Questo è un mese strano per quanto riguarda le nuove uscite in libreria; ci si prepara al Natale, c’è la corsa per accaparrarsi il regalo più bello ma, evidentemente, l’editoria ha già sparato le sue cartucce migliori nei mesi precedenti. Come vedrete, ci sono dei libri interessanti ma non sono tantissimi. Comunque il detto “Pochi ma buoni”, vale sempre!
La trilogia di Nerone. Edizione completa dei tre volumi raccolti in cofanetto: L’ultimo giorno di Roma; L’inferno su Roma; Nerone.
Nel 1990, dopo aver discusso una tesi di dottorato in Fisica delle particelle, l’autore di questo libro rimane folgorato da un campo di ricerca nuovo per lui: quello del linguaggio e in particolare della sua origine, ancora avvolta nel mistero. Come è nato il linguaggio? Cosa differenziale lingue umane dalle forme di espressione usate dagli altri animali? E perché la nostra specie ha iniziato a parlare?
A queste domande hanno cercato di rispondere filosofi, antropologi, psicologi e archeologi, ma solo negli ultimi trent’anni sono emersele evidenze che possono farci ipotizzare a che punto della nostra evoluzione è spuntato il «primo parlante». L’indagine è ancora aperta, precisa Sverker Johansson nelle ultime pagine del libro, dopo averne ripercorse tutte le piste, ma quello che ne è emerso ha un valore inestimabile per ciò che racconta della nostra specie. E noi gli riconosciamo il merito di averci saputo coinvolgere nel lavoro investigativo, portandoci indietro nel tempo, nella vastità delle savane e al buio delle grotte, al cospetto di ciò che eravamo e alla scoperta di ciò che, insieme al linguaggio, ci ha resi diversi dalle altre specie animali.
«Non era forse un po’ troppo azzardato pretendere di delineare in pochi capitoli le origini del pensiero greco, ossia di abbozzare il quadro delle mutazioni intellettuali che si producono tra il XII secolo prima della nostra era, quando crollano i reami micenei, e il V secolo, il momento in cui si colloca il fiorire di una città come Atene? Settecento anni da sorvolare, la massima parte dei quali, dal XII all’VIII secolo, rappresentata dal periodo battezzato dagli storici dell’antichità come “secoli oscuri” giacché, scomparsa in quell’epoca la pratica della scrittura, non disponiamo per conoscerla di nessuna fonte grafica, di nessun testo. Su un’estensione temporale di questo genere non era dunque possibile procedere come uno storico o un archeologo che mobilitano per la loro indagine tutte le risorse della loro disciplina. Nella forma di un semplice saggio, la cui ambizione non era chiudere il dibattito con una ricerca esaustiva ma rilanciarlo orientando la riflessione su una nuova strada, ho così tentato di ridisegnare le grandi linee di un’evoluzione che, dalla monarchia micenea alla città democratica, ha segnato il declino del mito e l’avvento dei saperi razionali. Di questa rivoluzione intellettuale ho proposto un’interpretazione globale che mi sembrava, nella sua coerenza, conforme ai principali dati di fatto di cui disponiamo. Qual è, mi sono dunque chiesto, l’origine del pensiero razionale in Occidente? Come è avvenuta la sua nascita nel mondo greco?».
Grazie alle vite di donne che hanno affrontato con dignità il trono, l’altare e addirittura il patibolo, l’augurio è di incuriosire il lettore su un regno ricco di fascino e leggende, trasmettendone lo spirito del tempo. Il libro è idealmente dedicato alla regina Elisabetta II, la più amata di sempre.
Fin dall’epoca dei romani, l’Inghilterra è stata il paese delle regine. Le sovrane che hanno governato nella terra di Britannia, prima di Elisabetta II, sono dieci, alcune molto note, altre poco conosciute e trascurate nei libri di storia. Sono state bambine, spose spesso giovanissime, madri, ma soprattutto sono state persone che hanno governato, fatto scelte politiche, preso decisioni di pace o di guerra. Sono state regnanti fiere di un popolo che ancora oggi unisce il proprio destino a quello della monarchia. Questo libro attraversa le vicende delle protagoniste della Storia inglese a partire dal dominio romano sulla Britannia, e si conclude con il regno della regina Vittoria, che segna l’apice dell’Impero. Spiccano Boudicca, che sfidò i romani, Eleonora d’Aquitania, una delle figure femminili centrali del Medioevo, Maria, tristemente nota come la Sanguinaria, Elisabetta i e, naturalmente, la regina Vittoria. Il racconto di un’epoca e la narrazione dei fatti storici avanzano di pari passo con il ritratto più umano e intimo di queste regine, la cui fierezza, coraggio e desiderio di essere protagoniste del proprio tempo hanno lasciato un solco nella Storia.
La saga della famiglia Caskey
In un unico cofanetto da collezione tutti e sei i romanzi della saga di Blackwater.
1919. Le acque nere e minacciose del fiume sommergono la cittadina di Perdido, nel sud dell’Alabama. I ricchissimi Caskey, proprietari di boschi e segherie, devono fronteggiare il disastro provocato dalla furia degli elementi. Ma il clan, capeggiato dalla potente matriarca Mary-Love e dal figlio Oscar, dovrà fare i conti anche con un’apparizione sconvolgente. Dalle viscere della citta sommersa compare Elinor Dammert, capelli di rame e bellezza magnetica, con un passato misterioso e un oscuro disegno: insinuarsi dentro il cuore dei Caskey. Per quattro decadi, la famiglia si sviluppa e si trasforma come un organismo vivente. Alcuni affrontano la morte, altri raccolgono la vita: tra riavvicinamenti inattesi, rancori sordi, separazioni inevitabili e lotte feroci giungerà infine il tempo delle profezie.
Jon Fosse, premio Nobel per la Letteratura 2023, cattura la luce e le ombre che illuminano le anime di due uomini lontani nel tempo. Il risultato è un romanzo immaginifico, selvaggio e intenso come il cielo del Nord, con una scrittura musicale che racconta la perdizione dell’arte e la forza di sentimenti irrefrenabili.
1853. Il giovane pittore Lars Hertervig, allievo all’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf, è un’anima irrequieta, divisa tra l’insicurezza verso il suo talento e l’amore per Helene Winckelmann, la figlia della sua padrona di casa. L’ossessione di Lars per Helene, accesa da furiosi deliri sessuali, diventa così strabordante da costringere la famiglia della ragazza ad allontanarlo dalla stanza in cui alloggia. Senza più un posto dove andare, Hertervig passa il tempo in un locale, tra gli scherni dei suoi raffinati compagni di corso, mentre fa la posta all’appartamento dei Winckelmann dove cerca disperatamente di essere riammesso. Un limbo che, inesorabilmente, lo conduce alla follia, in un labirinto della mente a cui soltanto la sorella maggiore, Oline, può avere accesso. 1991. Uno scrittore trentenne, Vidme, resta affascinato da un quadro di Hertevig e vuole raccontarlo in un romanzo. Ma i tormenti di quel pittore attraversano i secoli e arrivano sulla pagina di Vidme, che dovrà combattere, per scrivere il libro, anche contro i propri fantasmi.
Il volume racconta diverse pagine di storia e filosofia politica di genere dall’antichità al Settecento. Da Aspasia alle donne filosofe di Platone, da Averroè a scrittori e scrittrici rinascimentali che teorizzavano la superiorità del genere femminile per finire con alcune protagoniste delle rivoluzioni politiche sei settecentesche, si ripercorre la storia di come i linguaggi politici del mondo precedente all’età contemporanea sono stati impiegati per affrontare il tema del rapporto tra i generi.
«Una volta, in una tetra mezzanotte, mentre meditavo, stanco e sconsolato, su molti strani e astrusi volumi d’obliata sapienza, mentre, sonnecchiando, già il capo mi si chinava, mi riscosse d’improvviso un battito leggero, come d’uno che bussasse sommesso alla porta della mia stanza…»
Racconti del mistero, dell’incubo e del terrore, racconti fantastici e grotteschi, «Gordon Pym», tutte le poesie e i saggi sulla poesia Prefazione di Matteo Strukul Edizioni integrali Castelli diroccati, paesaggi foschi, misteriose presenze. Eroi solitari e introversi, donne diafane e sensitive che si aggirano in luoghi spettrali. Situazioni paradossali, talvolta grottesche, casi straordinari, apparizioni d’incubo e di sogno: le storie stregate di Poe sono metafore delle nostre più profonde inquietudini, esplorazioni negli oscuri meandri della psicologia umana, negli orrori di una condizione esistenziale lacerata, contraddittoria, enigmatica. L’uso sapiente di simboli e allucinazioni, le suggestioni “gotiche” e romantiche sono i tratti distintivi della sua straordinaria creatività, che dai racconti si riversa nelle poesie attraverso una stupefacente fluidità ritmico-musicale. Prefazione di Matteo Strukul.
Scriviamo ogni giorno, tantissimo, sulla carta e sugli schermi dei nostri dispositivi, al lavoro e nel privato. Eppure, scrivere un testo chiaro, comprensibile e allo stesso tempo preciso e completo non è cosa semplice. Per fortuna, esistono linee guida che possono essere d’aiuto e consigli da seguire per scrivere testi più efficaci e affrontare consapevolmente le nuove sfide lanciate dall’intelligenza artificiale. Questo libro vuol essere una piccola bussola per studenti, professionisti e in generale tutti coloro che credono nella parola scritta come strumento dall’insostituibile potere comunicativo. Perché la scrittura è destinata a rimanere, anche nel peggiore degli scenari, il più importante presidio della nostra sovranità intellettuale e la più profonda testimonianza della nostra essenza umana.
Leopardi si avvicina alla lingua ebraica tra il 1813 e il 1814, imparandola da autodidatta grazie ai volumi presenti nella biblioteca paterna. Nonostante i tentativi falliti di tradurre due Salmi e il Libro di Giobbe nel 1816, la lingua biblica continua negli anni ad agire carsicamente sull’immaginario leopardiano. Nello Zibaldone, Leopardi riflette sulla struttura imprecisa e povera dell’ebraico e sulle sue qualità poetiche, paragonandolo ad altre lingue antiche e moderne: ne emerge una profonda fascinazione per la forza vitale del sublime biblico e per lo stile dei suoi testi, che risalgono all’alba della scrittura e della civiltà, carichi dell’inesauribile fascino del primigenio.
“Non possiamo fare a meno di chiederci come si sarebbe potuto sviluppare il sapere occidentale se i quaderni di Leonardo fossero stati studiati dai padri della Rivoluzione scientifica nel XVII secolo. Galileo, Newton e i loro contemporanei – come si deduce chiaramente dai loro carteggi – si arrovellavano su molti di quegli stessi problemi che Leonardo aveva identificato e spesso risolto con uno o due secoli d’anticipo. Inoltre, usavano le sue stesse metafore e ragionavano in modo simile al suo. Perciò avrebbero compreso quei quaderni molto meglio di noi. Se fossero stati a conoscenza delle sue scoperte, senza dubbio l’evoluzione della scienza avrebbe preso una strada molto diversa, e l’influenza di Leonardo sul pensiero scientifico avrebbe potuto essere profonda quanto lo è stato il suo impatto sulla storia dell’arte.” Su Leonardo Da Vinci, forse il più grande pittore e genio del Rinascimento, sono stati scritti centinaia di libri specialistici e divulgativi. La sua opera sconfinata, che si dice comprenda più di 100.000 disegni e più di 6.000 pagine e appunti, e la molteplicità dei suoi interessi hanno attratto innumerevoli studiosi di discipline diversissime. Eppure, sorprendentemente, sono pochi i libri dedicati alla scienza di Leonardo… Il grande teorico dei sistemi e autore del Tao della fisica Fritjof Capra riunisce ora, in un unico volume, i saggi da lui realizzati su Leonardo da Vinci presentandoli in una nuova edizione che offrirà uno sguardo innovativo sulle opere dell’artista toscano. Partendo dagli scritti di botanica – dimostrando come dietro la rappresentazione di ogni pianta ci fosse uno studio attento e rigoroso – e passando per la fluidodinamica, l’anatomia e l’embriologia, Capra ci spiega perché Leonardo può essere considerato un pensatore sistemico, ossia un uomo con un’eccezionale capacità di connettere fra loro osservazioni e saperi di discipline diverse. Non solo. Lo studio di Capra ci rivela che Leonardo può essere ritenuto anche un ecologista, un teorico della complessità, di fatto l’autentico inventore del moderno metodo sperimentale, un uomo con un profondo rispetto per la vita in ogni sua espressione che aveva un forte desiderio di operare per il bene dell’umanità. Per dipingere le forme viventi della natura, Leonardo sentiva di aver bisogno di una comprensione scientifica delle loro qualità intrinseche e dei principi sottostanti; e per analizzare i risultati delle sue osservazioni, aveva bisogno della sua abilità artistica per rappresentarli. È questa, per Capra, l’essenza della sintesi tra scienza e arte del grande genio di Leonardo. L’opera è arricchita da un corredo iconografico di grande valore composto, tra le altre, da bellissime immagini provenienti dai più importanti musei del mondo – dal Louvre alla galleria degli Uffizi –, che evidenziano la visione scientifica alla base di ogni illustrazione realizzata da Leonardo.
Pietra miliare della narrativa fantasy, la saga di Andrzej Sapkowski intreccia miti e leggende del folklore europeo con originali e travolgenti invenzioni narrative.
Il risultato è un mondo immaginario allo stesso tempo familiare e spiazzante, dove il mostro più feroce si nasconde dietro la maschera dell’uomo comune, dove nulla è come sembra e i confini tra Bene e Male non sono mai netti. Riuniti per la prima volta in un unico volume, gli otto episodi della saga – lungo i quali si dipanano le avventure dello strigo Geralt di Rivia, della maga Yennefer e della principessa Ciri –, hanno segnato l’immaginario collettivo d’intere generazioni, diventando fonte d’ispirazione per videogiochi e serie televisive.
In nessun altro campo della ricerca sul Vicino Oriente antico si sono verificati negli ultimi anni cambiamenti così epocali come nella storia di Israele. Sia che si parli degli inizi di Israele alla fine del II millennio a.C. sia che si tratti del periodo monarchico, dell’esilio babilonese o dell’epoca persiana, molte tesi classiche non sono più sostenibili. Bernd U. Schipper racconta in modo nuovo la storia di Israele nell’antichità sulla base di fonti archeologiche e altre fonti extrabibliche. Così vengono alla luce città, eventi, templi e culti di Israele di cui la Bibbia non dice nulla. Un testo per tutti coloro che vogliono informarsi sullo stato delle più recenti ricerche sulla Storia che sta dietro i racconti della Bibbia.
Stefano Amato si misura con il mito fondativo del Paese delle Aquile, narrando del principe Skanderbeg che guidò la ribellione contro il gigante ottomano, in un romanzo storico che riporta in vita un’epoca di eroi: un omaggio alla tradizione e all’orgoglio del popolo albanese.
Krujë, Albania, 1450. È l’ora del vespro quando nel bianco castello dalle torri circolari si ode, forte, il tonfo della prima cannonata dei turchi contro la cinta muraria. La città è sotto assedio, le guardie corrono alle feritoie, pronte a rispondere al fuoco nemico e Gjergj Kastriota Skanderbeg, il principe guerriero, impugna la spada per difendere il suo regno. In quegli stessi attimi, in una delle case del borgo, Dashmíra dà alla luce la piccola Hënëza, prima di abbandonarsi all’abbraccio della morte. Tratta in salvo dal fidato consigliere del principe, la bambina verrà affidata alle cure della serva Ninína e crescerà a corte come dama di compagnia della signora del castello. A fare da sfondo alla sua infanzia c’è il cruento scontro tra l’Impero ottomano e la Lega di Lezhë, l’armata cristiana guidata da Skanderbeg per sottrarre l’Epiro al giogo turco. Quando Hënëza, ormai cresciuta, conosce il giovane e ambizioso Isaia, è subito amore. Un amore bruciante, che però è breve come tutti gli amori in tempo di guerra: dopo la rovinosa presa di Krujë, Hënëza fugge con Ninína dalla furia ottomana. Rifugiatasi in Italia dopo la morte del grande Skanderbeg, la giovane si finge nobile, sposa un marchese e si trasferisce nella provincia di Calabria Citra, dove inizia una nuova vita. Fino a quando, anni dopo, il suo antico innamorato ricompare all’improvviso nella sua esistenza, mettendo a repentaglio ogni cosa…
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