Sappiamo tutti quanto ai lettori e alle lettrici piacciano le liste! Soprattutto se sono classifiche o danno consigli di lettura! Io non potevo esimermi perciò ecco il mio primo elenco delle novità di giugno in libreria! Per passione, e per mantenere l’attenzione sul tema, i miei consigli verteranno principalmente sulla narrativa storica e sui saggi di storia!
Si prospetta un mese davvero interessante! Iniziamo!
Roma, Idi di Marzo del 44 a.C. Cesare è stato ucciso e l’Urbe è travolta dal caos: chi sarà il suo successore ed erede? Amici, nemici, collaboratori e familiari si affannano per ritagliarsi nuovi ruoli e impadronirsi del potere. Ma a emergere su tutti sono loro, Antonio e Ottaviano, l’ancor giovane ex braccio destro di Cesare e il suo quasi imberbe e sconosciuto ma determinatissimo e spregiudicato nipote. Nulla viene risparmiato: tradimenti, scontri militari, alleanze improbabili, voltafaccia inattesi. In un quindicennio l’intera storia del Mediterraneo, del vicino Oriente e dell’Europa viene sconvolta per opera dei due contendenti e dei loro uomini di fiducia. I lupi di Roma, in branco, calano sui resti della Repubblica. Sono individui senza scrupoli, affiancati da donne altrettanto ambiziose: Fulvia, Livia, Ottavia, Cleopatra. In uno scenario da kolossal hollywoodiano si intrecciano i destini dei numerosi protagonisti di un periodo chiave della storia romana, quello che vede la fine della Repubblica e la nascita di un nuovo regime: il principato di Augusto e l’impero.
Siamo sicuri di aver sempre saputo la verità sulla guerra di Troia? Elena e Clitemnestra, principesse della nobile Sparta, sono cresciute circondate dal lusso. La loro straordinaria bellezza, che ha in sé qualcosa di divino, le ha rese celebri in tutta la Grecia. Non esiste donna che non le invidi o eroe che non desideri conquistarle. Ma la bellezza è una rosa dalle spine appuntite. E, nel caso delle due principesse, si dimostra presto un fardello. Ancora molto giovani, le sorelle vengono separate e inviate presso gli sposi che sono stati scelti per loro: i potenti re stranieri Agamennone e Menelao, fratelli di nobile discendenza. Se ai loro mariti è concesso il privilegio di determinare il proprio destino, le due regine non devono far altro che dare alla luce eredi e limitarsi ad assistere, miti e silenziose, allo scorrere degli avvenimenti. Non sarà così. Quando la crudeltà e l’ambizione sfrenata degli uomini arriveranno a privare le due sorelle di ciò che hanno di più caro, Elena e Clitemnestra sentiranno il bisogno di sottrarsi alle rigide regole della società in cui vivono: il loro nome verrà per sempre associato agli eventi nefasti della guerra di Troia, per la sola colpa di essersi opposte a una storia già scritta. Nel corso dei millenni le loro scelte riecheggiano come atti di straordinaria ribellione. Elena e Clitemnestra: vittime o colpevoli? È arrivato il momento della verità sul mito…
Questa è la storia dimenticata delle prime donne chirurgo, una manciata di pioniere a cui era preclusa la pratica in sala operatoria, che decisero di aprire in Francia un ospedale di guerra completamente gestito da loro. Ma è anche la storia dei soldati feriti e rimasti invalidi, che varcarono la soglia di quel mondo femminile convinti di non avere speranza e invece vi trovarono un’occasione di riabilitazione e riscatto.
Ci sono vicende incredibili, rimaste nascoste nelle pieghe del tempo. Sono soprattutto storie di donne. Ilaria Tuti riporta alla luce la straordinaria ed epica impresa di due di loro.
Anno 1442. L’esercito ottomano al comando di Murad II irrompe in Valacchia devastando i villaggi. Tra le capanne divorate dalla violenza nasce Radu, un bambino affetto da una rara forma di anemia che riuscirà a sopravvivere solo grazie alla caparbietà di Maria, sua madre, e a quella della sorella Anna. I tre sfuggono all’invasione rifugiandosi nella foresta, ma l’efferatezza dei lupi e degli orsi impallidisce dinnanzi a quella degli uomini. Anna e Maria si trovano così costrette, per resistere, a infrangere ogni regola, e insegneranno a Radu un’ostinata resistenza e una ferocia che ha l’impudenza di rivelarsi necessaria. La loro è la storia di un esilio, e di una scalata che rovescia il potere affogandolo nel suo stesso sangue. La sopravvivenza come codice morale, l’amore come unica gomena. E a legarli, sopra ogni cosa, il rito del sangue che Maria insegna a Radu e che lo tiene in vita, unendo così il suo destino di giovane uomo alla leggenda che porterà Vlad l’Impalatore, meglio noto come Dracula, a imporsi nell’immaginario collettivo.
Migliaia d’anni di naufragi e salvataggi, di letture e di riscritture, e ora Saffo è lì, a un tocco di mano, dove sbattono le vele delle navi, si gonfiano i tessuti leggeri che indossano le sue compagne, e profumano i giardini. Silvia Romani ha scritto un «viaggio sottopelle» verso la prima e la più grande poetessa della letteratura occidentale e ciò che di lei non muore. Un ritratto che forse alla ragazza di Lesbo sarebbe piaciuto: credeva che non ci fosse niente di più bello di «ciò che si ama», nemmeno le parate di navi, eserciti e cavalieri. Lei che amava la luna più del sole, le rose più di qualsiasi altro fiore e Afrodite sopra ogni cosa. Saffo è stata una ragazza di Lesbo, una figlia e una madre. Ha diretto cori di giovani coetanee, ha insegnato loro a cantare e a danzare. Forse ha persino sussurrato al riparo delle stanze chiuse i segreti del piacere femminile. Ha educato alla bellezza le signorine bene nella Lesbo della fine del VII secolo a.C. È stata omosessuale, bisessuale, persino un’icona LGBT. Poi ha dichiarato di non voler più vivere, e si è tuffata dalla rupe bianca di Leucade, innamorata perdutamente di un uomo, il barcaiolo Faone. Ha insegnato a generazioni di giovani scrittrici il coraggio di far sentire la propria voce. La sua leggenda, nata quando era ancora in vita, si è nutrita delle ombre e dei vuoti che circondano i frammenti arrivati sino a noi e alimentato una inesauribile fioritura di interpretazioni letterarie e artistiche. In questo volume Silvia Romani accompagna il lettore nelle vie di Lesbo, nei giorni in cui una ragazza di buona famiglia scopre una vocazione e uno straordinario destino. “Saffo, la ragazza di Lesbo” è un suggestivo, coinvolgente omaggio all’incanto dei suoi versi, fatti di lune metafisiche, notti profumate di rose, nostalgia per la giovinezza che fugge; e alla fascinazione che non smette di esercitare sugli autori e gli artisti d’ogni tempo e paese.
Questo volume è la prima traduzione integrale del celebre epistolario amoroso in versi inserito nel poema Vis e Rāmin di Fakhr al-Din Gorgāni (XI secolo), che s’impone come modello nella letteratura autoctona e influenzerà anche il ciclo di Tristano. Si tratta di dieci lettere appassionate della bella Vis al principe Rāmin, incentrate su infedeltà e crudeltà in amore, cui seguono le risposte dell’amato. L’opera costituisce un affascinante trattato d’amore in versi che riflette le concezioni e i rituali cortesi del Medioevo persiano. Nahid Norozi, ricercatrice di Lingua e letteratura persiana all’Università di Bologna, dirige “Ferdows. Collana di Studi Iranici e Islamici” ed è condirettore dei “Quaderni di Meykhane”, rivista di studi iranici.
Roma 1459. Lavinia non avrebbe mai immaginato che qualcuno potesse commissionarle un ritratto. Da quando è nata, si è sentita ripetere che le donne non possono diventare pittrici, ma ora, nella sua vita, nulla è più come prima. Vive a Roma, lontana dalla sua Firenze, in una locanda dove altre giovani donne inseguono la propria indipendenza. Solo una cosa non è cambiata: accanto a lei c’è Piero della Francesca; per tutti un maestro di valore assoluto, per Lavinia l’uomo che è riuscito a insegnarle i segreti della pittura. E Piero è in pericolo. Dopo essere stato testimone di un incendio in cui ha perso la vita una vecchia amica, riceve una serie di messaggi cifrati che scatenano una gara d’astuzia in cui sembra che l’avversario sia sempre in vantaggio. Piero vorrebbe fare affidamento solo sul proprio intuito, ma ha imparato che l’aiuto di Lavinia è prezioso. I due si mettono allora sulle tracce di un antico manoscritto greco che potrebbe avere a che fare con il tentativo di salvare il Despotato di Morea, ultimo baluardo della cristianità contro l’invasione turca. Il gioco si sta facendo più grande di loro e la verità sembra a portata di mano. Finché qualcuno attenta alla vita di Lavinia. Solo allora la giovane comprende che, lontano da pennelli e colori, il mondo può essere oscuro e pericoloso per una donna sagace e intelligente come lei. Che a volte non basta il coraggio, a volte bisogna andare oltre i propri limiti. Solo così si può essere liberi davvero. Chiara Montani torna con i due amati protagonisti che sono stati al centro di un passaparola senza fine: Lavinia, giovane donna che non vuole sottostare alle convenzioni del suo tempo, e Piero della Francesca con il suo affascinante mondo fatto di arte e razionalità. Una nuova avventura impreziosita dalla meraviglia di una Roma che, ancora lontana dai fasti del barocco, sa già abbagliare.
Palermo, 1897. Lavorano in coppia, in sincrono perfetto, Franca e Rosa: le dita sottili ed esperte arrotolano foglie di tabacco da mattina a sera. Amiche da sempre, le due ragazze sono cresciute insieme in un borgo di pescatori spalmato ai lembi della città, accanto alla Manifattura Tabacchi dell’Acquasanta. Diverse come il sole e la luna, impetuosa Franca e timida Rosa, respirano tutto il giorno l’aria greve della fabbrica, sotto lo sguardo predatorio dei padroni. Anche fuori da lì, il mondo delle sigaraie è governato dagli uomini – mariti, padri, fratelli: il lusso delle ville del centro lo possono solo sognare, e se lo conoscono, è perché si sono vendute ai signori che le abitano per arrotondare la misera paga da tabacchine. Perderla è impensabile, e per questo le madri sono costrette a tenersi i figli neonati legati dietro la schiena, mentre faticano chine sui sigari. Ma all’ennesimo sopruso, Franca decide che è ora di alzare la testa e lottare per un diritto che alle femmine sembra negato: la dignità. Così, insieme a Rosa e Salvo, un sindacalista che ha il suo stesso spirito indomito e appassionato, combatterà per aprire un baliatico all’interno della Manifattura, uno dei primi asili per i figli delle lavoranti in una fabbrica nel Regno. E scoprirà il prezzo da pagare per difendere le proprie idee e il proprio amore. Una storia vera, di riscatto e amicizia, che illumina una battaglia pionieristica e ancora sconosciuta, sullo sfondo di una Palermo che non finisce mai di incantarci.
Il Rinascimento costituisce il capitolo forse più glorioso della storia d’Italia. Animate da una vivacità culturale ineguagliata anche nei secoli a venire, città come Roma, Firenze, Mantova e Urbino hanno visto all’opera alcuni degli artisti più straordinari di tutti i tempi: da Leonardo a Michelangelo, da Raffaello a Tiziano, da Botticelli a Veronese. Ma abbagliati dalla bellezza che quest’epoca d’oro ha prodotto si finisce per dimenticarne il volto più cupo, che pure ha contribuito a fare dell’Occidente il mondo che conosciamo oggi. Perché la Gioconda, celebre per il suo sorriso, fu anche la moglie di un trafficante di schiavi, mentre il genio che la dipinse un grande inventore di armi e macchine da guerra; e se alcuni dei più grandi capolavori di sempre vennero commissionati da pontefici e cardinali, fu proprio la Chiesa a stilare, nello stesso periodo, l’Indice dei libri proibiti, e a potenziare il tribunale dell’Inquisizione. Lo splendore che tuttora contempliamo non può dunque essere scisso dalla propaganda, dai conflitti e dai fatti di sangue che macchiarono quegli anni. Rifacendosi a un ricco apparato di fonti e riportando alla luce anche le vicende di quanti – donne, ebrei, contadini, mercenari – vengono regolarmente esclusi dai libri di storia, Catherine Fletcher ci avvicina alla realtà autentica di un’epoca sorprendente in cui è impossibile separare la bellezza dal terrore.
Dalla predicazione della prima crociata di papa Urbano II nel 1095 alla perdita dell’ultimo avamposto crociato nel 1302-1303, dalla conquista di Gerusalemme nel 1099 all’assedio di nel 1291, “Crociati” narra una storia intrisa di sangue cristiano, ebraico e islamico, popolata da personaggi straordinari e caratterizzata sia da mera ambizione sia da alti principi. Tra le voci protagoniste, non solo papi e re, ma anche poeti arabo-siciliani, principesse bizantine, studiosi sunniti, visir sciiti, soldati schiavi mamelucchi, capi mongoli e frati scalzi. Jones guarda alle radici delle relazioni cristiano-musulmane nell’VIII secolo e traccia l’influenza delle crociate fino ai giorni nostri, in un percorso profondamente umano e dichiaratamente pluralista attraverso l’era delle crociate, estendendo il focus geografico a regioni lontane che ospitarono cosiddetti nemici della Chiesa, tra cui Spagna, Nord Africa, Francia meridionale e Stati baltici.
Un’interpretazione radicalmente nuova dell’espansione di Roma in Italia. Combinando fonti archeologiche, epigrafiche e storiche, sono ricostruite le complesse trame politiche e sociali intessute dalle grandi casate, da Roma e dal resto di Italia, che portarono alla formazione di uno nuovo stato. Un processo che si è compiuto, dunque, grazie a un accordo che legava insieme molte aristocrazie terriere italiane, più che attraverso una presunta superiorità militare romana.
Nicola Terrenato è Van Deman Collegiate Professor of Roman Studies e direttore del Kelsey Museum della University of Michigan.
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