lui. Ma il male non dimentica e non si ferma. La scomparsa dell’inventore getta un velo di silenzio sulla sua scoperta, ma basta sollevarlo per scoprire una terribile minaccia… 2023. Le tensioni tra Palestina e Israele precipitano e sfociano nei violenti attacchi del 7 ottobre. Tra gli ostaggi di Hamas vi è anche l’intera famiglia di Roxie Oshman, sorella di Toba, storica collaboratrice di Oswald Breil. Il vero bersaglio dell’azione militare è in realtà il marito di Roxie, l’ebreo statunitense Richard Goldberg, un ingegnere elettronico che stava lavorando a un progetto segretissimo… Incaricati di far luce sull’intera vicenda, Oswald e Sara Terracini si mettono al lavoro per scoprire che cosa nasconda Goldberg. In una corsa contro il tempo, Oswald e Sara dovranno impedire che l’arma più pericolosa mai creata finisca nelle mani sbagliate…
Prosegue la saga di Hidden Society con una nuova avvincente avventura tra Safira, una sirena, e Aris, un giovane marinaio. In questo romantasy scopriremo di più della HS: altre creature magiche e mostri marini incroceranno la strada della nostra protagonista durante la sua avventura a Napoli.
Safira, la Perla del Palazzo Sommerso, si sta preparando al Primo Sangue, il rito che le permetterà di diventare una sirena perfetta e renderà la sua magia potente e completa. Deve solo uccidere un umano, poi il suo destino potrà finalmente compiersi. Ma quando il rituale non funziona, sua madre, la Regina Partenope, la esilia sulla terra, allontanandola per sempre dal regno. La sirena, ora nella sua forma umana, inizia a vagare per Napoli alla ricerca di un ragazzo speciale per provare a celebrare nuovamente il rituale. L’incontro con Aris, un giovane marinaio, sconvolge e distrugge tutte le certezze di Safira, portandola a interrogarsi anche su se stessa. Quando la principessa si accorgerà di essere ormai innamorata di lui, potrà ancora ucciderlo?
Formato: 15,8×23 cm; cartonato con sovraccoperta e taglio colore
Dalla sua camera all’hotel Savoy, all’inizio degli anni Trenta, Paul Morand scrive al suo amico Valery Larbaud: «Sono a Londra, scrivo un “Londra”. Come è difficile! Al confronto, New York era uno scherzo. Il cielo non mi invia nessun segno, me lo devo fare da solo con la mia stilografica». Londra è stata la mascotte della giovinezza di Morand, attaché dell’ambasciata francese prima e durante la Grande guerra: è stata la sua iniziatrice esistenziale e ogni suo quartiere fa parte del suo passato, pieno di mille ricordi che ora gli si affollano nella mente. «Ogni sera, quattro o cinque balli mi trattenevano fino all’alba e spesso ritornavo per Piccadilly quando il sole sorgeva sopra il Ritz». A differenza di Roma, Parigi, Venezia, che sfuggono agli scrittori che tentano di descriverle e a ogni libro su di loro si rivelano ancora più impenetrabili, Morand sa che fra lui e la capitale inglese c’è una corrispondenza d’amorosi sensi, sa che nessuno la potrà raccontare come lui. “Londra” non è un libro di viaggi, è un atto d’amore, «il ritratto di una città come si fa il ritratto di una donna», il più fedele perché il più disinteressato. Ancora oggi, per capire veramente Londra bisogna portarsi dietro questo libro meraviglioso, dove Morand si fa maestro di cerimonie, ci apre tutte le porte, ci svela tutti i segreti, gioca con i secoli, ne racconta la storia come un geografo, i costumi come uno storico. Una festa per gli occhi e per la mente. Edizione numerata da 1 a 1000. Prefazione di Leopoldo Carra. Introduzione di Maurizio Serra.
Al fischio del transatlantico Regina Margherita, il cuore di Serafina si spezza: è il 14 aprile del 1906 e lei sta abbandonando l’Italia senza sapere quando potrà farvi ritorno. Suo padre, tuttavia, non le ha lasciato scelta: si è trasferito stabilmente a Valparaíso, in Cile, e ha preteso che lei lo raggiungesse. La scia bianca della nave sembra inghiottire la vita di prima: le strade di Bari, l’atelier dell’amatissimo zio Luigi e, soprattutto, il ricordo bruciante della madre Marisa, donna emancipata da cui lei ha ereditato la tenacia e la passione per la bicicletta, fatto inaccettabile per una donna dell’epoca. Sebbene Marisa abbia per- so la vita sette anni prima proprio a causa di un incidente in sella, Serafina non può fare a meno di sentirsi attratta dalle due ruote, emblema di libertà e di indipendenza. La traversata verso il Cile è un’avventura eccezionale, fra l’immensità dell’Oceano e le storie di uomini e donne che hanno scelto di cambiare il proprio destino. Sulla nave, Serafina fa la conoscenza di Gustavo, seduttore impenitente, e si scontra con l’ombroso e affascinante Alberto Evans, medico di bordo. Finalmente, scorge all’orizzonte il Nuovo Mondo. Valparaìso è una città vibrante e cosmopolita, che le suscita un’istintiva diffidenza. Non sa ancora che sarà proprio la bicicletta di sua madre, in modo del tutto inaspettato, a darle la spinta verso un futuro denso di incognite, ma anche di promesse, di occasioni e di vita. Un appassionato romanzo storico e di formazione, una suggestiva storia di rivalsa, un personaggio che, con la sua vivacità e determinazione, resterà a lungo nel cuore dei lettori.
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