In uno dei Borghi più belli d’Italia, in provincia di Bologna e a 6 Km da Imola, vive e prospera “La Tana del drago“, il primo centro studi dedicato a J.R.R.Tolkien. Fondato il 21 settembre 2018, in collaborazione con il comune di Dozza, vanta il sostegno di molte associazioni internazionali accomunate dallo stessa passione per il grande autore de “Il Signore degli Anelli”, come ad esempio le Società Tolkieniane di Francia, Spagna, Ungheria, Finlandia e tantissime altre. Tutte insieme creano una rete virtuosa di scambi culturali, interessi comuni, approfondimenti sui testi e sulla vita di Tolkien e soprattutto mantengono viva la memoria del suo genio creativo e ne alimentano la leggenda.
Direttamente dal sito:
“Un Centro studi su Tolkien è un posto dove andare a consultare testi, vedere mostre, comprare oggetti da collezione, stampe a edizione limitata e illustrazioni originali, incontrare persone, assistere a conferenze, partecipare a o giochi, workshop o proiezioni, per dare un contributo agli studi tolkieniani e portare il dibattito in Italia sull’opera di Tolkien a un livello molto più alto.”
Ho avuto il piacere e l’onore di passare un po’ di tempo all’interno della Associazione e chiacchierare con uno dei suoi fondatori Ivan Cavini, illustratore digitale, specializzato nell’arte fantasy e Direttore artistico della manifestazione di FantastikA, di cui parlerò in seguito. Ivan mi ha spiegato com’è nato il progetto e tutte le iniziative che ci saranno in futuro, del lodevole scopo che l’Associazione porta avanti con orgoglio e del grande impegno che comporta la responsabilità di gestire un luogo così amato.
Nel 2017 stavo passando dal centro storico del borgo antico di Dozza, quando ho visto che una casa disabitata da anni, aveva al secondo piano, una finestra rotonda. Da oltre vent’anni illustro e creo progetti legati a J.R.R.Tolkien, quindi ho pensato subito che l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani avrebbe potuto avere una sede a Dozza. Ne ho parlato subito col sindaco Albertazzi e con il presidente dell’AIST Roberto Arduini, che hanno abbracciato l’idea.
Inaugurato il 21 settembre 2018, il Centro Studi “La Tana del Drago” è nato grazie anche al sostegno economico delle Società Tolkieniane di Francia, Spagna, Ungheria, Finlandia e di partner nazionali quali l’Associazione Sackville di Bergamo, l’Associazione Sentieri Tolkieniani di Pinerolo, gli smial tolkieniani. La Musica degli Ainur di Firenze, Proudneck di Roma, Overhill di Bologna, Rohirrim e La Compagnia degli Argonath di Verona.
Con la nascita del centro studi, grazie alla convenzione stipulata con il Comune di Dozza, è stata recuperata e valorizzata una palazzina del centro storico da anni sfitta e senza prospettive di utilizzo, inoltre si è creato un investimento che ha avuto importanti ricadute dal punto di vista turistico-culturale, in quanto l’AIST ha contatti con associazioni, artisti e università in tutta Europa.
L’Associazione Italiana Studi Tolkieniani è nata nel 2014 proprio a Dozza, ed ha la sua mission espressa nel suo nome: Studi Tolkieniani. Se abbiamo messo la parola “studiare” nel nome dell’associazione (che è la parola più odiata dagli italiani), non è per cercare visibilità nei social o celebrare ciecamente un autore, ma bensì per leggere e divulgare le opere di Tolkien con uno spirito critico moderno, con serietà ma non in maniera seriosa, magari anche tramite il linguaggio dell’arte illustrativa, lo studio della leggenda nord europea, la più bella letteratura per ragazzi e il gioco.
Tra i primi obiettivi del Centro Studi “La Tana del Drago” invece, c’è quello di raccogliere il materiale disponibile negli studi tolkieniani, di ordinarlo e di metterlo a disposizione di studiosi e di giovani che intendono approfondire le loro conoscenze nel campo della letteratura fantastica.
Riassumendo: l’associazione studia, il centro studi conserva e divulga.
L’Aist è nata nel 2014 a Dozza, proprio con la prima edizione di FantastikA. Prima di quella data si chiamava Arst, ed era un’associazione romana che muoveva i primi passi negli studi tolkieniani. Oggi per le istituzioni che patrocinano eventi di rilievo, l’Aist è garanzia di qualità, perché nel tempo ha dimostrato di saper gestire ogni situazione in maniera professionale, fornendo studiosi capaci, artisti professionisti e divulgatori preparati. L’Aist oggi è consulente Bompiani per le nuove pubblicazioni dei libri di Tolkien, organizza decine di convegni, conferenze, collabora a pubblicazioni di saggistica, eventi e progetti artistico/culturali: è forse l’associazione tolkieniana tra le più attive d’Europa.
FantastikA è stata la prima scintilla che ha fatto trasformare l’Associazione in qualcosa di più strutturato e condiviso, mentre il centro studi tolkieniani ha dato continuità al grande lavoro svolto finora e ha radicato nel territorio un’esperienza culturale che altrimenti sarebbe andata perduta.
Quindi FantastikA è nata insieme all’Aist che ha contribuito, a sua volta, a renderla ciò che oggi è.
La genesi del drago Fyrstan affonda le sue radici nella storia stessa del borgo di Dozza.
La mancanza d’acqua, fin dai tempi remoti, ha caratterizzato il nome di Dozza e la sua storia. Tutto infatti collega il nome di Dozza alla “doccia”, ad indicare la presenza nel luogo di un condotto per far confluire l´acqua da una delle colline circostanti in una cisterna, a beneficio della popolazione.
Anche lo stemma dozzese rappresenta un grifo che si abbevera ad una doccia, e sapendo che questa figura araldica chimerica, simboleggia custodia e vigilanza, ho iniziato a pormi qualche domanda: una creatura fantastica poteva simboleggiare la difesa di un condotto dell’acqua? Chi o cosa lo minacciava? Nella simbologia cristiana l’acqua pura è fonte di vita, al contrario, quella stagnante è portatrice di morte ed è luogo in cui hanno dimora creature malvagie, alle quali si attribuisce la causa di epidemie e morie di bestiame. Fino al Seicento si credeva all’esistenza di draghi e mostri terribili; a tutto questo, contribuiva anche il paesaggio del territorio padano che, retaggio del Medioevo, conservava ancora nel Cinquecento foreste e luoghi acquitrinosi in cui l’uomo lottava spesso contro una natura ostile.
In questo contesto nasce la leggenda di un drago apparso nei territori paludosi e pianeggianti dell’imolese, vicino alle colline di Dozza. Molti autori e cronisti del XVII e XVIII secolo riportano questa vicenda in cui protagonista è un rettile di smisurata grandezza, capace di spostarsi sia in acqua che in terra, ma anche in aria poiché dotato di ali. Il mostro uccide bestiame, avvelena l’acqua e terrorizza il contado: la situazione è talmente grave che le autorità inviano Cassiano Oroboni, comandante militare che aveva già vinto i fiorentini, ma nemmeno lui è in grado di sconfiggere la bestia, la cui pelle non viene minimamente scalfita delle frecce. A questo punto le testimonianze dei vari autori si diversificano: alcuni narrano che è un umile contadino, con l’intercessione della Madonna, ad uccidere il drago offrendogli del pane benedetto; altri invece vogliono come protagonista il vescovo della città, Basilio, che affronta l’orrida bestia con la reliquia del Velo della Vergine.
Ecco, qui nasce la mitopoiesi del drago di Dozza: nel 2016 FantastikA sta per diventare biennale ed ha bisogno di un simbolo che catalizzi l’immaginario del pubblico e che crei un filo conduttore con le attività legate al genere fantastico che stiamo facendo nascere sul territorio.
A questo punto immagino l’epilogo di questa leggenda: il drago, sentendosi minacciato dalla continua presenza dell’uomo, nel tardo Medioevo lascia le paludi dell’imolese per trovare rifugio un luogo più alto e sicuro e forse, al termine della propria vita, depone un uovo che è giunto intatto fino ai nostri tempi. Oggi questi racconti ci fanno sorridere ma, all’epoca, le creature soprannaturali erano ritenute spesso responsabili di accadimenti che non trovavano una spiegazione razionale, è ovvio quindi che il drago, come il grifo ed altre creature fantastiche, era parte del folklore che è alla base della nostra storia.
Il resto viene naturale: metto un grande uovo di struzzo (illuminato di rosso) nel sottotetto della rocca di Dozza, con un piccolo cartello “Aiutateci a far nascere il drago”. Dopo alcuni mesi, l’interesse dei visitatori cresce e la Fondazione che gestisce la rocca decide di investire sulla “nascita del drago”. A questo punto, insieme allo Studio Sossai, costruiamo il drago Fyrstan (dall’anglosassone antico “pietra di fuoco”) che con i suoi occhi infuocati rompe il recinto immobile della tradizione, catalizzando l’attenzione di grandi e piccini. Oggi il drago che riposa nel mastio del castello rappresenta il guardiano della nostra fantasia e di quello che abbiamo ereditato da lontano, ma ci sarebbe molto altro da raccontare al riguardo…
-La sesta edizione di Fantastika il 17 e 18 settembre (avremo come ospite speciale Tom Shippey, l’erede di Tolkien a Oxford).
-Portare a termine la pubblicazione della “History of Middle Earth” in italiano (come consulenti Bompiani)
–Il Cammino dell’Anello (che verrà inaugurato nella primavera del 2023).
-Continuare a collaborare con importanti partner (come Lucca Comics and Games).
-Continuare a divulgare le opere di Tolkien su tutti i media nazionali e locali.
-Continuare a divulgare le opere di Tolkien con pubblicazioni e collaborazioni editoriali.
–Ultimare gli allestimenti e portare avanti le attività del centro studi.
La Tana del Drago – Centro Studi Tolkieniani
ha sede in via XX Settembre 2, 40060 Dozza (Bologna) | tanadeldrago@jrrtolkien.it | Cell. 347 8168129 ed è aperta la domenica dalle 10,30 alle 13, oppure altri giorni ma solo su prenotazione (WhatsApp al 339 3020874).
È possibile svolgere Visite Guidate alla Gallery, alla mostra e al Bookshop,
oltre a visione di filmati tolkieniani in sala proiezioni
Entrata e visite non guidate: offerta libera
Entrata e Visite guidate: 5 euro
Entrata con tessera AIST o Tana del Drago: ingresso gratuito
Entrata solo al Bookshop: ingresso gratuito
Bambini sotto i 10 anni ingresso gratuito se accompagnati dai genitori.
Potete trovare tutte le info al sito ufficiale: https://www.jrrtolkien.it/
Cosa state aspettando! Io non vedo l’ora di tornarci!