Questo sarà un giugno indimenticabile! Come vedrete è ricchissimo di novità interessanti e di letture coinvolgenti. ci si prepara per le letture estive? Probabilmente! Vediamo insieme le proposte delle case editrici!
Com’è possibile che nessuno di noi l’avesse mai trovata fino a quel giorno? Ma abbiamo forse il tempo di cercarla, essa o qualunque altra cosa che è buona? Siamo assediati, da ogni lato, da assilli che ci lacerano e ci consumano; da assilli per cose grandi, o forse, se solo ce ne rendessimo conto, per cose insignificanti. Vite trascorse tumultuosamente, vite che passano rendendoci infelici a vicenda; rendendo tristi coloro che Dio non ha creato perché fossero tristi, in un’amarissima mancanza di comprensione di che cosa vi sia nel cuore dei nostri fratelli. Quale possibilità abbiamo, ciascuno di noi, di trovare la terra cava: ci diamo forse il tempo di cercarla? Eppure, chi non l’ha sognata?
Le lettere di Kafka a Felice Bauer raccontano qualcosa di più di un’impossibile storia d’amore: Elias Canetti se ne rese conto nel 1967 leggendone una selezione sulla «Neue Rundschau», e immediatamente si accordò con l’editore della rivista per pubblicare un saggio sull’argomento. Fu l’inizio di un corpo a corpo, dove l’interpretazione chiamava in causa la vita dell’autore – la sua persona fisica, la magrezza, l’ipocondria, l’ossessione per la notte e il silenzio – e insieme quella dell’interprete. L’esito di tale scontro fu L’altro processo, che irritò per la spregiudicatezza con la quale Canetti riconduceva l’opera di Kafka (e la più ermeticamente sigillata, Il processo) alla sua biografia (la rottura del fidanzamento con Felice) – proprio lui che aveva sempre lottato perché quell’opera venisse presa alla lettera. Grazie agli appunti preparatori, molti dei quali inediti, qui raccolti insieme ad altri saggi e conferenze su Kafka, possiamo immergerci per la prima volta in quel «processo» di avvicinamento, fatto di violenze, fughe e sottomissioni, quasi ci trovassimo di fronte alla descrizione di una battaglia sovrapposta a una confessione cifrata. «Non credo che vi siano persone la cui condizione interiore sia simile alla mia, o almeno posso immaginarmi tali persone, ma che attorno alle loro teste voli continuamente il corvo segreto come attorno alla mia, questo non riesco neppure a immaginarlo» annotò una volta Kafka nei suoi Diari. Oggi, leggendo finalmente nella loro totalità queste pagine, possiamo dire che si sbagliava.
Da una delle più importanti scrittrici tedesche di oggi, un romanzo luminoso, intelligente e intriso di umanità, che racconta di una famiglia alla deriva, di un’isola intrappolata nella morsa del cambiamento e di antiche leggi che hanno perso il loro significato. Con una prosa lirica ed evocativa, Dörte Hansen esplora i meandri più reconditi dell’animo umano cercando una risposta all’eterna domanda: da dove viene il nostro amore per il mare? Un’ora di traghetto – a volte di più, a seconda di quanto è mosso il mare: questa la distanza che separa la piccola isola del Mare del Nord dalla terraferma. Eppure l’isola è un mondo a sé, governato da leggi proprie; su questo pezzetto di terra semisommerso non ci sono segreti, non ci si può nascondere. Lo sanno bene i membri della famiglia Sander, che ci abitano da sempre. Hanne, sposata con un uomo che alla vita familiare ha preferito un capanno solitario sulla spiaggia, ha cresciuto tre figli da sola mentre tentava di colmare il vuoto offrendo ospitalità ai turisti. Il figlio maggiore, Ryckmer, incapace di gestire il suo problema con l’alcol, ha perso il grado di capitano e sta aspettando la tempesta perfetta che metterà fine a ogni cosa. La figlia, Eske, si prende cura dei vecchi marinai nella casa di riposo dell’isola; un mese all’anno, però, corre a Berlino da Freya, la tatuatrice che ha ricoperto il suo corpo di opere d’arte. Soltanto Henrik, il più giovane, è in pace con se stesso: è il primo uomo della famiglia a non aver mai sognato di andare per mare e passa le giornate raccogliendo relitti sulla spiaggia. Il mare dà e il mare toglie: nel corso di un anno, la vita dei Sander verrà irrevocabilmente stravolta da quella che da brezza quasi impercettibile si trasformerà in una vera e propria burrasca.
Un’accurata discesa all’inferno, un luogo in cui si sono condensate le paure dell’Occidente cristiano.
Esiste davvero l’inferno? Può sembrare una domanda fuori tempo massimo: eppure, per quasi due millenni questo interrogativo ha determinato la vita e le paure di intere generazioni. “Fuoco e fiamme” propone un viaggio, accurato e inedito, alla scoperta di un luogo a lungo ritenuto una realtà fisica e tangibile. Nella storia del cristianesimo, infatti, la sua esistenza come sito realmente individuabile è stata utilizzata per influire sui comportamenti collettivi e, per ciò stesso, fu strenuamente difesa dalle autorità religiose. Sotto terra, nelle profondità dei vulcani, sul sole o ai confini dell’universo: molti sono stati gli angoli del cosmo in cui lo si è posizionato, e in tutti i casi la trattazione si è indirizzata verso un inferno vero e mai metaforico. Perché il regno del male fu concepito in un certo modo? Cosa implicava, nella vita di ogni giorno, insistere sulla sua fisicità, e non relegarlo in una dimensione trascendente e immateriale? Infine, come ha fatto l’inferno a superare i cambiamenti filosofici, teologici e culturali delle varie epoche, restando parte integrante della dottrina cristiana? “Fuoco e fiamme” cerca di trovare risposta a tali quesiti, partendo dall’età moderna per arrivare ai dibattiti che, ancora oggi, agitano la società.
Il grande romanzo incompiuto di Michael Crichton ha trovato in James Patterson la sua naturale, scintillante conclusione.
Hawaii, 2016. Rachel Sherrill, brillante biologa in forze ai Giardini Botanici di Hilo, sta accompagnando una scolaresca in visita, quando uno dei ragazzini le chiede di spiegargli uno strano fenomeno: alcuni alberi stanno diventando neri e trasudano una sostanza che sembra inchiostro, mentre nel cielo altrimenti sereno, contro il quale si staglia il profilo del vulcano Mauna Loa, risuonano tuoni minacciosi. Evacuato il parco, dopo un sopralluogo dell’esercito l’incidente viene derubricato a incendio, e tutto sembra continuare come se nulla fosse…Hawaii, 2025. Nove anni dopo, mentre il mondo si prepara ad affrontare sfide ambientali sempre più pressanti, il Mauna Loa cova una furia sempre più intensa. John MacGregor, appassionato surfista nonché esperto vulcanologo e capo dell’Hawaiian Volcano Observatory, sa che un’eruzione catastrofica del Mauna Loa è inevitabile. Ma c’è di più. Nel cuore del vulcano si cela un segreto oscuro, un’eredità del passato che potrebbe essere la rovina dell’intero pianeta. Nei recessi di una caverna sulle pendici del monte sono stati nascosti anni prima alcuni contenitori di un erbicida che per errore è stato reso radioattivo. Se liberato nell’atmosfera da un’eruzione, avrebbe conseguenze catastrofiche non solo per la popolazione di Hilo, ma per l’ecosistema e gli abitanti di tutta la Terra. Mentre il tempo stringe e l’attività del Mauna Loa sfiora il punto di non ritorno, MacGregor e la sua squadra si lanciano in un’odissea disperata per fermare il disastro imminente, in lotta con il calore feroce delle colate laviche e le scosse sismiche che sembrano far crollare ogni speranza. Solo una missione suicida, o un miracolo in cui nessuno sembra più credere, possono salvare le sorti dell’umanità…
Lui è il signore delle ombre. Lei è il fiore della rinascita. Come potranno mai amarsi? Ade, dio dell’Oltretomba, conduce un’esistenza placida, lontano dall’Olimpo e dai suoi intrighi. Il suo è un regno fatto di ombre, di spiriti, dove tutto finisce e fluisce. Eppure, da qualche tempo la sua serenità è turbata da una profezia. Le Moire, signore del destino, sono state chiare: l’Oltretomba è destinato alla distruzione, a meno che il suo re non lasci entrare la vita negli inferi. Confuso, il potente signore delle ombre cerca risposte. Come si fa a portare la vita nel regno dei morti? Intanto Persefone, figlia della dea del raccolto Demetra, vive con sua madre e le sue ninfe tra i campi mai spogli di una terra nascosta ai mortali, anelando a scoprire cosa nasconda il mondo esterno. Quando Ade bussa alle porte della sua casa, Persefone non immagina che quella visita cambierà per sempre la sua vita. Il dio le offre la possibilità di lasciare la dimora materna, seguirlo nell’Averno… e diventarne la regina. E lei accetta. Che cosa la aspetta, nel regno degli inferi?
Dal fondatore del progetto di divulgazione Tales from the North, un volume capace di trasmetterci tutto il suo caldo amore per terre apparentemente di ghiaccio, piene di sorprese e di emozione.
Ancora oggi, nonostante l’accorciamento delle distanze, nonostante i voli a basso costo e la scomparsa dei mostri marini dalle carte geografiche, il nord pare non aver perduto del tutto quel suo antico fascino: parole come “boreale”, “artico”, sono ancora in grado di farci sognare, di farci immaginare mondi e terre lontane, climaticamente difficili, talvolta persino pericolosi, ma in grado, ogni volta, di attrarre, sedurre, incantare. Quello che dalla Scandinavia si estende verso nord, verso l’Artico e le regioni polari, è un mondo estremamente complesso, un mescolarsi eterogeneo di culture, paesaggi, storie e tradizioni. Per capire la natura di queste differenze è necessario essere in grado di andare oltre, di non fermarsi alle apparenti similitudini: occorre immergersi in quei paesaggi, parlare con i loro abitanti, comprendere a una a una le loro peculiarità. Oltre il 62° parallelo, una guida inconsueta per viaggiatori in cammino o in poltrona, nasce da un’avventura durata otto anni attraverso Norvegia, Islanda, Føroyar e che giunge sino all’arcipelago delle Svalbard, alla Groenlandia e ad altre terre remote. Il risultato di questo viaggio è un atlante sentimentale e di forte impatto visivo, dove storia, storie, paesaggi e fotografia si fondono dando vita a un unico racconto vissuto attraverso gli occhi di chi, da anni, vive, respira e studia l’identità e l’essenza di quegli stessi luoghi.
Un testamento scomparso, un manoscritto smarrito, un naufragio che custodisce i segreti di una dinastia. Tra i due rami della stirpe dei Falck non corre buon sangue. Un rapporto al veleno che è destinato a inasprirsi con la morte dell’anziana matriarca. Quando Vera, un tempo famosa scrittrice, muore in mare, porta infatti con sé due grandi misteri: quello del suo testamento, che risulta introvabile, e quello di un vecchio manoscritto mai dato alle stampe a cui aveva lavorato in silenzio tanti anni prima. Si dice che in quelle pagine raccontasse del naufragio in cui, durante la Seconda guerra mondiale, aveva perso la vita il marito, ma nessuno ha mai potuto leggerle. La nipote Sasha si mette sulle tracce di entrambi, accompagnata nelle ricerche dal giornalista John Berg, un uomo affascinante dal passato poco chiaro, che sembra nutrire verso i Falck un interesse non solo professionale. Nonostante il padre cerchi di dissuaderla, Sasha è decisa a rivelare segreti che potrebbero scuotere dalle fondamenta il potere costruito dalla dinastia in oltre mezzo secolo.
La nonna l’aveva avvisata: la verità che Sasha vuole portare alla luce è in conflitto con la lealtà verso la famiglia. Ma che cosa intendeva? In effetti, sono tante le domande senza risposta. Perché una scrittrice di successo smette improvvisamente di scrivere? Quali segreti nasconde la Saga, la potente società dei Falck? E che ruolo giocano nelle loro vicende l’espresso costiero naufragato in seguito a un’esplosione nel 1940 o gli ultimi eventi in Medio Oriente? Menzogne, affari controversi, attività legate ai servizi segreti, un’eredità contesa tra i due rami rivali della stessa famiglia: nella lunga e intricata storia dei Falck non manca nulla, comprese le grandi storie d’amore e i grandi tradimenti, tutto perfettamente calibrato in un romanzo labirintico, che è al tempo stesso un thriller appassionante e un’indimenticabile saga familiare.
Dall’illusione della Belle Époque alla sfida odierna fra Cina e Stati Uniti. Nel mezzo, oltre un secolo di intrecci e storia, eventi che hanno segnato la collettività intaccandone la cultura, il modo di pensare e di comportarsi.
Un atlante di grande formato, riccamente illustrato, corredato dai testi sempre puntuali e illuminanti di Dario Fabbri, fra i massimi esperti di geopolitica in Italia. Un libro che getta nuova luce sugli eventi che pensavamo di conoscere ma che forse non abbiamo mai approfondito con una chiave critica contemporanea: la Prima Guerra Mondiale, gli eventi che hanno portato alla Seconda, l’alba e il dipanarsi della Guerra Fredda e ancora il mondo unipolare e gli equilibri (o disequilibri) degli ultimi decenni. Ai testi di Fabbri fanno da contrappunto circa 70 carte che rendono i concetti ancora più intuitivi e immediati.
Dall’Impero alla Prima guerra mondiale, passando per la Repubblica di Weimar e il Terzo Reich, fino al secondo dopoguerra, Berlino, addio ritrae tre generazioni di tedeschi con il respiro di un’epopea e l’attenzione ai destini individuali di un classico del Novecento.
La magnifica festa del 30 gennaio 1933 sarebbe stata ricordata negli anni a venire come l’ultima occasione in cui si erano ritrovati tutti insieme. Fu un momento scintillante e al tempo stesso un commiato: la Berlino della comunità ebraica, con la sua vivacissima, brulicante polifonia, era perduta per sempre. Dopo il grande successo de “Gli Effinger”, Gabriele Tergit narra le vicende di cinque famiglie berlinesi sradicate dalla ferocia della storia del Novecento. Quella sera c’erano gli Stern e i Kollmann, i Mayer e gli Jacoby, c’era il generale von Rumke, il caporedattore del «Berliner Rundshau» Stephan Heye oltre a una variopinta schiera di personaggi minori. Alcuni erano esponenti delle famiglie più in vista, altri di ceti più modesti. Hitler era appena stato nominato cancelliere e le loro vite non sarebbero più state le stesse. Praga oppure Parigi, Londra o gli Stati Uniti, queste le destinazioni dove chi riuscì a fuggire…
Rose Tremain porta il lettore nella fuligginosa Londra di metà Ottocento, un posto bigotto, spietato e perverso dove i trovatelli vengono trattati come delinquenti e la buona condotta si insegna a urli e sberle, ma dove c’è spazio anche per la gentilezza, per l’amicizia e per l’amore.
Appena partorita, in una notte d’inverno del 1850, la piccola Lily è stata abbandonata ai cancelli di un parco londinese, in balia dei lupi e del gelo notturno. Salvata per caso da un agente di polizia, ha conosciuto per breve tempo il conforto di una casa, prima di essere rigettata nel crudele mondo delle istituzioni vittoriane. Ad attenderla, ora che è cresciuta, c’è la salvezza o la rovina? Cosa accadrà quando l’uomo che le fa battere il cuore scoprirà che Lily è un’assassina? C’è chi passa la sua prima notte di vita in una morbida culla, circondato dall’affetto dei genitori, e chi invece no. Lily Mortimer è stata infilata in un sacco e lasciata ai cancelli di un parco, esposta al gelo e alle bestie feroci. Si è salvata solo per il passaggio fortuito di un giovane agente di polizia. Affidata alle cure amorevoli di una contadina, ha trascorso i suoi primi sei anni di vita tra i luminosi campi del Suffolk, ma poi, come prescritto dalla legge, il grigiore di Londra e la freddezza dell’orfanotrofio l’hanno reclamata indietro. Punizioni, cattiverie e soprusi sono stati a lungo la quotidiana ricetta del Foundling Hospital per soffocare ogni ribellione di Lily e degli altri bambini orfani e indigenti come lei. Ora, a quasi diciassette anni, la giovane è finalmente libera e, grazie alle sue doti nel cucito, ha un impiego gratificante in un emporio di parrucche. In più, un sorriso gentile ogni domenica in chiesa la conforta: che il futuro le riservi finalmente l’attesa serenità? Ma il passato non allenta la morsa su di lei. La assillano sempre gli stessi orribili ricordi, il senso di colpa e la paura della forca. Perché nessuno ancora lo sa, ma Lily è un’assassina…
Per ragioni che la scienza non capisce ancora del tutto, le Alpi si stanno riscaldando più velocemente di altre parti del mondo. Ed è da qui, da un cambiamento climatico sotto gli occhi di tutti, che deve partire qualsiasi discorso riguardante il presente e il futuro della principale catena montuosa d’Europa, una torre d’acqua da cui dipendono le risorse idriche del continente. Dalla chiusura degli impianti sciistici alla costruzione di centrali idroelettriche, dal ritorno della grande fauna carnivora all’epidemia di bostrico che decima i pecci, le sfide che questa grande e varia regione deve affrontare sono presagi di fenomeni che investiranno tutto il mondo: la fine di modelli economici, i difficili compromessi della transizione energetica, gli eventi climatici sempre più estremi, le nuove opportunità. Visto che la soluzione a problemi globali spesso tocca trovarla localmente, le Alpi, con la loro estrema diversità culturale, economica e sociale, offrono terreno fertile per sperimentazioni e idee innovative, a patto che cambi lo sguardo con cui le osserviamo. La Rivoluzione industriale ci ha dato in eredità sia la visione romantica di un luogo nobile e immobile da preservare a tutti i costi, sia quella capitalistica di una regione da sfruttare come parco giochi per cittadini nel weekend. Possiamo liberarci da entrambi questi approcci solo provando a guardarle da dentro, dimenticandoci momentaneamente dei picchi e concentrandoci sulle valli, i valichi e i versanti delle montagne, vederle come luoghi alternativi di produzione di valore, dove la sostenibilità è impressa nel paesaggio per necessità. Soprattutto, è il turismo legato alla sempre più precaria neve che deve rinnovarsi, perché la monocoltura dello sci non cannibalizzi le risorse (idriche, energetiche, paesaggistiche, economiche e fiscali) che potrebbero invece essere usate per creare e promuovere altri modelli di sviluppo. Cambiare in continuazione è il destino delle Alpi, e cambiare con loro è quello di chi le abita. Una sfida continua che dà spazio a epopee e grandi imprese, che sia la costruzione di un rifugio oltre i quattromila metri, l’epico viaggio di un lupo alla ricerca della sua Giulietta, il tentativo di piantare la vite sempre più in alto, o la paziente, decennale rigenerazione di un borgo quasi abbandonato. Fotografie di: Barca Niccolò, Cantarella Laura, Clavarino Tomaso, De Toni Teresa, Gilli Franziska, Hyland Catherine, Merlini Francesco, Micheli Mattia, Panzeri Nicolò, Zorzanello Marco.
Nel 1821, in Grecia, uno sparuto gruppo di patrioti si rivoltò contro l’Impero turco. Contro ogni previsione, queste donne e questi uomini riuscirono a spezzare l’ordine mondiale appena uscito dalle guerre napoleoniche. E a riaccendere, in tutta Europa, la fiaccola della libertà.
Dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo nel 1815, le forze conservatrici dominavano tutta l’Europa e reprimevano ogni tentativo di mutare il corso dell’esistente, in Italia come in Francia, in Spagna come in Ungheria. Ma la speranza si riaccese all’improvviso e inaspettatamente proprio in uno dei luoghi simbolo del nostro continente: la Grecia, allora dominio dell’Impero turco. Contro ogni ragionevole speranza di successo, la gente dei villaggi, delle valli e delle isole della Grecia si sollevò contro il sultano Mahmud II e affrontò l’enorme potenza dell’esercito ottomano, la sua celebre cavalleria turca, i crudeli fanti albanesi e i temibili egiziani. Mark Mazower ci fa conoscere i cospiratori rivoluzionari e il terrore delle città assediate, le incredibili storie di sacerdoti, di marinai e schiavi, di eroi ambigui e di donne e bambini indifesi in un conflitto di straordinaria brutalità. La causa greca trovò sostenitori accesissimi, da Foscolo a Byron, e ha avuto un ruolo centrale nella nascita del Romanticismo. Anzi, si può dire che proprio allora nacque un nuovo tipo di politica capace di far accorrere volontari da tutta Europa. Allora, per la prima volta nella storia, i leader europei hanno dovuto fare i conti con la volontà dei popoli di conquistare, a un costo spesso terribile, un futuro diverso da quello stabilito dall’alto.
Si dice fosse stato Numa Pompilio, all’alba della storia, a dettare alle matrone di Roma l’obbligo del silenzio, imponendo loro di non prendere la parola, in assenza dei mariti, neppure per le cose necessarie. A questa regola obbedisce anche la letteratura dei Romani, nella quale le voci femminili sono sempre filtrate dagli autori, rigorosamente uomini, cui è riservato in esclusiva il privilegio della scrittura. Nel ripercorrere le tappe di quella straordinaria esperienza culturale, il libro mette invece al centro le donne e ne fa le protagoniste di un racconto spesso sorprendente, in ogni caso diverso, che vede testi da sempre familiari svelare aspetti inediti e lasciar affiorare sfumature destinate altrimenti a rimanere nascoste. Capitolo dopo capitolo, viene così tracciata la mappa di un’avventura intellettuale aperta a chiunque voglia guardare con occhi nuovi a una vicenda letteraria che ha segnato in modo indelebile la cultura dei millenni successivi.
Questo volume, che si concentra sulla narrativa breve, presenta la più ampia panoramica mai uscita in Italia di testi di Le Fanu, oltre 50 racconti di cui buona parte inediti nel nostro paese.
Vissuto nell’Irlanda dell’Ottocento, un luogo e un tempo ricchi di atmosfere inquietanti e sovrannaturali, Sheridan Le Fanu ha scritto centinaia di racconti nei quali affronta diversi filoni che sarebbero poi diventati fortunati sotto-generi della letteratura fantastica: quello ispirato al folclore della sua terra; quello delle “investigazioni dell’occulto” con il personaggio del dottor Hesselius; infine ha scritto una delle prime storie di vampiri con il celebre Carmilla (1872).
A cura di Franco Pezzini e Chiara Meistro, contiene anche una scelta bibliografica, iconografica e filmografica.
Amori e tradimenti, battaglie cruente e viaggi avventurosi, incantesimi e delitti. La magia delle antiche leggende celtiche rivive in una tetralogia fantasy vibrante di vita ed emozioni.
È il 1957 e la giovane Elisabetta II, di ritorno dal suo primo viaggio a Parigi nei panni di sovrana del Regno Unito, viene informata di un duplice omicidio: un uomo e una donna sono stati uccisi in un pied-à-terre frequentato da alcuni membri del Club Artemis, un esclusivo gruppo dell’alta società inglese di cui fa parte lo stesso principe Filippo. L’ultima cosa di cui ha bisogno la giovane Elisabetta, che sta lavorando alacremente perché il suo paese abbia un ruolo rilevante nell’Europa del dopoguerra, è uno scandalo che la coinvolga. Certo, può contare sui vecchi segretari di suo padre, che da sempre la affiancano con efficienza: ma può davvero fidarsi di loro? Mentre le indagini sull’omicidio proseguono, Elisabetta capisce che non può più affrontare queste sfide da sola: così, quando incontra l’ex crittografa Joan McGraw, decide di assumerla come assistente e scoprire da sé cosa si nasconde dietro al delitto. Con la sua immancabile, raffinata ironia, S.J. Bennett ci regala un nuovo, appassionante episodio che vede la regina Elisabetta nei panni di abile e spregiudicata detective, per risolvere un caso che minaccia le fondamenta della sua stessa famiglia.
Un rapimento, svariati delitti e un assassino, forse mancino forse no. Saranno solo leggende e superstizioni ma, da quando è ricomparso il fantasma dello Zoppo, in Normandia le sciagure non si contano più. A sei anni da Il morso della reclusa, torna Fred Vargas con uno dei personaggi capolavoro del noir, lo svagato e visionario Jean-Baptiste Adamsberg, commissario del XIII arrondissement di Parigi. Il guardacaccia Gaël Leuven era un marcantonio solido come uno scoglio bretone, ma per ucciderlo sono bastate due coltellate al torace. A Louviec lo conoscevano tutti. Compreso Josselin de Chateaubriand (forse discendente di quel Chateaubriand), il nobilastro dall’abbigliamento eccentrico che adesso è il principale sospettato. Richiamato in Normandia dal commissario locale, Adamsberg si addentra nelle numerose ramificazioni del caso. Ma pur perdendosi come di consueto in false piste e digressioni mentali, in osservazioni prive di qualunque nesso con l’indagine, c’è da scommettere che anche questa volta verrà a capo del groviglio di omicidi ed efferatezze. Grazie alle sue illuminazioni proverbiali ma anche, forse, all’energia ancestrale dei menhir.
Una donna con il nome di un fiore. Un ciondolo misterioso. La forza di germogliare anche nelle avversità.
Una saga familiare sull’amore, la ribellione e la resilienza di madri e figlie le cui vite si intersecano con quelle di donne reali che hanno cambiato la storia d’Italia.
Roma, 1849. Floreat in adversis: fiorisca nelle avversità. Queste parole sono incise all’interno dell’antico medaglione che Ortensia stringe al petto per trovare coraggio. Tutt’intorno, Roma fa sentire la propria voglia di indipendenza, e lei vuole seguire quel fiume ribelle per cambiare vita. Cresciuta orfana, sa che quel ciondolo è l’ultimo dono di una madre che le ha dato il nome di un fiore perché, anche nella terra più brulla, un seme riesce sempre a germogliare. Con il passare degli anni, il medaglione e la sua eredità si tramandano di generazione in generazione. Ogni primogenita lo porterà al collo per credere nei propri sogni anche quando sembra impossibile realizzarli. Così è per la figlia di Ortensia che, in una Parigi infiammata dalla rivolta della Comune, segue i cronisti dell’epoca armata di taccuino, anche se una donna non può fare la giornalista. È invece la nascita di una bambina illegittima a vanificare il sogno di Violette di fare la ballerina, ma proprio l’amore per la sua primogenita la spronerà a non arrendersi mai. Quella primogenita francese che a Roma vuole aprire un atelier di moda tutto suo, a dispetto del nazionalismo esasperato del fascismo. Dopo di lei, Erica lotta per diventare medico in un ambiente fatto solo di uomini e sua figlia, macchina fotografica al collo, non si fa spaventare dai tumulti degli anni di piombo. Tocca a Iris, infine, scoprire da dove viene quel medaglione e dove tutto è cominciato. Tocca a Iris scoprire un segreto che affonda le sue radici in un amore contrastato e nelle speranze di una giovane donna che ha cercato di lasciare alle sue discendenti il monito più importante: non abbiate paura di fiorire nonostante le avversità. Una storia ricca di personaggi forti, ribelli e indipendenti. Un romanzo in cui la finzione incontra donne realmente esistite che molto hanno da raccontare. I fiori crescono anche nel deserto, anche nel cemento, così come le protagoniste di questo libro.
Dopo trentacinque anni di studio sulla coscienza, sono sicuro che esista un’unione profonda tra il mondo della scienza e quello della spiritualità, due mondi che spesso sono considerati incompatibili tra di loro. Mi auguro che questo libro possa rendere le mie idee più chiare e fruibili e che aiuti i lettori a orientarsi meglio nella realtà più vasta in cui scienza e spiritualità sono una sola disciplina che mostra la ricchezza, la bellezza e il significato dell’universo che possiamo creare insieme. Noi siamo luce, dobbiamo solo aprire gli occhi.” Dopo aver contribuito notevolmente a rivoluzionare il mondo fisico che ci circonda, Federico Faggin ha deciso di andare oltre la materia, oltre il visibile e l’invisibile, e di indagare la fisica dell’ineffabile: “L’avvento dell’intelligenza artificiale, combinato con i principi materialisti e riduzionisti che considerano l’uomo una macchina classica, favorisce una forma di scientismo che sta portando la società umana su una china pericolosa. Se ci consideriamo macchine, saremo prima o poi superati dalle macchine costruite da chi potrebbe controllarci … Per questo è necessaria una nuova scienza che includa la spiritualità e una nuova spiritualità che includa la scienza. Ho chiamato Nousym la loro unione”. Oltre l’invisibile è un libro dirompente, coraggioso, profondissimo eppure straordinariamente chiaro, che propone un nuovo sguardo sulle cose, una nuova affascinante teoria della realtà: “Pensiamo che la realtà sia assurda, invece siamo noi che siamo assurdi quando vogliamo forzarla dentro le nostre idee preconcette. Bisogna liberarci dai presupposti errati del pensiero materialista e partire da altre ipotesi, che si concilino con le proprietà strabilianti della fisica quantistica. Occorre dunque una nuova scienza, che, anziché ignorare ciò che contraddice il materialismo e le domande a cui finora non siamo stati in grado di rispondere, parta invece da quelle. Perché è proprio indagando ‘l’assurdità’ dell’entanglement quantistico, del libero arbitrio e della coscienza, fenomeni che la fisica non riesce a spiegare, che si potrà trovare la risposta.
Era scritto che sarebbero tornati. E ora la Chiesa trema… Quando, a soli due anni dall’elezione, papa Giovanni XXIV viene trovato morto nel suo letto, il Vaticano deve superare in fretta lo sconcerto e organizzare un nuovo conclave. Il giorno d’apertura, dopo la tradizionale processione dei cardinali elettori, viene sancito l’Extra omnes e si chiudono le porte. Nel pomeriggio i fedeli attendono l’esito della prima votazione, tuttavia le ore passano e dal comignolo su cui sono puntate migliaia di telecamere non esce nessuna fumata, né nera né bianca. Stretta fra gli obblighi del cerimoniale e un senso di inquietudine sempre più forte, la segretaria di Stato Elisabetta Celestino decide di compiere un atto senza precedenti: rompere il sigillo del conclave e aprire le porte. E la scena che si trova davanti è surreale. La Cappella Sistina è vuota. I cardinali elettori sono svaniti nel nulla. Arrivato in Vaticano come collaboratore della CNN per commentare il conclave, Cal Donovan si unisce subito alle indagini su quella scomparsa apparentemente impossibile. E, mentre il mondo rimane col fiato sospeso in attesa di notizie, a poco a poco Cal si rende conto con orrore che quello è solo l’ultimo tassello di un piano ordito da un gruppo di persone potenti e determinate, persone che da otto secoli tramano nell’ombra per lavare nel sangue le colpe della Chiesa e ricostruirla dalle fondamenta…
Un anello maledetto, uno spettro che vaga tra i vivi, una vendetta che non si placa: in questa storia dal sapore gotico, Selma Lagerlöf rievoca la magia dei racconti ascoltati accanto al fuoco.
«A me la storia è stata raccontata al crepuscolo accanto al fuoco», dice Selma Lagerlöf chiedendosi se ha senso cercare di rievocare con la scrittura le emozioni, i brividi di piacere che dà la paura e l’atmosfera magica che può avere una storia di fantasmi narrata nella penombra in una sera d’inverno. Da quei racconti della sua infanzia, dall’immenso patrimonio della tradizione popolare svedese, questo romanzo attinge a piene mani: il motivo dell’anello rubato, che passa di mano in mano portando la propria maledizione a chiunque lo possegga, lo spettro che vaga fra i vivi, perseguitando con la sua vendetta colpevoli e innocenti, il ricorso al giudizio di Dio, il sovrapporsi di personaggi immaginari a figure storiche. Ma Lagerlöf si serve della trama «gotica» per riaffermare quello che resta il tema centrale della sua opera: l’amore come unica forza che si contrappone al male, come sola via liberatoria che può spezzare la catena dell’odio. E di questa positività, del calore e dello slancio della vita, portatrici sono sempre le donne, anche se il lieto fine non è garantito. Perché l’ingenuità è solo un trucco del mestiere di una scrittrice consapevole, capace di variare i ritmi, di creare suspense e colpi di scena, di ricorrere al gioco dell’ambiguità dei punti di vista, un’artista che sa che nelle storie umane, con o senza fantasmi, non è sempre facile dire dov’è il vero.
Un romanzo omerico che mescola con ritmo maestoso avventure marittime, racconti di battaglie e cronaca di un secolo che cambia.
Estate 1914. L’Emden, un incrociatore tedesco, solca il mare di Cina e l’Oceano indiano in cerca di navi nemiche da affondare. Fra gli ufficiali spicca la figura del barone Hohber, specialista del mondo arabo, nonché a lungo agente di collegamento dal Medio Oriente per il governo austro-ungarico di cui è fedele suddito. Durante la navigazione e nel susseguirsi di abbordaggi, affondamenti, sbarchi, marce forzate via terra che punteggeranno l’intera epopea bellica dell’Emden e del suo equipaggio, Hohber si sofferma sul suo passato: la sua infanzia al Cairo, dove ha contratto il «virus arabo», i suoi vicoli, quelli di Aleppo e di Sana; il suo castello di famiglia nella Bassa Austria; le sue cavalcate in Moravia e in Boemia; i suoi amori… Ma è anche la storia a scorrere davanti ai suoi occhi: i campi di battaglia del 1866; i porti di Tsing Tao, Penang, Madras, Trieste; i combattimenti dei Giovani Turchi a Costantinopoli… Attraverso la vita stessa di Hohber, sempre più stanco della guerra come della politica, in controluce si può vedere la vecchia monarchia absburgica raggiungere, nella sua agonia, l’impero ottomano. Basandosi su un fatto storico, in “Scende la notte, Dio guarda” Jean-Jacques Langendorf rende visibile il sentimento estetico della guerra ancora illusoriamente presente nelle società europee di fine Ottocento e destinato a scomparire nel carnaio della Grande guerra. In contrapposizione con il furore bellico, delinea e rafforza l’immagine di chi, come il suo protagonista, vede nell’Oriente, la sua filosofia, la sua religione, il suo stile di vita, una possibile alternativa. Edizione numerata da 1 a 1000.
Uno dei primi testi sulla criptozoologia, un manuale per tutti coloro che sono interessati alla licantropia e ad altri strani paradossi evolutivi. Dai processi ai lupi mannari del 1521, alle donne-uccello, ai serpenti umani e ai famigli delle streghe, la ricerca di Hamel spazia in ambito mitologico e storico con il rigore di uno studioso. Vengono analizzate cerimonie religiose e pratiche occulte per mostrarci come tali creature fantastiche siano diventate parte della nostra cultura. Il libro contiene inoltre documenti e resoconti storici che provano come certi uomini e donne possano trasformarsi in animali. Le cause della trasformazione sono varie: il contatto con un animale mannaro, indossare una pelle di animale, ungerne il corpo con un unguento e tanti altri espedienti, magici e non.
Una regina dall’animo sensibile. Una terra straniera. Un popolo ostile e ribelle.
Inghilterra 1236. A soli tredici anni, Ailenor di Provenza lascia la Francia per convolare a nozze con re Enrico III, un uomo molto più grande di lei. Contro ogni previsione, la loro unione è felice e sincera. Ma in quanto straniera, Ailenor non è apprezzata a corte ed è vista come una “lupa” affamata di potere, soprattutto quando i suoi parenti, dalla Savoia, la raggiungono in Inghilterra e ottengono posizioni di rilievo sia a Palazzo sia nel clero. Mentre la Francia e il Galles rappresentano una minaccia costante per il Regno e i baroni inglesi sono sempre più ostili alla Corona, Ailenor, di natura delicata e gentile, è costretta a imparare i meccanismi spesso subdoli e spietati che regolano la vita di corte. Fortunatamente la giovane sovrana, oltre all’amore del suo sposo, può contare anche sull’amicizia di due donne straordinarie: Rosalinda, un’amabile ricamatrice e Nell, la sorella del re. Su uno sfondo complesso dove scontri e rivalità si alternano a momenti di pura bellezza tra ricami, sete preziose e giardini in fiore, riuscirà la giovane regina a trovare la forza per superare ostacoli e avversità, e proteggere se stessa e i suoi affetti più cari?
Nell’estate del 327 l’esercito macedone attraversò il Kiber pass e giunse, scendendo lungo il corso del fiume Cofen (ora Kabul), nella valle dell’Indo. Seguiva le orme di Semiramide – la mitica regina di Babilonia – e di Dioniso, il dio cresciuto nella coscia di Zeus. I Macedoni si chiedevano perché Alessandro Magno, l’invincibile ed efebico eroe, li stesse trascinando in quell’ennesima impresa, che si presagiva irta di rischi. Ma la curiosità e il desiderio di giungere ai confini del mondo pesarono nella decisione di inoltrarsi nella grande pianura cinta a settentrione dai monti dell’Himalaya. L’India si dimostrò più tenace e imbattibile di quanto i Greci avessero sospettato. Furono costretti a ritirarsi, malgrado avessero vinto memorabili battaglie. Alcuni compagni del re si convertirono agli insegnamenti di ascetici filosofi e lo stesso Alessandro, il più famoso allievo di Aristotele, dinanzi alla logica stringente dei gimnosofisti, sentì vacillare le sue ben ferme convinzioni. Una indimenticabile lezione per la nostra epoca.
«Scavare fino all’essenziale, e volare. La capacità di raccontare solo ciò che resta dopo aver spremuto le idee e le
parole, una dura fatica riscattata dalla leggerezza». – Claudio Magris, Corriere della Sera
Per tutta la sua vita di scrittore e di saggista, Del Giudice ha riflettuto su cosa significhi raccontare un sentimento, su come rappresentare il tempo, su come la percezione degli oggetti cambi il modo di pensare e di vivere e dunque di scrivere. Anche parlando di sé e del proprio lavoro di scrittore, Del Giudice illumina «l’emergenza», cioè quel che affiora in superficie nella «zona» del narrare, riflettendo su come si entra e come si esce dalla trama di un racconto, sempre lavorando con precisione sul linguaggio, il nostro «ethos naturale». Sulla base dei materiali conservati nell’archivio dello scrittore dopo la sua morte, questo volume appronta una scelta di testi, la prima parte dedicata ad alcuni autori prediletti come Conrad, Primo Levi, Calvino, Svevo, Bernhard e Stevenson, la seconda all’atto del narrare, il vero protagonista che fonda il mondo e senza il quale non ci sarebbero l’incanto, lo scavo nella vita, il buon combattimento con la letteratura.
Questa è la storia della passione che prima unisce e poi divide un fratello e una sorella. Una storia che parla di decisioni prese ascoltando la mente o il cuore oppure tutti e due. Di quell’istante che può cambiare una vita intera. Ma anche di un’Italia che, incredula, sta scoprendo un improvviso benessere, che lavora alla catena di montaggio e poi canta con Mina e balla al ritmo del twist, giovane, creativa, impaziente…
Salento, 1959. Lorenzo e Agnese hanno perso tutto. E lo capiscono quando, con gli occhi tristi che si porta dietro da una vita, il padre annuncia di aver venduto il saponificio di famiglia, un’eredità che lui ha vissuto come una condanna. Per Lorenzo e Agnese, invece, quella fabbrica che il nonno ha creato dal nulla, che profuma di talco, di essenze floreali e di oli vegetali, e che occupa ogni loro pensiero, era la certezza di un presente sereno e la promessa di un futuro da tracciare insieme, uniti. Quindi l’idea di rimanere lì come semplici operai sotto un nuovo, arrogante padrone è devastante per entrambi. Lorenzo, orgoglioso e impulsivo, se ne va sbattendo la porta, col cuore colmo di rabbia e con un solo obiettivo: trovare i soldi necessari per riprendersi quello che è suo. Ma Agnese non lo segue: tanto risoluta se si tratta di formulare saponi quanto insicura quando le tocca abitare il mondo al di fuori del saponificio, dichiara: «Io resto dov’è casa mia». È una crepa profonda, apparentemente insanabile, quella che si apre tra fratello e sorella e li spingerà su strade opposte e imprevedibili. Perché vogliono la stessa cosa, Lorenzo e Agnese, almeno finché l’amore non li porterà di nuovo a un bivio. Ognuno dei due farà una scelta, tracciando un altro domani… Sarà per entrambi un domani senza rimpianti?
Con uno stile raffinato che intreccia romanzo popolare e commedia gialla, Massimiliano Virgilio restituisce ai lettori l’incredibile figura di Matilde Serao, prima donna a fondare e dirigere un quotidiano in Italia, trasformandola in una novella detective alle prese con luci e ombre di una Napoli che sta per vendersi l’anima. A fine Ottocento, la scrittrice Matilde Serao – prima donna italiana a fondare e dirigere un giornale – indaga sull’omicidio di un socialista, il cui corpo viene ritrovato in un vicolo di Napoli durante i lavori per il risanamento dopo l’epidemia di colera del 1884. Mentre la polizia segue false piste, Matilde si inoltra nei bassifondi che il governo vuole sventrare, tra speculatori senza scrupoli e lazzari che si indebitano al lotto clandestino, per scoprire il segreto che si nasconde dietro il misterioso assassinio e raccontarlo ai suoi lettori.
Il volume contiene un’ampia raccolta di testi che costituiscono una chiave di accesso agli aspetti più vari della storia e della cultura islandesi, corredati da saggi introduttivi, commenti e note esplicative, ed è impreziosito da elaborazioni grafiche di fotografie e da disegni realizzati dall’autore.
Leggende, fiabe e racconti tramandati per generazioni sono i protagonisti di questo libro. Roberto Luigi Pagani racconta storie che affondano le loro radici nel passato più antico dell’isola atlantica, alcune celebri e altre meno conosciute. In esse incontriamo elfi e troll, creature fantastiche come il re degli orsi, l’uomo foca o il nykur, un demone d’acqua in forma di cavallo con gli zoccoli al contrario, ma anche streghe e stregoni, sigilli magici, rune, fantasmi, diavoli, poeti, erbe e pietre prodigiose e tanto altro.
Dai nordici che hanno idealizzato la figura dei Vichinghi come grandi eroi romantici agli americani che celebrano l’esploratore Leif il Fortunato ai russi che invocano gli antenati Variaghi, l’immaginario mitologico che cinge i prodi avventurieri del Nord svela una narrazione stereotipata, frutto di evocazioni letterarie e distorsioni storiche che sono andate via via dilatandosi. Al variare di epoche e latitudini, infatti, i Vichinghi cambiano vesti e diventano i protagonisti di saghe epiche, manga, film o serie TV. Ma conosciamo realmente questi personaggi leggendari, che a volte sono parodiati dai fumetti e altre idolatrati come guerrieri coraggiosi, assetati d’avventura? Per esempio, furono solo degli invasori e dei predoni? È vero che scoprirono l’America prima di Colombo? Indossavano realmente elmi cornuti e bevevano dai crani, in abiti sporchi e trasandati? E, ancora, facevano sacrifici umani, avevano degli schiavi, apprezzavano l’arte? Esisteva tra di loro la parità di genere? Attingendo direttamente alle fonti archeologiche e storiche più significative e autorevoli, Jean Renaud intreccia una narrazione avvincente che demolisce i luoghi comuni sui Vichinghi e tratteggia gli autentici lineamenti di un popolo ormai entrato nel mito.
Una interpretazione originale e nuova di uno dei maestri della storiografia italiana.
Quella del missionario è una delle figure chiave della modernità: un uomo pronto ad andare in terre lontane obbedendo a un ordine o a quella voce interna che si chiama vocazione. Fu così il mediatore dell’incontro tra diversi, il professionista del contatto fra popoli che si ignoravano, il testimone posto alla giuntura di culture e universi mentali diversi, spesso incompatibili. Fu a lui che spettò mettere d’accordo l’idea occidentale di Dio come persona con le nozioni totalmente diverse delle culture orientali. Il suo modello doveva scontrarsi con quello del crociato, pronto a ogni violenza, compresa la guerra, pur di ottenere con la forza l’adesione che gli era negata. Nel tempo, il potere di dare la missio, concentratosi a lungo nelle mani del pontefice, venne via via delegato ad altre figure della gerarchia ecclesiastica, ma anche a sovrani degli Stati europei che videro nell’organizzazione di ordini missionari un potente strumento di dominio coloniale.
«Una meravigliosa lotta tra fuoco e ghiaccio. Un libro che non vorrete abbandonare.» – Diana Gabaldon. Fiandre, gennaio 1918. Laura Iven, esperta infermiera da campo, è stata ferita e rimandata in patria, in Canada. Il fratello Freddie però è rimasto a combattere nell’inferno della Grande Guerra. Quando la donna riceve una scatola con i suoi effetti personali, ma nessun telegramma che ne dichiari la morte, capisce che qualcosa non quadra. Decisa a scoprire la verità, si offre come volontaria e torna in Belgio, dove si mormora di una trincea infestata dagli spettri e di un locandiere il cui vino offre il dono dell’oblio. Freddie potrebbe essere sfuggito alla morte in battaglia solo per finire preda di qualcosa – o qualcuno – ancora peggiore? Novembre 1917. Freddie Iven si sveglia dopo un’esplosione e si ritrova intrappolato sotto le macerie di un bunker assieme a un soldato nemico ferito. I due uniscono le forze e riescono a trovare una via d’uscita. Nulla potrebbe convincerli a tornare nel cuore della…
Kurt Austin e l’equipaggio della NUMA devono giocarsi tutto per impedire a spietati trafficanti d’armi di rubare un antico e inestimabile tesoro.
Egitto, Valle dei Re, 1074 a.C. Dopo un sanguinoso scontro, un gran numero di tesori sparisce dalla tomba del faraone Horemheb. New York, 1927. Un temerario aviatore americano scompare in un volo transcontinentale, durante il quale avrebbe dovuto trasportare un misterioso baule. Oggi. Un peschereccio, insieme al suo carico segreto, sta per affondare al largo delle coste della Scozia. Come sono collegati questi tre eventi? E, cosa ancora più importante, cosa significano per Kurt Austin e per la sua squadra? Alla ricerca di risposte, la NUMA si unisce agli agenti dell’MI5 britannico per affrontare una cospirazione internazionale di vasta portata. Il loro nemico comune è il Bloodstone Group, un’organizzazione di trafficanti d’armi e ladri intenti a rubare antiche reliquie su entrambe le sponde dell’Atlantico. Kurt e i suoi si ritrovano presto coinvolti in un’insidiosa caccia al tesoro e decidono di correre alla ricerca delle perdute ricchezze egizie… prima che cadano irrimediabilmente nelle mani sbagliate.
Glasgow, 1892. Olivia è una ragazza di umili origini e poche opportunità. Alla morte del padre sembra che il suo futuro sia già tracciato e che dovrà andare a lavorare in fabbrica. Eppure, fatica a mettere da parte la sua grande passione per il disegno e grazie alla sua determinazione, alla sua bravura e a una certa sfacciataggine ottiene la possibilità di studiare alla rinomata Scuola d’arte – un’istituzione all’avanguardia per l’epoca, dove pos- sono iscriversi anche le donne. Per lei inizia così un periodo durissimo, fatto di sacrifici, notti insonni, e piccole grandi soddisfazioni. Quello dell’arte è un mondo affascinante quanto pieno di intrighi e rivalità. E non è facile difendere il proprio talento quando si è alla ricerca della propria strada… A complicare tutto arriva poi un giovane e misterioso pittore londinese. I due sembrano avere un’affinità profonda, che li lega oltre la creazione artistica. Ma questo nuovo sentimento non ha il tempo di sbocciare perché lui si allontana senza una spiegazione, lasciandola con tante domande e nessuna risposta… Che segreto nasconde Gabriel? Nella Glasgow di fine Ottocento, Olivia si troverà a lottare per affermarsi come artista e come donna. Un ritratto appassionante che, con veloci pennellate, ci immerge in un mondo in cui i ruoli degli individui e la morale stanno per cambiare radicalmente.
In una Parigi pittoresca e spaventosa, due giovani donne vengono trovate pugnalate in circostanze insolite: la prima galleggia senza vita nella Senna dopo essere entrata nella Camera degli Orrori del museo delle cere Augustin, la seconda viene rinvenuta morta tra le braccia del “Satiro della Senna”, una statua dello stesso museo. Il giudice istruttore Henri Bencolin, un esperto di crimini “impossibili” dall’aspetto burbero e “satanico”, conosce personalmente il proprietario di questo luogo fantasmagorico e non sa resistere a un mistero del genere. Insieme all’amico Jeff Marle indaga sui pochi indizi a disposizione e scopre un passaggio segreto che dal museo delle cere conduce al famigerato “Club della Chiave d’Argento”, un luogo di lusso e perdizione i cui membri esclusivi passano il tempo mascherati in cerca di nuovi intrattenimenti. Bencolin e Marle si introducono nel club, ma dietro la facciata dorata troveranno una vecchia e pericolosa conoscenza…
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